Il Consiglio comunale di Taormina “congela” l’approvazione del nuovo schema di statuto della Fondazione Taormina Arte Sicilia. La proposta di delibera riguardante l’atto nel quale si prende atto, in particolare, del nuovo assetto dell’ente dopo la fuoriuscita del Comune di Messina e dell’ex Provincia regionale di Messina, è stata infatti oggetto di una lunga discussione in aula nella Perla dello Ionio ma al termine del confronto, maggioranza ed opposizione hanno condiviso la volontà di rinviare la votazione per un ulteriore approfondimento. Il sindaco Mario Bolognari aveva sollecitato, nel suo intervento, un’adozione immediata dello statuto, i consiglieri invece hanno scelto di fare ulteriori riflessioni e si sono aggiornati ad una riunione in commissione consiliare che avverrà già nella giornata odierna alla presenza del commissario straordinario Bernardo Campo. L’argomento tornerà in aula la prossima settimana quando si dovrebbe stavolta deliberare il punto in questione. L’opposizione ha presentato 7 emendamenti allo schema.
Tra i punti oggetto di valutazioni, in particolare, gli equilibri nella composizione del CdA che non avrà più i due enti di Messina e ora prevede, oltre al sindaco (presidente dell’ente) 2 rappresentanti dell’assessorato al Turismo (uno dei quali vicepresidente), uno dall’assessorato ai Beni Culturali ed un componente che verrebbe fuori sulla base di una terna proposta dal sindaco e scelto dall’assessorato al Turismo (tra un esperto di cinema, uno di teatro e uno di musica). Il sovrintendente, a sua volta, parteciperebbe all’assemblea ma senza diritto di voto e qui ad emendamento si propone, invece, che si passi da 5 componenti del CdA a un totale di 7 e che si indichino 3 direttori artistici (uno per ogni sezione artistica).
Ma soprattutto è motivo di contestazione il nome della Fondazione ad oggi denominata “Taormina Arte Sicilia” e qui si vorrebbe chiedere che la dicitura definitiva sia quella singola di “Fondazione Taormina Arte”, come richiesto nel 2018 già dall’allora Consiglio comunale di Taormina.
“Se noi cambiamo lo statuto, a quel punto si riaprirebbe l’iter e si perderebbe altro tempo prezioso – ha detto il sindaco Bolognari – ma questa storia sta durando da parecchi anni. Ad oggi, se approviamo subito lo statuto mancherà soltanto l’approvazione finale della Regione con una delibera. Era già molto tardi nel 2018 quando si è approvato in Consiglio lo statuto a fronte di una legge che risale a 8 anni fa. Chiedo al Consiglio e lo invito a non perdere tempo con modifiche velleitarie, di scarso significato e che non porterebbero a nulla. Propongo di esitare lo statuto così com’è e faccio appello alla saggezza del Consiglio”.
“Prendiamo atto che Messina si è tirata fuori – ha dichiarato il consigliere di opposizione, Salvo Cilona – ma adesso che siamo rimasti Taormina e la Regione, perché la Fondazione deve chiamarsi “TaoArte Sicilia” anzichè TaoArte e basta? Oggi vengono fuori tante idee, anche interessanti dal punto di vista giuridico e non è sbagliato tornare ad un confronto serrato anche per essere tranquilli in futuro con la nostra coscienza. L’approfondimento va fatto, serve buon senso”. “Bisogna sistemare alcuni punti, non possiamo farci mettere premura. Non vogliamo bloccare lo statuto, anzi lo sentiamo come “nostro” perché a suo tempo è stato fatto un lavoro di squadra. Lo statuto lo abbiamo esitato nel 2018 ma i due anni non sono trascorsi per colpa nostra. Si deve stare attenti prima che il Consiglio si pronunci”, ha detto il consigliere di opposizione, Antonio D’Aveni.
“La forma abbreviata del nome – ha detto il presidente della Prima Commissione, il consigliere di maggioranza Salvo Brocato – non è essenziale e sembra quasi una sciocchezza ma è stato fatto un ragionamento: ipotizziamo una campagna pubblicitaria che ad esempio venga fatto in Cina, con acronimi e abbreviazioni, e potrebbe essere fatta con “TaoArte Sicilia”, ma lì chi lo legge noterebbe a quel punto la parola “Sicilia” mentre il nome della città non uscirebbe. A Taormina sappiamo che TaoArte sta per Taormina Arte, in Cina non è la stessa cosa. Forse è un refuso ma va verificato”. “Non possiamo rallentare l’iter e concordo con il sindaco che si rischia di non dare modo alla fondazione di essere operativa nel più breve tempo possibile, bisogna dare una forma di organizzazione definitiva all’ente”, ha sollecitato il consigliere di maggioranza Piero Benigni.