Ecco i primi risultati elettorali di queste elezioni politiche secondo RaiUno. Si tratta di exit poll sul Senato della Repubblica.
A pochi minuti dalla chiusura dei seggi, gli exit poll darebbero la coalizione di centrodestra in testa ma non di molto, con Forza Italia che si attesterebbe su una forbice fra il 13 e il 16 per cento, stesso risultato per la Lega fra il 13 e il 16 per cento, Fratelli d’Italia fra il 4 e il 6 e la cosiddetta quarta gamba, Noi con l’Italia Udc dall’1 al 3 per cento.
Segue a ruota il Movimento 5 Stelle che otterrebbe un consenso compreso fra il 29 e il 32 per cento. I pentastellati, dunque – com’era prevedibile – sono il primo partito, con percentuali più alte al Sud, ma il numero di voti che otterrebbero, stando a questi primi dati parziali, è al di sotto rispetto a quel 40 per cento auspicato da Di Maio, che avrebbe consentito loro di poter governare il Paese. Un risultato comunque molto alto, tenuto conto che si tratta di una singola forza politica.
Staccato il centrosinistra. All’interno della coalizione, il Pd è al palo e otterrebbe un risultato deludente dal 20 al 23 per cento, effetto di anni di politiche evidentemente sbagliate e segno che il renzismo appare oramai giunto definitivamente al capolinea. All’interno del centrosinistra “Più Europa con Emma Bonino” è su una forbice fra il 2,5 e il 4,5 per cento. Non entrerebbero in parlamento i sostenitori di Civica Popolare con la Lorenzin, fermi alla microscopica percentuale compresa fra lo 0 e il 2 per cento. Fuori dal parlamento anche “Insieme”, la lista che univa il Psi e i Verdi, che non va oltre il 2 per cento.
Se il Pd piange, “Liberi e Uguali”, la formazione guidata dal presidente del Senato Pietro Grasso, non ride. La lista che ha messo insieme “Sinistra italiana”, “Possibile” e “Mdp Articolo 1” non andrebbe, infatti, oltre a una forbice compresa fra il 3 e il 5 per cento.
A sinistra resta fuori dal parlamento anche Potere al Popolo, che mette insieme Rifondazione comunista e altre forze di opposizione sociale.
La percentuale ottenuta, dall’1,4 al 2 per cento è comunque di tutto rispetto, visto che si tratta di una lista nuova e non particolarmente conosciuta dagli elettori e segno che a sinistra è possibile costruire e radicare una forza politica di opposizione. Sempre a sinistra, il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo non supererebbe, invece, lo 0,3 per cento.
A destra, Casapound: la lista guidata da Simone Di Stefano non entra in parlamento, ma potrebbe arrivare allo 0,7 per cento, segno che Casapound Italia avrebbe saputo attrarre a sé una fascia di persone vicine alle posizioni della destra radicale e non attratte dalle forze del centrodestra. Meno dello 0,5, invece, la percentuale di “Italia agli italiani”, lista che metteva insieme Forza Nuova e Fiamma Tricolore e che aveva quale candidato premier Roberto Fiore. Percentuali attorno allo 0,5 anche per il Popolo della Famiglia, la lista di Mario Adinolfi legata ai temi del cattolicesimo.
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