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L'analisi dei dati

I lavori più richiesti, classifica delle città per opportunità e disoccupazione in Sicilia

venerdì 11 Agosto 2023
lavoro

Le statistiche pubblicate dal sito specializzato “AnnunciLavoro360.com” ad Agosto 2023 mostrano una netta predominanza di Milano, Roma e Bologna come province con il maggior numero di annunci di lavoro.

Milano guida la classifica con 30.889 annunci, seguita da Roma con 16.995 annunci e Bologna con 16.155 annunci. Interessante notare le mansioni più richieste nelle diverse province. A Milano, le figure professionali più richieste sono ingegneri, specialisti di marketing, contabili, esperti in economia e banca. A Roma e Bologna, oltre agli ingegneri, si cercano anche esperti in informatica e autisti.

lavoro disoccupazione sicilia

Le Classifica delle Province

Le province che invece presentano un minor numero di annunci sono Cagliari, Pescara, Siracusa, Potenza e Isernia. In queste aree, le mansioni più richieste variano dalle professioni legate al settore turistico e della ristorazione, come camerieri e baristi, a figure professionali come autisti e ingegneri.

Nella classifica delle 96 province italiane la situazione dei capoluoghi delle province siciliane (dati aggiornati al 1 agosto 2023) è desolante:

 

Classifica Province

Catania 31esima

Palermo 37esima

Messina 74esima

Ragusa 82esima

Trapani 83esima

Agrigento 87esima

Caltanissetta 88esima

Enna 91esima

Siracusa 94esima

Con due province su nove che si attestano a discreti numeri (Catania e Palermo) e tutte le altre nell’elenco delle ultime 15 province, un dato assolutamente negativo, che dimostra la mancanza di opportunità di lavoro per i residenti sul territorio e la carenza di offerta di lavoro a fronte di un’elevata disoccupazione.

Fonte dei dati:https://www.annuncilavoro360.com/classifica-completa-province-italiane  

 

La classifica delle Città

Le classifica delle 4984 città campionate dal report vede con il maggior numero di annunci sono Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Bresso, Cusano Milanino e Bollate, tutte in provincia di Milano. Al contrario, le città con il minor numero di annunci sono Bleggio Superiore, Roccaromana, Chies d’Alpago, Calliano e Tronzano Lago Maggiore.

Classifica Comuni

Per trovare i primi 5 comuni siciliani dobbiamo arrivare oltre i primi 500 posti,  tutti concentrati nella provincia di Catania con Misterbianco (546° posto), Catania (560° posto), Camporotondo Etneo (622° posto),Gravina di Catania (625° posto) e Sant’Agata li Battiati(631° posto).

Il capoluogo della regione, Palermo, si trova alla 656esima posizione.

Maglia nera tra i comuni siciliani troviamo due località del Palermitano come Trappeto (4961° posto) e Giardinello (4904° posto), Forza d’Angrò (4902° posto) nel Messinese, Gela (4897° posto) nel Nisseno e Trabia (4849° posto).

Fonte dei datihttps://www.annuncilavoro360.com/classifica-completa-comuni-italiani

 

 

La classifica delle Regioni

La Lombardia guida la classifica delle regioni con il maggior numero di annunci (84.179), seguita da Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana. Le regioni con meno annunci sono invece Basilicata, Molise, Trentino-Alto Adige, Sardegna e Umbria.

Classifica Regioni

La Sicilia si piazza a un lusinghiero settimo posto tra le regioni, quella più alta tra le regioni del Sud Italia, con un trend di mansioni più richieste quali il settore del marketing, autisti,  nella logistica, ingegneri e promoter,

 

Fonte dati: https://www.annuncilavoro360.com/classifica-completa-regioni-italiane

 

 

 

 

 

Il mercato del lavoro, le professioni più ricercate in Italia

Gli annunci più cercati riguardano lavori part-time, contratti a tempo determinato e a tempo pieno, consulenze e tirocini. I titoli di studio più richiesti sono il diploma di maturità, seguito dalla laurea, master, scuola dell’obbligo e dottorato.

