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Elezioni Palermo, un sindaco nuovo o un buon usato? Tutti i nomi

giovedì 15 Luglio 2021
Lo Cascio, Terrani sospesi

Il prossimo Maggio 2022, esattamente tra circa 10 mesi, noi palermitani voteremo per il nuovo sindaco di Palermo. Sicuramente tra i candidati non potrà esserci Leoluca Orlando del Partito Democratico. Scaduti i due mandati consecutivi il sindaco uscente non sarà ricandidabile.

scaglioneGià da mesi circolano nomi di candidature, più o meno confermate e raramente smentite.
Tra le tante barzellette, quella più frequente è “Ma chi si accolla di fare il Sindaco di una città al Dissesto?” , oppure , “Solo un pazzo potrebbe candidarsi a sindaco di Palermo con gli enormi problemi che ci sono, mai risolti”.

Minchiate!

La poltrona di Sindaco della quinta città d’Italia e capoluogo della Sicilia è più ambita che mai e la corsa, con relativi sorpassi e controsorpassi, sgambetti e spintoni già c’è, eccome se c’è!

Tutti i partiti, di sinistra e di destra, vantano il diritto (vero o presunto) di esprimerne il nominativo. A sinistra, cioè la coalizione uscente, sembra che la ‘sudditanza’ dei partiti verso il carismatico Leoluca Orlando sia prevalente.

Orlando entra ed esce dal Pd come e quando gli pare, godendo dei silenzi-assensi quando è fuori e degli applausi da “Padrone Prodigo” quando decide di gratificare con il suo rientro il Pd palermitano. Nulla da dire ”Leoluca sei grande”. Beati monoculi in terra caecorum (in terra di ciechi, beato chi ha un occhio solo).

Quindi nella scelta a sinistra il sindaco uscente avrà il suo peso. Perché no, forte dei risultati raggiunti come le mille bare senza sepoltura da mesi e mesi lasciate sotto una tenda alla pioggia ed al sole, l’immondizia lasciata in buona quantità sotto la pioggia ed il sole ma senza tenda, strade e marciapiedi dimenticati e perduti nei buchi che col tempo diventano di interesse speleologico, traffico e ponti da film dell’orrore… e mi fermo qui. Scusate dimenticavo: abbiamo le piste ciclabili ed il tram (ma forse era meglio non citarli, oppure metterli tra gli orrori).

Da tempo si parla di Fabio Giambrone e Giusto Catania, assessori comunali uscenti. Certo ci sono i voti da trovare, ma ci pensiamo dopo. Si è dato disponibile Francesco Scoma, che, da vice sindaco di destra con Cammarata, con un salto da Etolie degno della migliore Eleonora Abbagnato ambisce alla candidatura di centrosinistra con il simbolo di Italia Viva. Ma Italia Viva a maggio 2022 sarà ancora viva? I sondaggi la danno in piena agonia, dalla quale al momento non sembrano esserci vie d’uscita.

Potrebbe succedere che per sconvolgere i piani esca dal cappello la candidatura di Fabrizio Micari, che a maggio 2022 sarà ex rettore e che ricorderemo per essere arrivato terzo tra i tre favoriti alla Presidenza alle ultime elezioni regionali. Non sarebbe carino ottenere lo stesso risultato alle comunali: rischiare? Potrebbe darsi.

A meno che non ci sia il big di turno “a sacrificarsi”, qualcuno tipo Davide Faraone o Antonello Cracolici, tra i sempreverdi o molto, ma molto, maturi. Certo i loro partiti hanno sostenuto per parecchio tempo la gestione uscente di Leoluca Orlando… Molto individualisti e allergici alle coalizioni, mi piacerebbe vederli alla prova del voto. Perché al Comune non ci sono ‘nominati’, come nel caso del senatore Faraone: la gente deve scrivere il nome sulla scheda, e ci vogliono tantissime persone disponibili a farlo.

Ultimo nome che circola nel centrosinistra è quello del grillino Giampiero Trizzino, avvocato con attenzione e competenza per l’ambiente ed il territorio. Deputato regionale per due legislature, quasi giovane e con buone capacità diplomatiche, ha un solo problema. Enorme. È in gamba, parla bene e ha pure buone idee. Caro onorevole Trizzino, così, a sinistra o nel centrosinistra non andrai avanti.

