Inutile la corsa contro il tempo da parte dei gruppi parlamentari all’Ars per approvare i documenti finanziari dopo la batosta ricevuta dalla Corte dei Conti in merito ai conti economici della Regione Siciliana. La commissione Bilancio è stata rinviata a lunedì prossimo “per assenza del documento contabile di assestamento del bilancio 2019 al rendiconto generale 2018”.
Domani 21 dicembre il Consiglio dei Ministri a Roma dovrebbe riunirsi e decidere se spalmare il disavanzo della Regione Siciliana, come richiede l’esecutivo isolano. La Regione, infatti, “dovrà trovare, e collocare nell’esercizio finanziario per il 2019, le coperture, pari a 1,103 miliardi di euro, del disavanzo”: è questo ciò che si legge nella relazione delle sezioni riunite della Corte dei conti. “L’esame comparato dei principali saldi risultanti dai documenti costituenti il ciclo del bilancio 2018 della Regione siciliana, dimostra l’inefficacia delle politiche pubbliche rispetto ai vincoli di riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione intrinseci al quadro normativo e ribaditi più volte”, c’è scritto nel documento stilato dalla Corte dei Conti settimane fa.
Dal Parlamento, dunque, potrebbe arrivare l’inserimento nel decreto Milleproroghe di una norma che autorizzerà la Sicilia a rateizzare il maxi disavanzo evitando i tagli a Comuni, enti regionali, imprese, precari e società sportive già messi neri su bianco. Se così sarà, dopo la ratifica del Capo dello Stato, la norma potrà entrare in vigore fra Natale e Capodanno.
Ma se il provvedimento non arrivasse si rischia di ritrovarsi con il tempo contato e la manovra ferma al palo. “Senza delibera di assestamento – affermano i deputati M5S all’Ars, Luigi Sunseri, Sergio Tancredi e Stefano Zito, componenti della commissione Bilancio di palazzo dei Normanni – del bilancio attuale da parte della giunta non possiamo discutere della parifica del rendiconto 2018, rimanendo in attesa della norma salva Sicilia da Roma. La commissione Bilancio ha preso atto della nostra proposta ed ha rinviato i l avori a lunedì, noi eravamo comunque pronti a lavorare pure domenica”.