Non si spengono i riflettori sul “pandoro-gate“ (CLICCA QUI). Le indagini condotte della guardia di finanza su Chiara Ferragni (CLICCA QUI) e Alessandra Balocco, amministratore delegato e presidente dell’azienda piemontese, hanno aperto nuovi spunti di riflessione sul ruolo e sull’attività svolta dagli influencer. Questa volta a interrogarsi sul caso è stata l’Agcom che ha varato nuove regole, in particolare su trasparenza e pubblicità dei messaggi sui social.
Le linee guida definiscono un insieme di norme indirizzate agli influencer operanti in Italia che raggiungono almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2%, cioè che abbiano suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati. L’attenzione è rivolta principalmente sulle misure in materia di “comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport, prevedendo un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti“. In caso di contenuti con inserimento di prodotti, gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la “natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile“.
Le nuove direttive prevedono anche l’avvio di un tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta che definisca le misure a cui gli influencer si dovranno attenere. Come riportato da Agcom al tavolo potranno parteciperanno anche i soggetti che “solitamente non rientrano nel perimetro normativo e regolamentare dell’autorità, quali quelli che popolano il mondo dell’influencer marketing, quindi non solo influencer, ma anche soggetti che operano quali intermediari tra questi e le aziende“.
Tra estremo protagonismo sui social e “pseudo-influencer” partorite dalla nuova frontiera dell’Ai (CLICCA QUI) è difficile capire fino a che punto le nuove regole potranno essere efficaci per arginare casi di ipotetica truffa aggravata, o altri tipi di reati. La decisione intrapresa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è certamente un segnale o un piccolo passo per iniziare a tracciare un confine nel “far west” social, un mondo ancora libero da chiare e delineate regole, dove tutto è possibile.