Se qualcuno pensa che l’abbandono di Toti da Forza Italia e la futura nascita di un movimento alleato con Salvini e Meloni, possa essere il nuovo punto di riferimento di Nello Musumeci e del suo “Diventerà Bellissima”, si sta sbagliando. Almeno per il momento.
Era nell’aria la scissione del partito di Silvio Berlusconi e proprio ieri l’esito finale è andato in atto. l’ottantatreenne che ha inventato Milano2, ha voglia di revival attraverso una nuova federazione dei moderati in salsa Pdl vecchio stile. L’annuncio del padre di Forza Italia di voler creare una nuova sigla politica, “Altra Italia” è un po’ il tentativo di ridare vita al centro moderato, ma ha lasciato sul campo le sue vittime eccellenti. Berlusconi non ha dato molti dettagli su cosa sarà, per ora: ha detto solo che dovrà fondarsi su valori liberali e cristiani e che rappresenterà quegli italiani che oggi non vanno a votare perché non si riconoscono in nessuna formazione politica tra quelle che si presentano alle urne.
Dopo l’annuncio, Berlusconi ha dato vita a un direttorio estromettendo Giovanni Toti, che senza troppi complimenti ha salutato ed è andato via: “La classe dirigente di Fi ha stufato, questa nonè la data in cui Toti lascia, oggi è il giorno in cui finisce Forza Italia ”.
Ma a quanto pare, per il movimento del governatore Musumeci, che stenta a trovare una collocazione politica a Roma, questo strappo di Forza Italia non è una tematica interessante: “Oramai la mission di diventerà Bellissima è quella di stare accanto al governatore Musumeci, ci misureremo sui risultati raggiunti dal governo e sicuramente i nostro obiettivo è quello di avere una Sicilia che possa contare di più sul panorama politico nazionale con un Sud più forte. Limitando il gap infrastrutturale che da anni si parla ma di fatto non è mai applicato”. Afferma il capogruppo dell’Ars di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò.
Storia diversa per tutti quei rappresentati politici siciliani che sono distanti dalle politiche di destra e trovano una buona collocazione nell’idea del leader Berlusconi. Ovviamente il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè e i suoi uomini saranno i primi a seguire le orme dell’ex Cavaliere.
In primis, i due assessori del governo Musumeci, Gaetano Armao e Roberto Lagalla, che accolgono caldamente l’idea di questo centro moderato: “Salutiamo con favore questo nuovo progetto politico”, afferma a ilSicilia.It, Roberto Lagalla: “Anche perché possono confluire realtà politiche diverse tra di loro ma con tematiche comuni”. Segue a ruota Armao: “Essendo uno sturziano non posso che condividere questo polo dei moderati”. Condivide questa logica anche Ester Bonafede, dirigente nazionale dell’Udc, ma tiene a precisare che “E’ importante stabilire i ruoli dei protagonisti di questo progetto”. Plaude alla scelta berlusconiana anche l’ex ministro e fondatore di “Cantiere popolare”, Saverio Romano.
Diversa la posizione di Vincenzo Figuccia, compagno di partito della Bonafede che si tiene largo al momento nel dare un giudizio: “Non mi interessa il nome del progetto ma la sostanza. Questa o l’altra Italia per me pari sono, purché si parli di più di Sicilia”.
Certi che sia qualcosa distante dai loro obiettivi e interessi politici sono gli altri alleati del centrodestra, in primis Fratelli di Italia, con in testa Salvo Pogliese che afferma “Oramai non è più un mio problema politico. Io ho fatto la mia scelta. E ad oggi ho avuto ragione”.