Ingegnere Meccanico

Infine, le mansioni con più candidati richieste riguarda in particolare gli ingegneri meccanici ed informatici, gli autisti e figure nel campo economico e del marketing.

Una fetta importante del mercato del lavoro si rivolge anche a figure nell’ambito alimentare, abbigliamento/tessile/moda, turistico/alberghiero/ristorazione, commercio/grande distribuzione e della logistica. Le città con più candidati sono Roma, Palermo, Milano, Genova e Napoli.

In conclusione, le statistiche evidenziano una varietà di opportunità di lavoro in tutto il paese, con una particolare concentrazione nelle grandi città e nelle regioni del nord. Le figure professionali più richieste variano a seconda delle aree geografiche, ma c’è una costante domanda di ingegneri, specialisti di marketing, contabili e autisti.

Fonte dati: Lavoro in Italia, classifiche e statistiche 

 

Due report di Unioncamere tratteggiano la situazione sul mercato del lavoro (a breve e a lungo termine), sui profili lavorativi più richiesti nell’immediato e nei prossimi  5 anni.

Bollettino Excelsior Unioncamere

Secondo le stime del Bollettino mensile realizzato da Unioncamere e Anpal sono previste 293mila assunzioni ad agosto. Difficili da trovare oltre la metà dei profili che si occupano di installazione e manutenzione, progettazione e ricerca e sviluppo, sistemi informativi 

 

Ad agosto, l’industria nel suo complesso ricerca circa 84mila lavoratori e prevede 389mila assunzioni nel trimestre agosto-ottobre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di 56mila lavoratori nel mese e di 247mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica che ricercano 14mila lavoratori nel mese e 62mila nel trimestre, seguite dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (12mila nel mese e 40mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (10mila nel mese e 49mila nel trimestre). La domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni, poi, si attesta su circa 28mila assunzioni nel mese e circa 142mila assunzioni nel trimestre.

Sono invece 209mila i contratti di lavoro previsti dal settore dei servizi nel mese in corso e oltre 892mila nel trimestre agosto-ottobre. È il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego con quasi 62mila lavoratori ricercati nel mese e circa 200mila nel trimestre, seguito dal comparto dei servizi alle persone (poco meno di 38mila nel mese e circa 223mila nel trimestre), dal commercio (37mila nel mese e 162mila nel trimestre) e dai servizi operativi di supporto a imprese e persone (27mila nel mese e 106mila nel trimestre).

Aumenta su base annua la previsione per i contratti a tempo indeterminato (+6mila unità; +12,5%) sia quella per i contratti a termine e stagionali (+9mila; +6,3%), mentre diminuiscono i contratti di collaborazione occasionale e a partita IVA (-4mila; -24,9%) e i contratti in somministrazione (-3mila; -7,9%).

La difficoltà di reperimento conferma il dato dei mesi precedenti, attestandosi al 47,5% e le aree aziendali per le quali le imprese dichiarano di incontrare maggiori difficoltà a reperire personale sono quelle della installazione e manutenzione (il 64,2% dei profili è di difficile reperimento), della progettazione e Ricerca&Sviluppo (61,2%) e dei sistemi informativi (52,9%). Di riflesso, il Borsino delle professioni del Sistema Informativo Excelsior segnala, tra le professioni di più difficile reperimento, Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (il 72,8% è di difficile reperimento), Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,1%), Fabbri ferrai costruttori di utensili (70,1%), Tecnici in campo ingegneristico (69,3%), Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,8%) e Ingegneri (63,3%).

In aumento anche la domanda di lavoratori immigrati con 66mila ingressi programmati nel mese (+11mila rispetto allo stesso periodo del 2022), pari al 22,6% del totale contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (il 36,5% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi operativi di supporto a imprese e persone (35,7%), l’alimentare (27,0%), le costruzioni (26,3%) e la metallurgia (25,8%).

La pubblicazione sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027) presenta gli scenari di stima sugli andamenti del mercato del lavoro per il quinquennio, con l’obiettivo di fornire un contributo utile per l’orientamento, per la programmazione della formazione e per le politiche attive del lavoro.

