A due mesi esatti dal G7, il Consiglio di Stato, capovolge l’esito della sentenza del Tar sul bando Consip per il sistema di accreditamento e controllo di tutti gli addetti ai lavori che prenderanno parte al summit internazionale dei Capi di Stato e di Governo il prossimo 26 e 27 maggio. Accolto l’appello presentato dalla società After, arrivata seconda dopo “Schema 31” nella procedura in oggetto. Secondo i giudici della V sezione “per un evento di portata internazionale come il G7 è necessario che i servizi connessi siano forniti e quindi affidati a soggetti che hanno comprovata esperienza tecnica di settore”. Nel caso specifico, la ricorrente ha gestito analoghi servizi anche ad Expo 2015.
Per l’affidamento dei servizi di accreditamento e di controllo accessi al G7, la Presidenza del Consiglio aveva bandito una procedura aperta, gestita da Consip, con una base d’asta 600mila euro. After, arrivata seconda, ha fatto ricorso al Tar, lo ha perso e ha presentato appello al Consiglio di Stato, che prima, l’11 febbraio, ha sospeso tutto in via d’urgenza, e che adesso ha deciso in via definitiva. Il Tar aveva respinto il ricorso di After affermando, in sintesi, che Schema 31 aveva un’esperienza pregressa nel ramo oggetto del bando non del tutto coincidente con quanto richiesto, ma tale da poter “rientrare nella consolidata nozione di ‘servizi analoghi“. Il Consiglio di Stato, invece, ha ritenuto che il bando indichi una precisa specificità vista anche la portata dell’evento.
“Le concrete modalità di organizzazione ed espletamento del servizio di accreditamento di un evento internazionale di massima importanza diplomatica e politica qual è il G7” – si legge nella sentenza della V sezione – “non consentono di assumere che detto servizio possa considerarsi senz’altro assimilabile, anche per complessità, a un accredito generico per eventi di altro e ben inferiore livello”. Palazzo Chigi ieri mattina aveva assicurato che tutte le procedure relative al G7 saranno espletate in tempo. “La Presidenza del Consiglio – si legge in una nota – conferma che il programma relativo alla fase preparatoria del vertice sarà espletato entro i termini, senza ritardo alcuno. Le gare si sono svolte senza procedure in deroga, così come le altre già espletate”.
Si potrebbe maliziosamente dire che Palazzo Chigi e il Consiglio di Stato risponde, perché nelle stesse ore è arrivata una precisazione da parte del Governo e anche il pronunciamento del Consiglio di Stato che si temeva sarebbe arrivato soltanto tra qualche settimana.“La presidenza del Consiglio conferma che tutte le procedure preparatorie in vista del G7 di Taormina del 26 e 27 maggio saranno espletate entro i termini, senza ritardo alcuno”. E il breve comunicato con cui la Presidenza del Consiglio aveva preso sulla querelle che ha tenuto in scacco la macchina organizzativa.
La questione riguarda, in buona sostanza, circa 10 mila partecipanti, politici, diplomatici e relative moglie, le 35 delegazioni attese in Sicilia e 10 mila giornalisti ed altrettanti residenti. Prima ancora di cominciare, il vertice dei sette grandi ha corso il rischio di arenarsi in un’aula di tribunale.
La vicenda di cui si parla è di non poco conto perché richiama l’espletamento delle “grandi manovre” per organizzare il sistema di ingressi, attraverso i badge e i relativi chip elettronici. Gli altri tre bandi sono stati appaltati ma questo è il lotto chiave, quello che rappresenta l’asse portante della macchina organizzativa perché regola e disciplina gli accessi al G7. I numeri sono chiari ed eloquenti: andranno registrate e controllate circa 20 mila persone che parteciperanno al vertice a vario titolo: dai fotografi ai consiglieri dei capi di Stato, sino ai cuochi; da chi è coinvolto nel programma delle spose (al G7 dell’Aquila erano più di 200 persone) agli autisti (circa 800). E ci sono poi anche le persone, in questo caso normali cittadini, che avranno bisogno di un badge in quanto residenti nella zona rossa di Taormina. Si parla cioè di circa 10 mila abitanti che risiedono nella Perla dello Ionio e necessitano del fatidico pass per non rischiare di dover restare chiusi in casa.
La gara in oggetto a base d’asta di 600 mila euro, è stata assegnata con un ribasso di circa il 38% ad un’azienda di Roma, la “Schema 31”. E qui è scoppiato il putiferio, sino al ribaltamento della situazione che è storia di queste ore.
Ora che il Consiglio di Stato si è pronunciato ci sarà da fare in fretta per avviare operazioni che andranno evidentemente predisposte in maniera rapida, visto che i primi eventi di secondo piano del G7 anch’essi rientranti nel bando di gara, incombono ed anzi sono alle porte: il 9 e 10 aprile a Roma, 10 e 11 aprile a Lucca. Dal momento in cui verrà firmato il contratto con la ditta aggiudicataria occorreranno 3 settimane per mettere a punto il sistema informatico di accreditamento ed avviarlo.