L’Hamburger, ormai, è protagonista delle nostre tavole, rendendo felici più piccoli che anche a casa, vedendoli, si sentono catapultati nel mondo, che a loro piace tanto, dei fast food. Nel loro piatto, però, spesso trovano quelli artigianali che, fatti con carne di qualità ed estro creativo, stanno vivendo il loro momento di gloria.
Prima di raccontarne le origini, apparentemente lontane, e darvi una ricetta tanto semplice, quanto gustosa, vogliamo lanciare l’ipotesi che i tedeschi, considerati gli inventori, venuti in Italia si innamorarono talmente delle nostre polpette che provarono a copiarle, ma non riuscendo a farle tonde, infatti solo noi italiani e, soprattutto, noi siciliani, tra arancine e polpette, siamo i “Giotto” della cucina, le schiacciarono, creando l’Hamburger. Questa storia credibile, potrebbe appartenere a quello che definiamo il nostro “Grosso grasso patrimonio siculo”, in questo caso italico, che riporta moltissime pietanze, le origini del volgare italiano e, addirittura, William Shakespeare alla nostra Sicilia e, quindi, cosa ci sarebbe di strano se questa pietanza, semplificata dai teutonici, fosse nata nella nostra penisola?
Origini dell’Hamburger
Dopo queste farneticazioni da siculocentrici, oggi, anche, italocentrici, e prima di regalarvi la ricetta dell’Hamburger alla pizzaiola, andiamo a raccontarne origini e curiosità. Partiamo informandovi che esiste un giorno che lo celebra, il 28 maggio, e che a New York è chiamato semplicemente “burger” o “patty“, riferendosi alla forma rotonda e appiattita, e non si mangia a casa, ma fuori, elevandolo così a pietanza da ristorante. A dimostrazione di ciò, infatti, i “burger places” sono sempre più numerosi. L’origine del nome è incerto e, infatti, se per qualcuno è legato a una persona proveniente da Amburgo, per altri, invece, ha la funzione di aggettivo relativo alla metropoli germanica.
Riguardo la sua origine, però, bisogna fare un salto temporale all’indietro e arrivare al XV secolo quando la carne macinata era considerata un alimento prelibato in tutta Europa che sarebbe, quindi, la sua vera patria. Per la comparsa del vero Hamburger, però, dobbiamo tornare da dove siamo partiti, ovvero a New York. Nel XVIII secolo Amburgo era il porto più importante d’Europa e i marinai che facevano da spola tra il Vecchio Continente, l’Europa, e il Nuovo Mondo, l’America, si scambiavano ricette e tradizioni. Ed è così che la “hamburg steak” divenne ben presto uno dei piatti più richiesti dai marinai tedeschi in trasferta.
Per attirarli lungo i porti della Grande Mela, iniziarono a spuntare baracchini con “bistecca cucinata nello stile di Amburgo”. Una versione più particolareggiata racconta che sulle navi dell‘Hamburg Line venivano servite, per risparmiare tempo e denaro, polpette di carne cotte alla griglia e servite tra due fette di pane agli emigranti europei che, diretti nel Nuovo Mondo, appena sbarcati continuarono a prepararle chiamandole hamburger steak e, poi, semplicemente hamburger.
Questa versione in “salsa tedesca”, però, piacque così poco agli americani da aver fatto avanzare, alcuni anni fa, alla parlamentare Betty Brown una proposta di legge per ufficializzarne la sua origine texana, provvedimento, però, che ha innescato una miccia tra i vari Stati dell’Unione. Il Connecticut, per fare un esempio, da tempo ne reclama la paternità; il Kansas, a sua volta, afferma che l’inventore sia Walter Anderson di Wichita, il primo, tra il 1915 e il 1916, a standardizzare la cottura alla griglia delle polpette, servite con fette di pane dolce; in un articolo apparso sul New York Times del 12 Gennaio 1974 si racconta che la catena McDonald’s ne attribuisca la creazione a uno sconosciuto, Fletcher Davis, che vendeva l’alimento al St. Louis World’s Fair nel 1904; gli abitanti di Hamburg, città dello stato di New York, che ha preso il nome dalla omonima città tedesca, lo attribuisce a Franck e Charles Menches e leggenda narra che i due fratelli, partecipando come venditori alla Erie County Fair, chiamata poi Buffalo Fair, nel 1885, e, avendo finito la salsiccia, iniziarono a usare carne di manzo.
Il Seymour Community Historical Society nel Wisconsin, afferma che sia stato Charlie Nagreen, anche noto come “Hamburger Charlie”, ad inventarlo, quando appena quindicenne decise di farcire i panini con le meatballs, polpette di manzo, durante il Seymour Fair sempre del 1885, data che ritorna: l’intento era quello di offrire qualcosa da mangiare a chi visitava la fiera. L’ultima versione, la più accreditata, riporta che il primo sia stato opera di Oscar Weber Bilby di Tulsa, Oklahoma, nel 1891. Nell’aprile del 1995 il Dallas Morning News riportò che Tulsa aveva battuto il Texas come luogo natale della specialità.
Michael Wallis, autore di “Route 66, The Mother Road“, proprio a Tulsa sulle tracce del “miglior hamburger dello Stato” iniziò la sua ricerca nel ristorante “Weber’s Root Beer Stand”, votato come il miglior burger place di Tulsa dal 1933. Lo scrittore scoprì che Oscar Weber Bilby era stata il primo a servire il vero hamburger negli Stati Uniti sul panino al latte fatto dalla moglie. Era il “Forth of July” del 1891 e i Weber festeggiavano l’Indipendence Day offrendo burger sul morbido pane.
Curiosità
Una curiosità è che negli Stati Uniti e in Canada, gli hamburger possono essere raggruppati in due diverse categorie: burger da fast food o quelli preparati e serviti al ristorante. I secondi vengono generalmente serviti con lattuga, pomodoro, cipolle, sottaceti e con insalata di cavolo e patatine fritte che accompagnano il piatto. Una curiosità è con “slider” ci si riferisce a un hamburger piccolo e quadrato, ricoperto di cipolle a pezzettini, che deve il suo nome, secondo alcuni, alle navi della marina statunitensi e, in particolare, al modo in cui i burger scivolavano, “slip“, sul grasso della griglia mentre si era in navigazione; secondo altri, invece, alle sue piccole dimensioni, che permettevano di mandarlo giù in un solo boccone. Il primo ristorante americano a riportare l’Hamburger nel menù fu Delmonico’s a New York, che lo introdusse nel 1826. In Italia, invece, diventa un cult negli anni ’80 quando McDonald’s approda nel nostro paese scatenando la curiosità dei palati e riscontrando vendite di ben 34 milioni di panini annui. Noi, oggi, vogliamo darvi la ricetta dell’Hamburger alla pizzaiola, più vicino alle nostre buone tradizioni culinarie.
Hamburger alla pizzaiola
Dosi per 4 persone:
- 4 Hamburger di manzo o di carne chianina
- 4 cucchiai di salsa di pomodoro
- 1 mozzarella
- olive nere
- origano
- olio extravergine d’oliva
- sale q.b
Procedimento:
1. Ponete gli Hamburger in una teglia con carta forno oliata
2. Su ciascuno versate un bel cucchiaio di salsa di pomodoro e condite con origano
3. Infornate a 180 gradi per 15 minuti circa e, a cottura quasi ultimata, aggiungete una fetta di mozzarella e un’oliva nera su ognuno.
Il vostro Hamburger alla pizzaiola aspetta solo di essere mangiato.