Fonte dati: Bollettino Excelsior Unioncamere-Anpal Agosto 2023

 

I trend futuri del mercato del lavoro in Italia

Bollettino “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027)”

Il Sistema Informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere e dall’ANPAL – si colloca tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro. A partire dal 2010, il Sistema Informativo Excelsior fornisce anche previsioni sul fabbisogno occupazionale a medio termine (orizzonte quinquennale), tramite un modello econometrico multisettoriale e con un approccio analogo a quello seguito a livello europeo dal CEDEFOP. Attualmente le previsioni sono riferite al periodo 2023-2027.

Drop Mask cantieri, appalti, costruzioni, coronavirus,Nel quinquennio preso in considerazione, imprese e Pubblica Amministrazione avranno bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori, il 72% dei quali (2,7 milioni) sostituiranno gli occupati in uscita dal mercato del lavoro (la cosiddetta replacement demand). Il restante 28% della domanda rappresenterà l’entrata di nuovi lavoratori determinata dall’espansione economica che si tradurrà in una crescita dello stock occupazionale di oltre un milione di lavoratori (la cosiddetta expansion demand).

La pubblicazione stima anche quali sono le filiere economiche che presenteranno la maggiore dinamicità nei prossimi anni, anche grazie agli effetti del traino degli investimenti del PNRR. Commercio e turismo avranno un fabbisogno di oltre 750mila unità nel quinquennio, i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e la PA in senso stretto di circa 567mila unità, la filiera della “salute” richiederà 477mila occupati, quella “formazione e cultura” 436mila, “finanza e consulenza” quasi 430mila unità e “costruzioni e infrastrutture” 270mila unità. Si stima che su quattro filiere dovrebbe essere concentrato circa il 70% del flusso di occupati attivati grazie agli investimenti del PNRR: “costruzioni e infrastrutture” (21%), “turismo e commercio” (18%), “servizi avanzati” (16%) e “formazione e cultura” (13%).

 

L’analisi regionale dei fabbisogni occupazionali futuri.

La pubblicazione presenta per la prima volta in questa edizione una stima dei fabbisogni occupazionali futuri anche a livello regionale. L’analisi a livello regionale indica che la quota maggiore del fabbisogno occupazionale 2023-2027 riguarderà la Lombardia con oltre 714mila unità (pari al 19% del totale nazionale), seguita da Lazio (379mila unità), Veneto (346mila unità) ed Emilia Romagna (quasi 336mila unità). Osservando invece la dinamica (in termini di rapporto tra fabbisogno e attuale stock occupazionale), le prime posizioni sono occupate da Trentino Alto Adige, Sicilia e Friuli Venezia Giulia.

La Sicilia ha un fabbrisogno totale per il quinquennio 2023-2027 di 251.400 persone e copre il 6,6% di fabbrisogno complessivo dell’Italia, con un tasso di fabbrisogno del 3,5% che supera la media nazionale del 3,1%.

I risultati delle previsioni vanno analizzati tenendo conto anche degli interventi programmati nel PNRR per ridurre i divari regionali e valorizzare il Mezzogiorno, cui saranno destinati il 40% dei fondi. Considerando anche gli oltre 30 miliardi di euro del Fondo Complementare (FoC), circa 211 miliardi (dei 222 miliardi totali) sono imputabili a iniziative allocabili territorialmente, al netto quindi delle azioni di sistema, e le risorse destinate al Mezzogiorno ammontano a 86 miliardi, pari al 40,8% delle risorse allocabili territorialmente.

Soprattutto nella missione 5 finalizzata all’eliminazione proprio delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali, nella missione 3 per gli investimenti sulla rete ferroviaria, nella missione 4 per il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione e nella componente “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” della missione 6.

In particolare, in Sicilia sono previste importanti opere nei trasporti: l’investimento più grande riguarda l’Alta velocità sulla linea fra Palermo, Catania e Messina; mentre sono già programmati gli appalti per elettrificare la linea Palermo-Trapani e per il nodo di Catania.

