Un anno fa, il 13 giugno, poco prima di mezzanotte, Federico Basile festeggiava a Piazza Duomo l’elezione al primo turno, con il 45, 6%. Di lì a poco avrebbe anche ottenuto il premio di maggioranza in consiglio comunale (QUI)
Un anno dopo “spegne” la sua prima candelina da sindaco (l’insediamento è avvenuto il 19 giugno), con la soddisfazione di una serie di risultati ma il retrogusto amaro di una maggioranza bulgara che in Aula non c’è più (QUI). Proprio in queste ore infatti il clima è rovente sulle elezioni del presidente, del vice e del vicario.
Mentre Basile traccia il bilancio di un anno, centinaia di candidati stanno svolgendo (dal 31 maggio) le prove per una raffica di concorsi, oltre 300, per posti a tempo indeterminato al Comune. Concorsi che tornano a Palazzo Zanca dopo 30 anni (QUI) Il tutto in tempi record ed è solo la prima fase perché entro fine anno saranno banditi altri 200 posti. Nel frattempo si assume anche nelle partecipate. I concorsi per Palazzo Zanca peraltro sono stati banditi a inizio gennaio e già sono in corso sia le pre selettive che le prime prove scritte. Già solo questo risultato è un gol per il primo anno del sindaco che continua a ripetere di aver potuto realizzare tanto solo perché Cateno De Luca e la sua giunta (che ha ereditato in toto), hanno seminato dal 2018 in poi.
In continuità con l’ex amministrazione sono stati avviati cantieri a tappeto, sia per i parcheggi a pagamento (un po’ in ogni dove), sia per rendering, nonché per pista ciclabile, scuole (46 quelle interessate ai lavori), strade, forestazione urbana. Un mezzo miracolo riguarda l’isola pedonale nel viale San Martino, perché seppure in queste settimane è in atto una marcia indietro (è solo nei week end) nessuna amministrazione è mai riuscita nel mantenere in vigore la pedonalizzazione del centro oltre il 6 gennaio. La giunta Basile ha firmato più proroghe fino a fine maggio, salvo poi per l’appunto temporaneamente fare un passo indietro sperimentale per le proteste di alcuni commercianti del tratto interessato. A fine mese si saprà se Basile vuol osare fino in fondo e renderla definitiva o lasciarla “part time” cedendo a chi in realtà cammina a ritroso nel tempo.
Ci sono poi le risorse in arrivo e altre già arrivate dai fondi Pon Metro, Pnrr, ForestaMe ed una macchina che si è messa in moto per accelerare.
Un altro risultato è il brand Messina città degli eventi e già in questi mesi estivi gli appuntamenti sono di livello internazionale.
Nota stonata il Piano di riequilibrio ancora all’attenzione, con tanto di criticità, alla Corte dei Conti che ha trasmesso una serie di rilievi all’amministrazione che dovrà rispondere nell’udienza di metà luglio. Basile si dice sereno ma la spada di Damocle su Palazzo Zanca è un’ombra che ancora pesa.
Quanto alla giunta, che ha ereditato in blocco da De Luca, strada facendo è cambiata. Dafne Musolino e Francesco Gallo sono diventati parlamentari e hanno lasciato il posto a Massimo Finocchiaro (diventato l’uomo della città degli eventi) e Roberto Cicala, mentre Carlotta Previti si è dimessa ma non è stata ancora sostituita.
L’uomo in più è sicuramente Salvo Puccio, direttore generale che ha dato il valore aggiunto manageriale e organizzativo. Delle partecipate sicuramente quella che ha messo la freccia è l’Atm, presieduta da Giuseppe Campagna. Le nuvole sopra Palazzo Zanca ad un anno di distanza dall’elezione riguardano la tenuta della maggioranza dopo la rottura dell’alleanza con Prima l’Italia-Lega di Nino Germanà e gli addii di ormai ex deluchiani. La presidenza del consiglio comunale lasciata da Cateno De Luca che è diventato sindaco di Taormina, pur rimasta tra polemiche e tattiche in mano ai deluchiani è al centro di una richiesta di parere alla Regione e di un possibile ricorso al Tar. Le acque non sono particolarmente tranquille ma Federico Basile, caratterialmente l’opposto di De Luca, preferisce essere un maratoneta. Per lui il bilancio di un anno è positivo e ribadisce che ha continuato quel che altri hanno iniziato. Più difficile sarà mantenere posizione in equilibrio sulla questione Ponte sullo Stretto, mentre De Luca lancia missili terra aria contro Salvini e invece lui, da sindaco, preferirebbe toni più cauti tali da rendere meno ardua la richiesta di essere maggiormente coinvolto nelle scelte. Soprattutto dopo la rottura dell’alleanza con Germanà.