Si è tenuta oggi a Palazzo Zanca, a Messina, l’assemblea dei soci di Amam SpA per “L’operazione verità” lanciata dal sindaco Cateno De Luca sul Bilancio 2018, alla presenza del Cda, Presidente Salvo Puccio ed i Consiglieri Roberto Cicala e Loredana Bonasera, nonché del Collegio dei Sindaci, Lorenzo Donato e Pasquale Cucè. Nel corso dell’assemblea è stato proposto al sindaco un quadro dettagliato sulla condizione dei crediti ascritti ai bilanci precedenti della partecipata comunale che gestisce il servizio idrico integrato.
“Dall’analisi svolta dal Cda, dalla quale è scaturito il bilancio 2018 approvato nella stessa giornata di oggi – afferma De Luca – si è potuto accertare come vi siano crediti oramai prescritti per 23.432.854,36 euro. Nessuno ha fatto nulla per riscuoterli. Tale importante criticità, mai sollevata dalle precedenti gestioni amministrative, necessita di correttivi pesanti in termini di accantonamento al fondo svalutazione crediti senza i quali l’azienda non avrebbe di certo potuto continuare a gestire il servizio essendosi creata una voragine appositamente occultata”.
Soddisfazione è stata espressa dal Collegio dei Sindaci che ha evidenziato come “tale particolare necessità fosse stata già manifestata dagli stessi oggi convenuti, negli anni precedenti senza che l’Amministrazione Comunale – socio unico e gli organi di amministrazione di Amam di quegli anni (2015 – 2018) prendessero provvedimento alcuno continuando a fare orecchio da mercante. Anzi, proprio a discapito di tali correzioni si è continuato a produrre danni simulando bilanci che producevano utili farlocchi poi inseriti nel piano di riequilibrio del Comune di Messina per circa 20 milioni di euro suddivisi per gli anni di vigenza dello stesso piano di riequilibrio”.
“In sostanza – evidenzia De Luca -, si cercava di salvare Messina “rubando” i farlocchi utili di Amam in quanto gli stessi dovevano essere perlomeno accantonati al fine di aumentare il fondo di rischio come scritto nero su bianco nelle relazioni dei revisori del 2015 – 2018 che testualmente recitavano “Il collegio ritiene, con riferimento alla proposta dell’Organo Amministrativo circa la destinazione del risultato d’esercizio (utile), che sarebbe opportuno che il socio valuti l’opportunità di accantonare a riserva, anche parzialmente, l’utile di esercizio conseguito, tenuto conto di quanto precedentemente segnalato da quest’organo con riguardo ai rischi di inesigibilità gravanti sui crediti esposti in Bilancio”. In definitiva l’Amam continuava a generare crediti farlocchi che nessuno avrebbe potuto esigere a causa di una gestione scriteriata dei bilanci precedenti mentre l’amministrazione comunale si pagava i debiti sui falsi utili dell’azienda”.
“Ci si chiede – rimarca De Luca – quindi, come potevano mai attuarsi tutti quei bei progetti dei precedenti Piani Industriali, come in questi giorni qualcuno ci ricorda a mezzo stampa, se gli utili di Amam (che non esistevano nemmeno) venivano destinati per pagare i debiti del Comune? L’Amministrazione De Luca ha invece finanziato con soldi veri extra-bilancio interventi per la depurazione (3.000.000,00 per il depuratore di Mili) e per la ricerca idrica (4.500.000,00) ed incrementando di 1,1 milioni di euro la spesa del progetto per il serbatoio Montesanto rendendolo appaltatile come pure quello sulla vulnerabilità del Fiumefreddo. Alcuni di questi progetti erano ancora alla fase di progettazione preliminare mentre altri non esistevano per carenza di risorse quando si è insediamento l’attuale Cda”.
“E’ chiaro che i Piano Industriali ed i Pot – secondo il primo cittadino – si propongono tutti come obiettivo di avere l’acqua H24 ed una depurazione efficiente, ma la differenza sta tra chi le cose le sta facendo e chi le ha solo scritte su carta senza finanziarle o, peggio ancora, portando Amam sull’orlo del baratro finanziario evitato grazie alla odierna decisione dell’Amministrazione De Luca. Oggi infatti il socio unico -Comune di Messina- di Amam ha ripristinato la legalità dei bilanci di Amam perchè la stessa non dovrà più riconoscere al Comune i circa 20 milioni di euro per il piano di riequilibrio è così si potrà dare una svolta vera alla gestione del servizio idrico per Messina. Questi sono fatti io resto è il canto del cigno di chi ha giocato per cinque anni sulla pelle della città”.