La curia di Nicosia ha aperto un’istruttoria per verificare la veridicità degli episodi di sudorazione della statua di San Filippo, avvenuti nella sacrestia della chiesa dell’abbazia di Agira.
Due sacerdoti stanno interrogando i fedeli che avrebbero filmato la statua mentre sudava. Anche la chiesa ortodossa, che venera lo stesso santo, è interessata al fenomeno.
Intanto, massimo riserbo sulla vicenda: né il vescovo né i sacerdoti hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione, mentre la sacrestia dove è custodita la statua del santo rimane chiusa al pubblico. “Non capisco il perché di tanto riserbo – dice il sindaco di Agira Maria Greco – Alcuni che hanno assistito alla lacrimazione avvenuta il 20 settembre scorso, avrebbero raccontato di altre due episodi avvenuti a fine luglio e inizio settembre”.
Secondo la tradizione narrata dal monaco Eusebio, Filippo fin da giovane si avvicinò alla fede cristiana. Trasferitosi a Roma, fu fatto sacerdote e ricevette l’incarico di recarsi in Sicilia. Si stabili prima in una grotta situata su un monte dell’attuale Sant’Angelo di Brolo, grotta che ancor oggi esiste. Poi, nell’antica città di Agyrium non lontana da Enna, ribattezzata poi Agira. Per Eusebio la lingua siriaca fu appresa dal sacerdote durante il periodo degli studi. Un’altra versione lo vuole nato in Siria verso l’anno ’40 e incaricato successivamente di recarsi in Sicilia per evangelizzare l’Isola.