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Emergenza crack, Spinnato (Asp Palermo): “Primi contatti già a dodici anni” CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 23 Ottobre 2024

Continua il viaggio de ilSicilia.it sull’emergenza crack a Palermo. Ci troviamo oggi al Centro di pronta accoglienza per le vittime della dipendenza da crack, inaugurato a Palermo il 26 gennaio 2024.

Un punto di riferimento fondamentale in città, per chi vive in condizioni di forte disagio sociale. La struttura, situata in via La Loggia 5, presso l’UOC Dipendenze Patologiche, offre assistenza immediata grazie a un team multidisciplinare composto da medici, psicologi, assistenti sociali e operatori specializzati.

 

Centro di pronta accoglienza vittime della dipendenza da crack

 

Palermo e la Sicilia stanno affrontando un aumento preoccupante dei casi di dipendenza da crack. A confermarlo è il dottor Giampaolo Spinnato, direttore dell’Unità Operativa Complessa (UOC) Dipendenze Patologiche dell’ASP di Palermo, in un’intervista per Sicilia.it, in cui fa il punto della situazione dopo otto mesi di attività del nuovo centro di pronta accoglienza.

 

 

Numeri preoccupanti e nuovi ingressi

 

Centro anti-crack Palermo

“Negli ultimi anni abbiamo registrato quasi un raddoppio dei nuovi utenti”, afferma Spinnato, evidenziando come il fenomeno sia in crescita. Attualmente, ogni anno vengono presi in carico tra 800 e 1000 nuovi pazienti, metà dei quali con problematiche legate all’uso di crack. Il nuovo centro, operativo da otto mesi, si distingue per la sua capacità di accogliere utenti con situazioni particolarmente critiche, impossibili da gestire a livello ambulatoriale.

“In otto mesi abbiamo avuto tra 60 e 70 ingressi, con una permanenza media di 15 giorni. Alcuni sono tornati più volte, dato che il centro è a bassa soglia, un luogo di accesso per chi si trova in gravi difficoltà”, spiega il direttore.

 

 

Aspetti positivi e criticità

 

Il dottor Spinnato sottolinea l’importanza del centro, ormai percepito come una “zattera” per coloro che stanno “affogando” nella dipendenza. Tuttavia, le criticità non mancano.

“La prima settimana è sempre la più difficile, con frequenti interruzioni del percorso. Ora la gestione è migliorata, ma la criticità più grande riguarda il ‘dopo’. Molte persone, dopo un mese di cura, immaginano una nuova vita, ma non tutti sono pronti ad affrontare un percorso comunitario. Chi ritorna sul territorio spesso non trova il supporto adeguato, con alti tassi di recidiva”, aggiunge.

Una situazione costantemente osservata e segnalata dai centri a bassa soglia e volontari attivi sul territorio da anni come Nino Rocca che in una precedente intervista aveva descritto le problematiche delle famiglie che vivono quotidianamente il dramma della tossicodipendenza dei loro figli e figlie in vari quartieri marginalizzati della città.

 

Emergenza crack a Palermo, Nino Rocca: “Servono ascolto e strutture adeguate, le famiglie sono in difficoltà” CLICCA PER IL VIDEO

 

Il profilo dell’assuntore di crack

 

Il crack, droga a basso costo, coinvolge principalmente persone provenienti da contesti di marginalità sociale o giovani senza grandi risorse economiche. Ne abbiamo parlato qualche mese fa con Alessandro, ragazzo palermitano, che ha conosciuto personalmente la dipendenza. Ci ha descritto il crack come “una droga democratica”: coinvolge ragazzi emarginati e professionisti di successo, semplici adolescenti e padri di famiglia.

Tuttavia, come evidenzia Spinnato, “anche soggetti di famiglie normali, senza particolari forme di disagio, possono essere coinvolti. Il crack marginalizza rapidamente: l’uso diventa quotidiano, anche fino a 15-20 volte al giorno, e le persone si allontanano dal loro contesto abituale, spesso finendo per vivere per strada. Il range d’età più colpito va dai 20 ai 30 anni, anche se si osservano casi di minori, con un primo contatto con la droga già dai 12-13 anni”.

 

L’impatto della pandemia

 

La pandemia ha influito pesantemente sul contrasto alle dipendenze, ma non a causa di una riduzione dei servizi, che sono rimasti attivi durante il periodo di restrizioni. “Sono diminuite le richieste perché le persone uscivano meno. Tuttavia, al termine della pandemia si è osservato un aumento esponenziale delle domande, tanto che inizialmente si pensava fosse un effetto di rimbalzo. “In realtà, l’aumento dei consumi era già in corso da tempo” dichiara Spinnato.

 

 

La nuova legge anti-crack e il futuro dei servizi

 

Assemblea regionale siciliana

Un passo avanti importante è rappresentato dalla recente approvazione della legge anti-crack in Sicilia, che norma finalmente alcuni interventi e stabilizza le strutture a bassa soglia. “Grazie a questa legge, le nostre strutture non dipenderanno più da progetti sperimentali, ma saranno messe a sistema e stabilizzate”, commenta Spinnato.

La regione ha stanziato fondi importanti per sostenere questi centri, che si aggiungono ai progetti di prevenzione finanziati a livello regionale.

 

 

 

Il ruolo centrale degli operatori

 

Unità mobili contro il crack

Infine, Spinnato sottolinea l’importanza degli operatori sanitari che, con competenze umane e professionali, sono il fulcro del percorso di cura. L’iter diagnostico e della terapia psicofarmacologica, però, è estremamente complesso se non vi è la volontà di uscire fuori dalla dipendenza. “Non abbiamo bisogno di strumentazione complessa, il nostro strumento principale è l’operatore. La relazione che riesce a instaurare con il paziente è l’elemento centrale della cura, più ancora dei farmaci”, conclude.

In un contesto difficile come quello delle dipendenze, il lavoro degli operatori e la continuità dei progetti di prevenzione restano le chiavi per affrontare un fenomeno che continua a crescere.

 

di Joska Arena e Samuele Arnone

 

 

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