Sportelli bancari in via di estinzione, chiudono altri 163 sportelli e così anche nel 2024 la desertificazione bancaria continua ad avanzare, confermando la tendenza delle banche a ritirarsi dai territori.
La Sicilia, negli ultimi anni, è stata caratterizzata dalla chiusura, via via crescente, di un numero significativo di filiali bancarie, soprattutto nelle aree rurali e periferiche.
E’ quanto denuncia l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 30 giugno 2024 da Banca d’Italia e Istat.
LA SITUAZIONE NAZIONALE
Il fenomeno della desertificazione bancaria si riferisce alla progressiva riduzione del numero di filiali bancarie in determinate aree geografiche, lasciando intere comunità senza accesso diretto ai servizi bancari.
Si tratta di un vero e proprio paradosso, se si considera che secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa su dati della Banca d’Italia, gli italiani nel 2023 hanno prelevato al bancomat 1 miliardo di euro al giorno. Nel 2022 il contante prelevato in totale si è attestato a 350 miliardi di euro, mentre nel 2023, dopo un anno, la cifra è salita a 360 miliardi, pari a 10 miliardi in più (+2%).
Aumentano i prelievi al bancomat, come in nessun Paese d’Europa, ma diminuiscono gli sportelli e il contatto diretto tra correntisti e le filiali sul territorio.
Aumenta anche il numero delle imprese che hanno sede in comuni desertificati. Si rafforza solo il private banking, ma le nuove aperture sono state ricavate all’interno di filiali già esistenti.
Questo fenomeno è particolarmente rilevante in aree rurali e svantaggiate, e negli ultimi anni ha interessato significativamente la Sicilia.
IlSicilia.it ha analizzato e riassunto gli aspetti più importanti emersi dall’Osservatorio nell’Isola, l’evoluzione nel tempo sul territorio, e il conseguente impatto a livello sociale ed economico per cittadini e imprese.
I DATI DELLA SICILIA
Secondo i dati aggiornati al 30 giugno 2024 dell’Osservatorio First Cisl, la nostra regione ha perso 470 sportelli bancari dal 2012, una riduzione del 37,3%, superiore alla media nazionale del 31,3%.
Attualmente, in Sicilia rimangono solo 787 filiali, il che rende sempre più difficile per i cittadini accedere ai servizi finanziari tradizionali.
Rispetto alle altre regioni, la Sicilia comunque vede un minore utilizzo dell’internet banking siamo al 35% rispetto alla media nazionale del e un basso numero di sportelli bancari (in entrambi siamo al 19esimo posto)
Le Province più colpite
Le province siciliane hanno subito riduzioni diverse nel numero di sportelli bancari, alcune in particolare hanno evidenziato una serie di criticità e problematiche, crescenti nel tempo:
– Enna: ha registrato la perdita più drastica, con il 56% degli sportelli chiusi. Questa provincia ha subito un impatto significativo, lasciando molti comuni senza accesso diretto ai servizi bancari.
– Agrigento e Caltanissetta: anche queste province hanno visto una riduzione significativa, con oltre il 40% delle filiali chiuse negli ultimi anni. La mancanza di sportelli ha creato grandi difficoltà, soprattutto nelle aree più isolate.
– Palermo e Catania: pur essendo le province più urbanizzate, anche Palermo e Catania non sono esenti dal fenomeno, con riduzioni rispettivamente del 28% e del 32%. Tuttavia, la concentrazione urbana ha permesso una maggiore resilienza rispetto alle aree rurali.
– Messina: ha subito una riduzione del 34% delle sue filiali bancarie. Le aree interne e montane, come i Nebrodi, sono state particolarmente colpite.
– Trapani: ha visto una diminuzione del 35% degli sportelli bancari, con un impatto significativo nelle aree rurali e sulle isole minori come Favignana.
– Siracusa: ha perso circa il 30% delle sue filiali, con le zone più periferiche della provincia, come quelle montane, particolarmente colpite.
Presenza di sportelli nei Comuni siciliani: un quadro riassuntivo
Molti comuni siciliani, specialmente quelli con meno di 5.000 abitanti, hanno visto sparire molti dei loro sportelli bancari. In questi centri, i cittadini devono affrontare lunghi viaggi per raggiungere i servizi bancari più vicini, aggravando l’isolamento finanziario.
Ma anche posti come Aci Sant’Antonio e Santa Flavia (comuni con oltre 10.000 abitanti) si ritrovano “maglia nera” tra gli enti locali privi di sportelli sul territori.
Particolarmente colpiti dal fenomeno sono:
– I Comuni delle Madonie e dei Nebrodi: queste aree montane hanno subito una desertificazione quasi totale, con pochissimi sportelli rimasti operativi. La chiusura delle banche in questi comuni è stata accompagnata da un calo della popolazione e da una riduzione delle attività economiche locali.
– Le Isole Minori: Lampedusa e Pantelleria hanno visto ridursi ulteriormente il già esiguo numero di sportelli. La loro insularità complica ancora di più l’accesso ai servizi bancari.
Gli impatti socio-economici
La desertificazione bancaria ha avuto un impatto profondo sull’economia locale e sulla vita quotidiana dei cittadini siciliani. In particolare, ha reso più difficile l’accesso al credito per le piccole imprese, limitando le possibilità di crescita economica.
Inoltre, la mancanza di sportelli ha escluso dalla vita economica digitale molti anziani, che spesso non hanno le competenze o i mezzi per utilizzare i servizi bancari online.
Dai dati emerge anche il fatto che le province e i comuni più colpiti dalla desertificazione bancaria tendono a essere anche quelli con i più alti tassi di disoccupazione e povertà, creando un circolo vizioso che rende ancora più difficile l’attrazione di investimenti e lo sviluppo economico sul territorio.
Questa situazione accentua ulteriormente la disuguaglianza nell’accesso ai servizi essenziali, che penalizza le aree rurali e i comuni più piccoli.
Oggi serve un intervento coordinato da parte delle istituzioni pubbliche e del settore bancario, per garantire che tutte le comunità siciliane possano accedere a servizi finanziari adeguati e contribuire al rilancio economico della regione.