Mentre il governo regionale e quello nazionale stanno tentando di trovare la formula migliore per, da un lato, ricollocare gli ex sportellisti, e, dall’altro, potenziare l’organico dei Centri per l’impiego, in vista dell’erogazione del reddito di cittadinanza, è scoppiata una vera e propria guerra tra i lavoratori. I dipendenti dei Centri vedono questa operazione come una minaccia alle richieste che da tempo avanzano all’amministrazione regionale sull’adeguamento della loro posizione contrattuale. Molti, infatti, pur essendo inquadrati nelle categorie più basse, A e B, svolgono mansioni di categoria superiore, C e D, senza per questo percepire stipendi e indennità adeguati. Hanno, quindi, il timore che l’arrivo degli ex sportellisti possa vanificare anni di battaglie.
Inoltre i loro sindacati più rappresentativi Cobas-Codir, Sadirs e Siad hanno più volte fatto muro contro questa ipotesi, ritenendo “congrua e qualificata la dotazione organica del personale di tutti i Centri per l’impiego della Sicilia”. Una posizione dura che ha spinto gli ex sportellisti a rispondere con una lettera aperta nella quale spiegano che la loro vertenza “non sfiora in alcun modo la vostra battaglia per il rinnovo del contratto di lavoro e la legittima richiesta di progressione di carriera. È indubbio – scrivono gli ex sportellisti – che non avete nulla da temere da una ipotetica assunzione attraverso selezione degli esperti in politiche attive del lavoro ex sportelli multifunzionali, che peraltro assolverebbe anche ad una legge regionale”.
Per gli ex sportellisti non esiste nessun problema neanche dal punto di vista economico, visto che la ricollocazione dovrebbe essere finanziata con risorse statali e non intaccherebbe quelle regionali dedicate ai 1.737 dipendenti dei Centri dell’Isola. “È un progetto di riforma nazionale – spiegano – che vedrà nuove assunzioni e il coinvolgimento di tutti in una seria riqualificazione delle competenze, che faranno parte della annunciata riforma e che saranno finanziate con risorse nazionali. In Sicilia il rapporto tra disoccupati e addetti è già di 3000 unità, figuriamoci appena andrà a regime il reddito di cittadinanza”.
Nei prossimi giorni, secondo quanto comunicato ieri dai sindacati autonomi, il governo nazionale incontrerà i vertici del dipartimento regionale del lavoro per valutare l’impatto che le norme sul reddito di cittadinanza possono avere. Un incontro al quale hanno chiesto di partecipare per capire quali saranno i prossimi passaggi e ribadire le proprie aspettative.