È partito oggi all’Ars, l’iter legislativo sul suicidio medicalmente assistito. È stato incardinato oggi in commissione Salute il ddl del M5s, a prima firma di Luigi Sunseri, che mira a regolamentare il fine vita, concedendo a chi si trova vittima di indicibili e insopportabili sofferenze, a causa di patologie irreversibili, la possibilità di porre fine alla propria vita con l’ausilio dell’assistenza di una struttura pubblica sanitaria.
Assieme a quello di Sunseri, scelto come testo base, è stato incardinato anche un disegno di legge del Pd, presentato alla commissione quasi un anno dopo quello del Movimento.
“Questo disegno di legge – commenta Sunseri – mira a garantire a tutti i cittadini il diritto di scegliere, nel rispetto delle indicazioni della Corte Costituzionale. Non si tratta di imporre, ma di riconoscere la libertà di chi, in condizioni di sofferenza insopportabile, vuole decidere con dignità del proprio destino. Il mese scorso, la Toscana è diventata la prima e unica regione italiana ad aver approvato una legge sul suicidio medicalmente assistito. Seguendo questo esempio, auspichiamo che anche in Sicilia si possa garantire un diritto equo per tutti, raggiungendo l’obiettivo dell’approvazione del disegno di legge in Assemblea. Mi auguro, inoltre, che questa proposta venga sostenuta da tutto il Parlamento siciliano in modo trasversale, al di là delle appartenenze politiche”.
“Sette persone su dieci – conclude Sunseri – sono favorevoli all’eutanasia, ma la questione del fine vita continua ad alimentare accesi dibattiti sulla pelle di chi soffre. L’Assemblea Regionale Siciliana può approvarlo. Siamo davanti ad un diritto riconosciuto ma non garantito”.
Il disegno di legge all’esame della Commissione si inserisce nel quadro normativo definito da due recenti sentenze (n. 242/2019 e n. 135/2024) della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto, in presenza di determinate condizioni (patologie irreversibili, sofferenze intollerabili, sostegno vitale e piena capacità di autodeterminazione), la possibilità per una persona malata di accedere al suicidio medicalmente assistito, senza che ciò configuri reato.