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Don Ceravolo a ilSicilia.it: “La storia di Santa Rosalia ci insegna la vicinanza nell’isolamento”

martedì 7 Aprile 2020
Santa Rosalia coronavirus

Una visita al santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, il “monte vicino” come lo chiamavano gli arabi (Bel Grin), per i palermitani è un punto fermo nella vita quotidiana perché lassù, nel “più bello di tutti i promontori del mondo” come scrisse Johann Wolfgang von Goethe, si percepisce un’atmosfera di pace a cui tutti, credenti o no, abbiamo bisogno di attingere.

Se poi si è devoti alla Santuzza questa vicinanza al luogo del suo eremitaggio diventa necessario; è così soprattutto in questo momento storico in cui, per rispettare le disposizioni emesse dal Governo per il contenimento del Covid-19, il Santuario è chiuso al pubblico.

Abbiamo voluto chiedere a don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario, come i fedeli stanno vivendo questa lontananza forzata e come si può stabilire una nuova vicinanza, simbolica, alla patrona di Palermo.

santuario santa rosalia
don Gaetano Ceravolo

“Ho riflettuto molto in questi giorni – ci ha detto Don Gaetano – e mi sono reso conto che da quando sono qui mai come in questo momento ho compreso fino in fondo l’operato della Santuzza, come donna che ha scelto di vivere spontaneamente in isolamento forzato, esattamente come oggi noi siamo obbligati a fare“.

La Santuzza è punto di riferimento spirituale per tutti a Palermo, cosa ci insegna la sua storia?

Si può essere lontani fisicamente, così come scelse lei, ma incredibilmente vicini nella preghiera e anche questo aspetto sto riscontrando tra i fedeli. Si è vero, non si può venire qui a pregare ma tante persone so che lo fanno nel chiuso delle proprie abitazione perché, alla fine, quello che ci sta insegnando questa difficile situazione è la ridefinizione dei rapporti sociali. La Santuzza ci dice che, come fece lei allora, stando isolati si può essere ancor più vicini. Oggi è importante capire ciò che ognuno di noi può fare, la responsabilità del singolo oggi è protagonista del nostro agire“.

Possiamo trovare un senso “superiore”, simbolico, alla pandemia?

Certo. Non dobbiamo scappare dalla sofferenza ma vederla, semmai, come momento di riscatto e di comprensione di quanto, nella futilità della vita quotidiana, trascuriamo. Sto scoprendo una grandissima umanità tra la gente che va ben oltre la fede, anche chi non crede sa che agire nel bene è l’unico obiettivo da perseguire. Oggi non basta più affidarsi a Dio o all’intercessione di Santa Rosalia, oggi ciascuno di noi è chiamato ad accogliere l’altro e ad aiutarlo. In più in questa situazione stiamo scoprendo i doni che Dio ha fatto all’uomo, i doni della scienza e dell’intelligenza, gli stessi che oggi sono l’unico mezzo per salvare vite umane dal virus. La forza della nostra umanità si sta dimostrando più forte della barriera del mancato contatto fisico”.

Ieri come oggi, nella peste del ‘600 e nella pandemia del XXI secolo, la preghiera sembra essere strumento fondamentale…

Santa Rosalia coronavirus
preghiera di Monsignor Corrado Lorefice

Direi proprio di si. Come riportano le fonti ufficiali il 9 giugno 1625, quando da un giorno all’altro non si registrarono nuovi contagi e i morti passarono da alcune decine ogni giorno ad uno o pochi di più, la peste non terminò perché le spoglie di Santa Rosalia furono portate in processione per la città; il contagio si interruppe al momento della preghiera del Te Deum. Credo che in questo momento sia molto importante riscoprire il senso della preghiera individuale, così come ci ha suggerito Papa Francesco, e anche il Vescovo Monsignor Corrado Lorefice con la preghiera che ha condiviso con tutti noi, la stessa che ha recitato da solo davanti l’urna custodita in Cattedrale, urna che custodisce le spoglie della Santuzza“.

E poi i canali social, in qualche modo, ci permettono di essere vicini alla Santuzza…

Si assolutamente, abbiamo trasmesso sulla nostra pagina Facebook nei giorni precedenti le messe in streaming che abbiamo celebrato qui al santuario; nei prossimi giorni diffonderemo un messaggio legato al Triduo pasquale e poi, la settimana prossima, celebreremo nuovamente la messa che potrà essere seguita sempre in streaming. Noi amiamo pensare, come abbiamo messo accanto allo striscione ‘io resto a casa’, che Rosalia ci dica ‘io resto a casa con voi’.

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