 

Le assunzioni nella Pubblica Amministrazione (2023-2027)

Nel settore pubblico si prevede tra il 2023 e il 2027 un fabbisogno complessivo di 738mila unità, di cui il 92% sarà componente di replacement (pari a circa 676mila dipendenti), ovvero dovrà essere sostituito in 5 anni il 20,8% dello stock attuale dei dipendenti. Risulta quindi strategico investire sul reclutamento e sulla formazione dei dipendenti pubblici per ridurre gli effetti negativi che si ripercuoterebbero su tutto il Sistema Paese per la carenza di dipendenti e/o la mancanza di competenze adeguate.

La criticità evidenziata direttamente per la Pubblica Amministrazione, determinata dalle elevate necessità di sostituzione del personale, ha degli effetti indiretti che riguardano tutta l’economia in quanto la carenza di dipendenti pubblici e/o la mancanza di competenze adeguate incide sul funzionamento degli uffici pubblici, della pubblica sicurezza, della sanità e dell’istruzione, servizi essenziali anche per le attività dei settori privati e del contesto sociale in generale.

 

 

 

Il traino del PNRR per lo sviluppo delle competenze e di nuovi lavori nei prossimi anni.

I principali macro-trend (digitale, green e demografico) che stanno già cambiando il mercato del lavoro, nei prossimi anni avranno un impatto sempre più rilevante. La pubblicazione analizza anche quali saranno le richieste di competenze green e digitali nei prossimi anni, causate dalla doppia transizione tecnologica e ambientale, cercando di fornire un collegamento con i lavori del futuro che si svilupperanno a seguito dell’implementazione degli investimenti delle varie missioni del PNRR.

Quali saranno i titoli e gli indirizzi di studio più richiesti nei prossimi anni?

Si stima che tra il 2023 e il 2027 il 34,3% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale con un livello di formazione terziaria (universitaria o professionalizzante) e il 48,1% profili con un livello di formazione secondaria superiore di tipo tecnico-professionale. Confrontando domanda e offerta di lavoratori con una formazione terziaria emerge nel complesso un’offerta insufficiente a coprire le necessità del sistema economico per 9mila unità all’anno, con differenze significative tra i diversi ambiti di studio. Nel dettaglio, si prevede che risulterà più marcata la carenza di offerta di laureati nell’indirizzo medico-sanitario (mancheranno 12mila laureati ogni anno), in quello economico-statistico (8mila unità annue) e di lavoratori con un titolo terziario nelle discipline STEM (6mila unità annue). Considerando nell’insieme gli indirizzi della formazione secondaria di II grado tecnico professionale, si stima che l’attuale offerta formativa complessiva potrebbe riuscire a soddisfare solo il 60% della domanda potenziale nel prossimo quinquennio, con livelli di mismatch più critici per gli ambiti relativi a trasporti e logistica, costruzioni, sistema moda, meccatronica, meccanica ed energia.

I costi sociali ed economici del abbinamento domanda – offerta di lavoro.

Si stima che potrebbero crescere ulteriormente nel prossimo quinquiennio i costi del “dialogo” tra domanda e offerta di lavoro, infatti il ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari provoca rallentamenti nella creazione di valore aggiunto nei diversi settori economici. Per il solo 2022 Unioncamere ha stimato una perdita di valore aggiunto, causata dall’abbinamento tra domanda e offerta di lavoro, pari a circa 38 miliardi di euro, stima effettuata considerando una tempistica di difficoltà di reperimento compresa tra 2 e 12 mesi, sulla base di quanto rilevato mensilmente con l’indagine campionaria del Sistema informativo Excelsior.

Fonte dati: Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia 2023-2027

 

La disoccupazione giovanile: i NEET – dati Istat 

Una delle più gravi emergenze che riguarda il mondo del lavoro è quella dei NEET, ossia i giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione.