Non annovero tra i papabili l’eterno Fabrizio Ferrandelli perché penso che abbia già più volte dato. Ha lavorato tanto, sempre in opposizione a Orlando, e sembra che adesso aspiri al parlamento nazionale. Mi sembra il momento. Con la Bonino e Della Vedova lo vedo bene, basta che si fermi e non cambi più.

A destra, coalizione in opposizione a Orlando, di candidati ne spuntano continuamente come l’erba nei prati. Alcuni si portano avanti con il lavoro già da mesi, altri sono tirati per la giacca, altri lo vorrebbero (ma chi li candida?), altri ancora non lo dicono per non bruciarsi.

Andiamo con ordine. I nomi di Alessandro Aricò e Roberto Lagalla circolano da tempo. Deputati regionali super votati (uno è pure assessore), non ammettono ma neanche negano. Insomma, dipendesse da loro avrebbero già stampato facsimili e manifesti, ma siccome Nello Musumeci non si pronuncia (per la serie “ma cu mi ci porta a scegliere e benedirne uno ed averne contro cento”) e a Roma prendono tempo, restano, come disse il sommo poeta nell’Inferno, come ‘color che son sospesi’.

Le trattative si incrociano con le prossime elezioni regionali e nazionali, quindi altri potenziali candidati del centrodestra cercano di non perdere il treno per un posto al sole. Circolano voci di ambizioni alla poltrona di sindaco sull’avvocato Gaetano Armao. Alle ultime regionali Armao si candidò a presidente, per poi ritirarsi. Dopo le elezioni ottenne l’assessorato all’Economia e la vicepresidenza. E adesso? Resta sempre la domanda (posta anche per Faraone), ‘ma Armao chi lo voterebbe? Tanti? pochi?’. Rimarrà un mistero fino a quando non deciderà di cimentarsi con la preferenza.

Ci sono poi due medici che un tempo non avrebbero avuto rivali. Parlo di Totò Cuffaro e di Ciccio Cascio. Il primo non può, e forse non vorrebbe, candidarsi e naviga in un limbo democristiano tra destra e sinistra. Al secondo piacerebbe eccome, ma ne varrebbe la pena? La voglia di politica, e nel suo caso di rivalsa, lo vorrebbero in campo, ma il passaggio è delicato ed i posti liberi scarseggiano.

C’è poi chi non si espone per non bruciarsi o perché ambisce ad altro. Come l’onorevole avvocato Carolina Varchi, deputata nazionale di Fratelli d’Italia, giovane mamma che ha molto consenso e competenza, ma che si vede proiettata in un possibile futuro governo nazionale a trazione Fdi-Lega come sottosegretario alla Giustizia o, perché no, come ministro.

Ecco ancora altri altri protagonisti delle istituzioni cittadine, politiche o istituzionali, come Marianna Caronia o Patrizia Monterosso. Entrambe hanno dato prova di indubbia capacità diplomatica e amministrativa, ma stanno al loro posto in silenziosa e strategica attesa.

Ci sono altri che negano con decisione l’interesse alla candidatura a Sindaco di Palermo ma, a mio avviso, la corsa per diventare primo cittadino è un loro forte desiderio. Parlo di Edy Tamajo e Toto Cordaro. Entrambi deputati regionali di centro moderato (con Cordaro che è pure i giunta), il primo si è liberato dall’abbraccio Orlandiano e sembra si stia liberando anche da quello renziano per ritornare alla sua casa naturale, quella Sicilia Futura che lo vide socio fondatore da autonomista con lo sguardo al centrodestra. Cordaro (attenzione, Toto e non Totó, ci tiene assai), è assessore regionale di centro legato da un patto di reciproca fedeltà con Nello Musumeci. Loro aspettano un’eventuale chiamata alle armi e si sacrificherebbero volentieri.

Ma alla fine, chiunque siano i candidati, a decidere saremo noi: i cittadini, i palermitani. Badate bene, non sempre il nuovo vuol dire novità, innovazione, soluzioni ed onestà. Come chi si ripropone, può essere portatore di idee vecchie. L’età anagrafica o politica sono elementi importanti come tanti altri, ma non devono essere discriminanti.

Scegliamo tenendo conto di quello che hanno fatto o non hanno fatto da amministratori, della loro vita e della fattibilità dei loro progetti. Ricordiamoci sempre di chi promette e mantiene invece di chi parla anche bene ma ci lascia in mutande.

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