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Il sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Giuseppe Forlani, il segretario dell’Anpi Angelo Ficarra e i vertici delle Forze dell’ordine hanno partecipato questa mattina al momento di riflessione dedicato alle vittime del nazifascismo nell’ambito della Giornata della Memoria.
Per il Comune era presente anche l’assessore alle CulturE, Mario Zito, insieme al questore Leopoldo Laricchia, al comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Antonio Quintavalle Cecere, ai vertici della Dia palermitana, Filippo Fruttini e Paolo Azzarone, ufficiali e sottufficiali dei Carabinieri e della Polizia municipale.
L’iniziativa, promossa dal giornalista Leone Zingales, si è svolta in via Messina Marine, davanti al “Vagone della Memoria“, un vagone di un modello simile a quelli utilizzati per il trasporto dei deportati nei campi di sterminio nazisti, dove è stato osservato un minuto di silenzio.
Il sindaco Orlando, nel suo intervento, ha dichiarato che “Palermo, città dei diritti, non dimentica. Oggi l’Amministrazione comunale ha ricordato il genocidio nazifascista davanti al vagone della memoria, nel Giorno della Memoria. Il ricordo va alla nostra Carta costituzionale democratica che è strumento fondamentale per evitare il ripetersi di tali violenze. La Shoah fu l’ennesima persecuzione contro il popolo ebraico, ma fu anche la persecuzione contro coloro i quali sentivano il bisogno di esprimere liberamente le proprie opinioni e di decidere come vivere la propria vita. Credo sia questo il messaggio, attuale più che mai, di uno dei periodi più tragici della storia dell’umanità. Violenze e orrori che, però, si ripetono ogni giorno davanti ai nostri occhi. Questi vagoni, un tempo stipati di persone, ci rimandano ai barconi stipati di esseri umani. Persone che sono vittime di comportamenti criminali, di aguzzini e scafisti, ma con la copertura di Stati, di egoismi finanziari e meschinerie politiche. Oggi è un’occasione importante per esprimere fedeltà alla nostra Costituzione democratica e per dire basta a questa violenza consumata col volto dello Stato. In questo giorno voglio anche ricordare l’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli che nel suo ruolo ci ha ricordato come l’Europa avesse superato le frontiere che generano violenze, incomprensioni e guerre e come l’Unione europea potesse essere collegata all’esperienza della Rosa Bianca, alla lotta di resistenza al nazifascismo, portata avanti da un gruppo di giovani studenti di Monaco di Baviera in un periodo nel quale tutti erano asserviti alla violenza criminale di Hitler”.
Nel corso della cerimonia Leone Zingales ha ricordato le figure di tre siciliani che sono stati deportati: la professoressa Maria Di Gesù, l’operaio Liborio Baldanza (per i quali sono state posate due pietre d’inciampo a Palermo), e Giuseppina Panzica, la casalinga di Caltanissetta, moglie di un sottufficiale della Guardia di finanza in congedo, alla quale è stata intitolata una strada nel capoluogo nisseno.
E’ intervenuta, infine, la professoressa Daniela Di Francesca, pronipote di Maria Di Gesù, la quale ha raccontato alcuni aneddoti della docente-partigiana che, nel 1944, è stata deportata ad Auschwitz e a Ravensbruck e che è stata “liberata” dalle truppe sovietiche nella primavera del 1945.