Un’ombra si avvicina alle vetrate della finestra centrale della Basilica di San Pietro. Le tende di velluto rosso si aprono e il volto del nuovo Pontefice si presenta al mondo: è quello di Robert Francis Prevost, da oggi in avanti Papa Leone XIV.
L’americano agostiniano è stato scelto come 267º Pontefice della Chiesa cattolica. Poco prima, intorno alle 18:09, una fumata bianca ha sorpreso i centomila fedeli presenti, che, fissando il comignolo della Cappella Sistina, hanno innescato un’onda di felicità travolgente alla notizia dell’elezione: così la macchina vaticana ha preso il via.
Subito il neo eletto è passato al momento della vestizione nella Stanza delle Lacrime, per indossare i paramenti papali e mostrarsi finalmente ai fedeli di tutto il mondo. L’atteso Habemus Papam è stato pronunciato dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti alle 19:13, dalla loggia centrale della Basilica. Gli applausi e la gioia riempiono Piazza San Pietro, mentre tutti gli occhi del mondo sono ora diretti verso il nuovo Pontefice, che fa il suo ingresso davanti al tributo della folla che esulta: “Viva il Papa!”.
Un momento storico che segnerà il futuro della Chiesa, e che già dal primo discorso ha toccato il cuore dei presenti, rassicurando molti di coloro che temevano di perdere l’eredità di Francesco. Il discorso si è aperto con “La pace sia con tutti voi”, per poi proseguire con un messaggio deciso, rassicurante, pieno di speranza e amore per il prossimo:
“Vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore – ha proseguito il Papa – raggiungesse le vostre famiglie. A tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra, la pace sia con voi. Questa è la pace del Cristo risorto: una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti, incondizionatamente”.
Nato a Chicago il 14 settembre 1955, Prevost, 69 anni, appartiene all’Ordine agostiniano ed è vescovo in Perù. Già Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo, è stato soprattutto Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Ha svolto i primi studi teologici in Illinois e successivamente a Roma, presso l’Università Pontificia Angelicum, dove ha approfondito il Diritto Canonico. Ordinato sacerdote nel 1982, ha alternato periodi di missione in Perù a incarichi interni all’Ordine, tra cui quello di Priore Generale dal 2001 al 2013.
Nel suo primo discorso come Patriarca della Chiesa, ha ricordato Papa Francesco, suo predecessore. Proprio Bergoglio, nel 2014, lo aveva nominato Amministratore Apostolico di Chiclayo, e l’anno seguente Vescovo della stessa diocesi. La stima di Francesco per Prevost non è un mistero, confermata dalla sua rapida ascesa in Vaticano: nel gennaio 2023 è stato nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, succedendo al cardinale Marc Ouellet. In questo ruolo, ha avuto un’influenza decisiva nella selezione dei nuovi vescovi e nell’attuazione delle direttive di Papa Francesco per il futuro episcopato.
Infine, il 30 settembre 2023, è stato creato cardinale diacono di Santa Monica, sempre sotto il pontificato di Francesco.
L’elezione di questo Conclave giunge in un momento cruciale per la Chiesa, chiamata ad affrontare sfide profonde: dalla crisi delle vocazioni alla crescente secolarizzazione, dai conflitti internazionali alle emergenze sociali e ambientali. Prevost, con le sue parole, ha voluto rassicurare i fedeli, affrontando subito le grandi questioni del nostro tempo: “Dio ci vuole bene – afferma – . Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di lui come del ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri, a costruire i ponti: con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo, sempre in pace. Grazie a Papa Francesco”.
Così ha parlato Papa Leone XIV, dopo la Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi”, indicando una direzione chiara per la cristianità: creare insieme ai fedeli una Chiesa unita e missionaria, in cerca di pace e giustizia, che costruisca ponti e apra le braccia a tutti coloro che hanno bisogno di carità, dialogo e amore.