Una rinuncia irrevocabile al vitalizio e al diritto alla pensione è stata sottoscritta stamattina da tutti i 14 componenti del gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars.
I deputati pentastellati hanno anche presentato una proposta di modifica del regolamento interno per abolire i privilegi pensionistici attualmente percepiti dai parlamentari siciliani. Due provvedimenti per dire no ai privilegi di cui hanno goduto fino ad oggi i deputati che hanno percepito fino a poco tempo fa un trattamento economico in linea con quello del Senato.
Dopo 4 anni, sei mesi e un giorno ciascun parlamentare ha diritto al trattamento pensionistico con un minimo di 1.032 euro mensili a partire dai 65 anni di età. Dopo soli 5 anni di lavoro, dunque, una pensione di 1000 euro al mese che aumenta di circa il 50% se le legislature sono due. Il M5s oggi nel corso di una conferenza stampa all’Ars ha deciso di colpire alla base quello che è il sistema dei privilegi delle cariche pubbliche, difficilmente demolibile perchè strutturato dall’interno, dal consiglio di presidenza e non modificabile con il passaggio in Aula di proposte di legge.
Tutti i componenti del movimento all’Ars, 14 all’unanimità hanno oggi sottoscritto un documento riprodotto per esigenze di comunicazione in una gigantografia che prevede “la rinuncia all’accertamento del diritto alla pensione diretta e di reversibilità” che avviene tramite decreto del presidente dell’Ars, emanato da un deputato questore. Gli effetti di questa sottoscrizione, li spiega il loro portavoce, Giancarlo Cancelleri “sono stato impiegato di una ditta privata per 15 anni, sono parlamentare da 5 anni, quello che succedera al mio trattamento pensionistico è che si accumuleranno i contributi di 20 anni lavorativi e secondo la legge Fornero, applicata per la stragrande maggioranza di lavoratori, dovrò prestare servizio altri 20 anni per poter accedere alla pensione, come ogni cittadino normale, mentre oggi un deputato dopo soli 5 anni di legislatura percepirebbe a 65 anni già 1000 euro al mese”.
Non è da escludere, però, che la sottoscrizione della rinuncia al vitalizio, cosi come formulata, possa non avere valore giuridico e non è certo che se ne abbiano effetti. I pentastellati infatti non hanno rappresentanza nell’ufficio di presidenza dell’Ars, e pur avendo inoltrato lo scorso 29 marzo una proposta di modifica di questo regolamento al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, non hanno ottenuto alcuna risposta.
“Nessuno ha mai preso in considerazione la nostra proposta – ha detto Cancelleri – ma se il Movimento 5 Stelle conquisterà la guida di questa Regione sarà tra le prime cose che faremo”. Qualche novità emerge anche sul fronte dell’inchiesta firme false: “Se ci sarà un rinvio a giudizio non mi ricandido”. E’ quanto ha affermato stamattina Claudia La Rocca, parlamentare del M5s che si era autosospesa dal movimento in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta. Insieme a La Rocca anche Giorgio Ciaccio ha confermato ancora una volta di non voler riproporre una sua candidatura.
Secondo Giancarlo Cancelleri tra i nomi pentastellati più in vista per la candidatura alla presidenza della Regione “la notizia di un eventuale rinvio a giudizio degli esponenti grillini coinvolti dovrebbe arrivare tra il primo e il secondo turno delle amministrative”.