Il gup di Marsala Riccardo Alcamo ha rinviato a giudizio Onofrio “Ninni” Bronzolino, 53 anni, in carcere dallo scorso 22 settembre, con l’accusa di avere provocato la morte, a Pantelleria, della compagna Anna Elisa Fontana, classe ’75, gettandole addosso della benzina e dandole fuoco. L’avvio del processo, che si terrà in Corte d’assise, a Trapani, è stato fissato per il 26 settembre. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Marsala, è stata condotta dal Nucleo operativo della Compagnia dei carabinieri di Marsala e dai loro colleghi della stazione di Pantelleria, con il supporto tecnico-scientifico del Ris di Messina e del Niat dei vigili de1 fuoco di Palermo.
“L’attività d’indagine, articolatasi principalmente nell’acquisizione delle dichiarazioni di familiari e di persone vicine alla coppia – ha recentemente spiegato il procuratore Fernando Asaro – ha consentito, allo stato, di accertare che Bronzolino avrebbe agito con premeditazione – avendo minacciato esplicitamente la compagna di darle fuoco nei giorni precedenti al fatto – ed a causa di un’esagerata e ingiustificata gelosia. Il delitto di omicidio è contestato, quindi, con le circostanze aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abietti e futili”. Secondo quanto emerso, infatti, nel periodo compreso tra l’inizio del 2022 e il 22 settembre 2023, Bronzolino avrebbe maltrattato la compagna, con continue aggressioni, insulti e minacce, fatti per i quali la vittima non aveva mai sporto querela, né richiesto interventi delle forze dell’ordine.
La donna avrebbe subito aggressioni fisiche, e “continue ingerenze in ogni ambito della vita quotidiana“, e sarebbe stata sottoposta a “costante e pressante controllo da parte dell’uomo”. La donna morì dopo tre giorni di agonia per le gravissime ustioni di 2° e 3° grado sul 90% del corpo. Legali di parte civile sono Marilena Messina, per Anna Bonomo, madre della vittima, Licia D’Amico, per l’associazione “Insieme a Marianna”, Caterina Gabriele, per l’associazione “Demetra”, Roberta Anselmi, per la “Casa di Venere”, Leo Genna e Marianna Rizzo per i figli della vittima (la seconda anche per il comune di Pantelleria). A difendere l’imputato è l’avvocato Rosario Triolo.