“Le donne saranno tra i soggetti più colpiti dall’autonomia differenziata, che, negando alla Sicilia tutta possibilità di sviluppo e di nuova occupazione, riducendo le risorse per servizi essenziali, a partire da sanità e scuola, non consentirà il superamento di quei gap che vedono ancora le donne siciliane con bassi tassi di occupazione, più soggette a lavoro precario e basso reddito, non destinatarie di assistenza sanitaria adeguata e di genere”.
Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha presentato oggi a Nicosia (Enna), un manifesto a sostegno del Sì all’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata.
“Non a caso abbiano scelto una zona interna– ha detto Gabriella Messina, segretaria confederale della Cgil Sicilia– e un punto nascita ( l’iniziativa si è infatti tenuta davanti al punto nascita dell’ospedale Basilotta)-, i punti nascita sono uno snodo essenziale del diritto alla salute del bambino e della donna”.
E “Le zone interne – ha rilevato il segretario della Cgil di Enna, Antonio Malaguarnera–soffrono di isolamento, carenza di servizi e di lavoro, che causano spopolamento, difficoltà destinate ad aumentare con l’autonomia differenziata”.
In questi anni sono stati tagliati i punti nascita che registravano meno di 500 nascite l’anno. “E’ evidente che occorre andare a un aggiornamento degli standard– ha detto Messina- in termini di strutture e di personale medico e paramedico per garantire omogeneità territoriale, cosa che diverrà impossibile con l’autonomia differenziata. E questo deve riguardare tutto ciò che si muove attorno alla nascita, per garantire la continuità dell’ assistenza e l’integrazione tra ospedale e territorio”.
Il tema peraltro si intreccia con quello della carenza di consultori, anch’essi con personale insufficiente. “Per quanto riguarda i punti nascita – ha detto Elvira Morana, responsabile Cgil per le politiche di genere- occorre mettere in connessione il percorso assistenziale che offrono con i consultori, le neonatologie, le terapie intensive neonatali, il trasporto in emergenza assistito del neonato e della madre. Da tempo chiediamo risposte su questi temi. Sul tema delle donne anche il Pnrr è stato vanificato”.
Per la Cgil Sicilia occorre inoltre “definire il fabbisogno di personale sanitario e questo– ha sostenuto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – è un tema generale che riguarda tutto il sistema sanitario pubblico in ogni settore, oggi carente di personale medico e paramedico. E’ evidente che per questo servono risorse che l’autonomia differenziata limiterà fortemente, oltre a una volontà politica del governo regionale di riorganizzazione del sistema che finora è mancata. I danni dell’inefficienza del governo regionale sommati a quelli dell’autonomia differenziata e della mancanza di interventi del governo nazionale per il Mezzogiorno produrranno un disastro”.
La Cgil, ricorda nel documento delle donne che “la Sicilia è stata bocciata sui Lea”. Inoltre che si scontano ritardi sulla copertura vaccinale dei bambini, negli screening oncologici, nella capacità di intervenire entro 48 ore per una frattura, nel servizio di emergenza-urgenza, nelle condizioni delle Rsa per anziani non autosufficienti. Tra i divari territoriali il manifesto della Cgil Sicilia ricorda quello sugli asili nido. A fronte di Lep del 33% al 2027 e 45% al 2030, in Sicilia per asili e servizi integrativi siamo al 12% ( Emilia Romagna al 41%). Il tempo pieno a scuola, inoltre, riguarda solo l’11,2% degli alunni di scuola primaria a fronte dell’81,30% di povertà economica. Per approdare al lavoro: in Sicilia il tasso di disoccupazione femminile è pari al 31,2%, e quello nella fascia d’età 15/24 anni è del 48,7%. Il 58,5% dei contratti delle donne è a termine, una percentuale anche superiore a quella dei giovani, tra i quali il lavoro quando c’è è in larga misura precario. Per quanto riguarda la maternità, dalle donne della Cgil Sicilia viene un secco No “a tutte le forme di retorica, servono piuttosto interventi. Tutti quegli interventi di riequilibrio territoriale, di rilancio della Sicilia e del Mezzogiorno, che l’autonomia differenziata nega a priori”.
“Per questo- ha sottolineato Mannino-, dalle donne, dai giovani, da tutti i siciliani deve venire un forte Sì all’abrogazione della misura, firmando per il referendum e recandosi alle urne”.