La fascia di età dei NEET a livello Europeo è generalmente compresa tra i 15 e i 29 anni ma a livello statistico il limite viene spesso ampliato fino ai 34 o 35 anni, se a questa età vivono ancora con i genitori. Generalmente il fenomeno sociale interessa la fascia di età compresa tra i 16 e i 35 anni (in quanto la scuola dell’obbligo arriva fino ai 16 anni). L’analisi ISTAT in Italia li rileva dai 15 ai 34 anni.

In Italia la misura del fenomeno ha raggiunto i primi posti tra gli Stati europei con una percentuale del 19% nel 2022, con un numero di NEET pari 5.725.000 a maggio 2023, secondo i dati ISTAT: sono 4.259.000 quelli della fascia d’età 15-24 anni e 1.466.000 quelli tra i 25 e i 34 anni.

La Sicilia, secondo i dati diffusi dall’Istat, è la regione con il peggior tasso anche raggiungendo il 32%, contro una già drammatica media italiana del 19%. Sono le regioni del Sud a segnare i numeri peggiori: poco dopo l’isola, ci sono la Campania, poco meno del 30%, e la Calabria, al 27%.

Fonte dati: Dati Istat – Neet

I dati siciliani mostrano il grado di emergenza se confrontati con i dati europei. L’Italia è infatti in fondo alla classifica dell’Unione Europea che comprende i 27 Stati dell’Unione, contro una media europea che si ferma all’11,7%. Secondo dati, aggiornati a maggio 2023, l’Italia è il Paese europeo con una percentuale di NEET tra i propri giovani, pari al 19%, seconda solo alla Romania (19,8%).

Fonte dati: Eurostat

 

 

 

 

Il fenomeno dei Neet, infatti, interessa in misura maggiore le ragazze (20,5%) e, soprattutto, i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9%) e gli stranieri (28,8%). In Sicilia, per esempio, quasi un terzo dei giovani tra i 15 e i 29 anni rientra nella categoria.

Il dato risulta inversamente proporzionale al titolo di studio: l’incidenza dei Neet è di circa il 20% tra i giovani diplomati o con al più la licenza media, mentre si ferma al 14% tra i laureati.

I numeri non sorridono ai giovani neanche per quanto riguarda la disoccupazione: la quota di giovani in cerca di lavoro da almeno 12 mesi risulta il triplo (8,8%) della media europea (2,8%), con un tasso di disoccupazione giovanile che si attesta al 18% (quasi 7 punti sopra quello medio in Ue).

Di un terzo dei Neet italiani è disoccupato, nella metà dei casi da almeno 12 mesi, con punte che arrivano fino al 62,5% al ​​Sud.

 

 

La disoccupazione giovanile è massima nel sud Europa: i dati Open Polis

In un report realizzato da Open Polis a maggio 2023, era ulteriormente emerso che sono i cittadini più giovani sono maggiormente esposti alla disoccupazione a livello europeo secondo i dati Eurostat. Mediamente parliamo dell’11,3% delle persone di meno di 29 anni, ma in molte regioni meridionali dell’Ue la cifra supera il 30%.

 I giovani sono più frequentemente disoccupati rispetto alla media, ovvero si ritrovano più spesso senza lavoro e alla ricerca di un impiego. Questo è dovuto in parte al fatto che hanno meno esperienza pregressa, tuttavia la difficoltà a trovare un impiego è essa stessa una condizione che impedisce loro di fare esperienza, oltre a essere un sintomo di una ridotta inclusività del mondo del lavoro.

Nel 2021 nell’Unione europea il tasso di disoccupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni era infatti 4,2 punti percentuali superiore rispetto alla media della popolazione (15-74 anni). Circa l’11,3% dei giovani (15-29 anni) in Ue è disoccupato (dati 2022).

 

La situazione è fortemente differenziata da stato a stato. A registrare i tassi più elevati sono i paesi dell’Europa meridionale, in particolare Grecia e Spagna, entrambe con cifre superiori al 20% (rispettivamente 24,3% e 22,4%). Al terzo posto si trova l’Italia con il 18%, ma è elevato anche il dato svedese (17%), che spicca in questo senso tra i paesi del nord Europa. In 13 stati membri invece la quota si attesta sotto il 10%. Particolarmente bassa in Repubblica Ceca (4,2%), Germania (5%) e Malta (5,9%).

