Sulla “formazione professionale” siciliana arriva il monito del Presidente Crocetta. In sintesi, è questo il pensiero del governatore: il ricorso ad assunzioni di personale esterno all’albo dei formatori è l’eccezione, possibile solo nei casi in cui la professionalità richiesta non sia presente in quello stesso albo. “Stop a logiche clientelari di massa che non sono più accettabili“, è il diktat di Crocetta.
Sono ore calde sul fronte della Formazione professionale siciliana. E dopo le polemiche dei sindacati, il governo ha puntualizzato la sua posizione.
“Voglio ricordare agli enti di formazione, che le risorse finanziarie che loro gestiscono, sono pubbliche – ha scritto in una nota Crocetta – ed è compito della Regione difendere i lavoratori, come prevede l’assetto costituzionale del Paese“.
“I bandi sono legge speciale e come tali vanno applicati. Chi non vuole rispettarli, perderà l’accreditamento e, i lavoratori, saranno assorbiti dagli enti che si aggiudicano i corsi. Su questo non transigeremo, – continua il presidente – alcuni enti hanno deciso di far esplodere la questione sociale, danneggiando fortemente i lavoratori, ma non lo consentiremo. La nostra battaglia negli ultimi quattro anni è sempre stata quella di difendere i lavoratori della formazione ma non coloro che pensano che la formazione sia un affare privato. Si può ricorrere ad assunzioni di personale esterno, solo nei casi eccezionali in cui la professionalità richiesta, non sia presente all’interno dell’albo dei formatori, prerogativa quest’ultima che si restringe a pochissimi casi. Voler assumere massicciamente dall’esterno, vuol dire aprire a logiche clientelari di massa, ampiamente applicate nel passato, che non sono più accettabili. Non faremo sconti a nessuno sulle spalle dei lavoratori“, ha concluso Crocetta.