“Ho depositato stamane una interrogazione (CLICCA QUI) per fare chiarezza sulla discutibile campagna di comunicazione di Amat“ così il capogruppo di Azione e componente della segreteria nazionale Fabrizio Ferrandelli.
“Non discuto del contenuto, ma nella modalità di rappresentazione che sta dividendo l’opinione pubblica. L’AMAT è da tempo in difficoltà economico-finanziaria derivante dalla fragilità del bilancio. Pertanto è necessario conoscere la valutazione circa l’opportunità di spendere denaro pubblico per fini pubblicitari. Inoltre – incalza Ferrandelli – grazie alla prevalenza comunicativa dei social, sarebbe stata più incisiva e sicuramente meno dispendiosa una campagna pubblicitaria incentrata sulla diffusione del messaggio su questi canali, ormai ampiamente utilizzati dalla cittadinanza di ogni età ed invece registro l’assenza di fatto dell’Amat (Facebook, Instagram, Twitter etc)”.
“Ho chiesto al Sindaco di sapere se la campagna di comunicazione è stata sviluppata all’interno dell’Azienda stessa o se è stata commissionata ad una ditta esterna, e qualora così fosse di conoscerne identità e ragione sociale nonchè l’entità della spesa affrontata anche per l’affissione della cartellonistica in tutta la città. In modo provocatorio abbiamo voluto inserire anche la richiesta di quantizzazione della cifra da sostenere per la potenziale installazione di verificatori elettronici di bordo di cui si potrebbe dotare il parco mezzi. Forse una misura più efficace rispetto a questa campagna” conclude Ferrandelli.
“L’Amat versa da tempo in difficoltà economiche e finanziarie – si legge nell’interrogazione – derivanti dalla fragilità del bilancio dell’Azienda e pertanto si rende necessario conoscere la valutazione circa l’opportunità di spendere denaro pubblico per fini pubblicitari”. Il gruppo di Azione, insieme a Progetto Palermo, i consiglieri del Pd Rosario Arcoleo e Fabio Giambrone, suggeriscono che grazie “alla prevalenza comunicativa dei social, sarebbe stata più incisiva, e sicuramente meno dispendiosa, una campagna pubblicitaria incentrata sulla diffusione del messaggio su questi canali, ormai ampiamente utilizzati dalla cittadinanza di ogni età”. Secondo i firmatari l’Amat è assente su Facebook, Instagram e Twitter. I firmatari sottolineano che “tale campagna, sicuramente discutibile non nel contenuto ma nella modalità di rappresentazione, sta dividendo l’opinione pubblica“.