Simile la classifica se si considera il divario, a livello di tasso di disoccupazione, tra giovani e popolazione generale. L’Italia supera da questo punto di vista la Spagna, posizionandosi al secondo posto dopo la Grecia come paese in cui i giovani risultano più penalizzati (la differenza tra i tassi è di 9,9 punti percentuali, mentre in Grecia è di 11,8). Anche in questo caso le ultime sono Germania (1,9 punti percentuali) e Repubblica Ceca (3).

 

Il tasso di disoccupazione giovanile nelle regioni Ue (2021)

Tassi di disoccupazione UE NUTS 2

I dati indicano la quota di giovani, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, che risultano disoccupati al momento della rilevazioni. Non sono disponibili i dati di alcune regioni tedesche e polacche.

La prima regione Ue per disoccupazione giovanile è l’exclave spagnola di Ceuta con il 42,4%. Seguono Thessalia (39,8%) e Sterada Ellada (36,5%), entrambe in Grecia, e Melilla in Spagna (36,1%). Al sesto e settimo posto si trovano due regioni italiane: la Campania e la Sicilia, entrambe con il 34%. I tassi più bassi si registrano invece in alcune regioni dell’Europa centrale, soprattutto in Repubblica Ceca e Ungheria, ma anche Polonia e Germania.

 

 

Erano senza lavoro circa quattro giovani su 10 in Sicilia, Campania e Calabria: uno dei dati peggiori in Ue. È quanto mostrano le statistiche Eurostat sul mercato del lavoro nel 2021.

I tassi di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni nelle tre regioni italiane erano tra i 10 più alti dell’Unione (rispettivamente 40%, 38% e 37%) ma in leggero calo dal 2020. Anche per quanto riguarda la media europea, che per i giovani nel 2021 toccava il 13%, Eurostat mostra una diminuzione della disoccupazione di 0,9 punti percentuali rispetto al 2020.

 

Ma Campania e Sicilia sono anche agli ultimi posti in Ue per occupazione degli adulti in generale, con una persona su cinque disoccupata nel 2021. Il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni era il 19% nelle due regioni italiane, in aumento rispetto al 2020 quando era il 18%. La media Ue è il 7%.

disoccupazionePeggiori di Campania e Sicilia soltanto le regioni spagnole di Ceuta (27%), isole Canarie (23%) e Andalusia (22%), la Macedonia occidentale in Grecia (20%) e altre due spagnole Melilla (20%) ed Estremadura (19%).

All’opposto, le italiane con i tassi di disoccupazione più bassi erano la Provincia autonoma di Bolzano (4%), il Veneto e la Provincia autonoma di Trento (entrambe al 5%).

 

 

Fonte dati: elaborazione openpolis su dati Eurostat

 

Gli effetti della pandemia sui lavoratori giovani

 

Il tasso di disoccupazione tra le persone di meno di 25 anni, in Italia e in Ue (tra aprile 2019 e marzo 2022)

L’Italia sembra inoltre aver subito maggiormente l’impatto della pandemia, registrando sbalzi più pronunciati, e nel complesso mostra un andamento più irregolare rispetto alla media. Si attesta al 33% il tasso di disoccupazione degli under 25 a gennaio del 2021.

Gennaio 2021 è stato il mese in cui la disoccupazione giovanile in Italia ha toccato il picco. Oltre che quello in cui lo scarto con la media dell’Unione ha raggiunto i livelli più elevati: 14,6 punti percentuali di differenza. Soprattutto nel corso del 2022 e in modo ancora più pronunciato nel 2023 tale differenza si è ridotta sempre di più. Nei mesi di agosto e dicembre del 2022 e a febbraio del 2023 è sceso sotto gli 8 punti percentuali.

 

 

 

Fonte dati: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/une_rt_m/default/table?lang=en

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