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Il 2017 è anno di elezioni. Gli scenari su Amministrative e Regionali

mercoledì 4 Gennaio 2017

Chi si aspetta qualcosa dalla politica si faccia avanti. Il 2017 sarà l’anno delle promesse, delle clientele, dei bandi con fondi europei per tutti i gusti e i palati e dei tentativi di aprire nuove maglie di precariato, come l’antipasto della legge appena varata dall’Assemblea siciliana che consente l’assunzione a tempo determinato di nuovo personale nel caso in cui nella pubblica amministrazione non ci siano le professionalità ricercate.

LIBERI CONSORZI – Il calendario elettorale è fitto: dalle amministrative alle politiche fino alle regionali, passando per le elezioni, di secondo livello, per la composizione degli organismi di comando dei Liberi consorzi, gli enti che hanno sostituito le vecchie Province regionali. Il grande circo è già in movimento. Alle spalle il referendum costituzionale, i partiti si sono calati immediatamente nel clima elettorale. Una campagna lunga un intero anno che ovviamente paralizzerà le istituzioni con buona pace dei cittadini che aspettano atti concreti contro una crisi che in Sicilia morde e non lascia scampo. Ma questa è la democrazia, dolcezza. E allora avanti tutta.

Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo. Foto di Francesco Bellina
Foto di Francesco Bellina

Si dovrebbe cominciare tra un mese in maniera soft, con i Liberi consorzi. Non voteranno i cittadini, ma i consiglieri dei comuni consorziati, come stabilito nella riforma che ha abolito il voto diretto. Da mesi gli enti sono in mano ai commissari, il cui mandato è stato prorogato più volte dal governo Crocetta. Si dovrebbe, dicevamo. Perché il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha chiesto alla Regione l’ennesimo rinvio. Che probabilmente sarà accordato. Motivo? Qualche mese dopo in decine di comuni siciliani si andrà al voto per il rinnovo di sindaci e consigli comunali, dunque, la tesi di Orlando, meglio celebrare le amministrative prima e poi pensare ai Liberi consorzi.

AMMINISTRATIVE – Per le comunali non c’è ancora una data, bisognerà attendere il decreto per i comizi elettorali. Il mese più probabile è marzo. Ma dipende pure dall’evoluzione del quadro nazionale, se si andrà al voto anticipato per le politiche allora le due elezioni potrebbero essere accorpate, anche se questo scenario non è affatto scontato per opportunismi politici. Palermo è il comune dove si stanno concentrando le maggiori attenzioni da parte dei partiti. I Cinquestelle hanno già la loro lista votata con le ‘comunarie’, a giorni sceglieranno, sempre on line, il candidato sindaco. In lizza ci sono Tiziana Di Pasquale, espressione dei ‘monaci’, il poliziotto Igor Gelarda, sostenuto dai ‘dissidenti’ e i tre esponenti del gruppo delle ‘colombe’ che si ritrovano nel nuovo meet-up ‘Palermo in movimento’ Giulia Argiroffi, Giancarlo Craparotta e Ugo Forello. Nel centrosinistra la situazione è più complicata. Leoluca Orlando non ha ancora ufficializzato la sua ricandidatura e il Pd si ritrova, come al solito, impantanato nelle faide tra correnti.

fgdz-v6gI ‘renziani’, che con Carmelo Miceli hanno in mano la segreteria provinciale, stanno cercando un nome spendibile che possa mettere d’accordo tutte le anime del partito: sondaggi sono stati fatti con l’avvocato Nino Caleca (in foto), la ‘pasionaria’ dem Rosy Pennino e il sottosegretario alle infrastrutture Simona Vicari del Ncd. Il profilo giusto, inoltre, dovrà tenere conto anche del gradimento degli alleati: Centristi per la Sicilia (gli ex Udc) e Sicilia Futura dell’ex ministro Totò Cardinale. Solo in questo scenario, spiegano fonti del Pd a ilSicilia.it, “si può pensare a sfidare Leoluca Orlando”. Altrimenti col sindaco uscente in campo è probabile che i democratici finiscano per sostenere il professore, ipotesi che piace alla corrente che fa capo al deputato Speranza e che non dispiace a bersaniani, cuperliani e giovani turchi. Se Orlando invece dovesse tirarsi fuori per scelte personali o per l’ambizione di cariche istituzionali più prestigiose, allora potrebbe entrare in pista Giuseppe Lupo, il leader di Areadem in Sicilia, da tempo vicino al professore e con le carte in regola in termini di consenso di potenziali elettori per poter ambire a vincere le elezioni.

Sul fronte opposto, quello del centrodestra, i due nomi caldi sono quelli dell’avvocato Francesco Greco, presidente dell’ordine forense di Palermo, e di Saverio Romano, leader dei ‘verdiniani’. Sembra invece tramontata l’ipotesi dell’appoggio a Fabrizio Ferrandelli, da almeno un anno in campagna elettorale, ormai fuori dal Pd (ha deciso di non rinnovare la tessera) e finora sostenuto da alcuni ex cuffariani. Attenzione però all’outsider Francesco Scoma, il parlamentare che rimane per il momento nelle retrovie ma con forti ambizioni per la poltrona di villa Niscemi.

 crocetta3REGIONALI – Scelte ed equilibri difficili nei partiti anche perché quella delle amministrative sarà solo la prima tappa. Se le politiche rimangono incerte – voto anticipato o scadenza naturale della legislatura al 2018 – la partita più complicata è quella delle regionali. Salvo un voto anticipato anche qui, si dovrebbe votare in autunno. Rosario Crocetta ha più volte annunciato che si ricandiderà e non ha intenzione di fare le primarie nel centrosinistra. Altrettanto netto è Davide Faraone, il delfino di Renzi nell’isola, che spinge per le primarie e soprattutto per un candidato di area. Il flop del referendum costituzionale ha un po’ frenato le sue ambizioni personali, ma il tempo per recuperare c’è. Ecco perché la candidatura di Faraone non si può considerare del tutto tramontata. Così come quella di Gianpiero D’Alia, il leader dei Centristi per la Sicilia, che mantiene al momento un profilo basso. Altro nome è quello del sindaco di Catania, Enzo Bianco, mentre in salita è Antonello Cracolici, pronto a misurarsi con le primarie del centrosinistra per la poltrona di Palazzo d’Orleans.

pictures_nello_musumeci_6Nel centrodestra si sta tentando a fatica di ricomporre la coalizione, ma pesano personalismi, ruggini e vecchi rancori. I nomi caldi sono quelli di Nello Musumeci (in foto), in campo con il suo movimento ‘DiventeràBellissima’, e di Salvo Pogliese, il parlamentare europeo di Forza Italia, il cui profilo piace a Silvio Berlusconi. Nella rosa ci sono pure l’eurodeputato Giovanni La Via e l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, pupilla di Gianfranco Miccichè, la cui credibilità tra gli azzurri è in discesa dopo aver sponsorizzato Stefano Parisi, mollato in malo modo da Berlusconi. Non è ancora chiara invece la strategia di Matteo Salvini che sta sondando il terreno del centrodestra con i suoi alfieri, Angelo Attaguile e Alessandro Pagano.

Il centro democratico di Tabacci il suo candidato l’ha lanciato: è l’ex rettore Roberto Lagalla. Un nome per tutte le stagioni e per tutti i gusti, molto vicino ai renziani di Faraone ma ben radicato anche nel centrodestra. I Cinquestelle dovrebbe celebrare le ‘regionarie’. In pole position c’è Giancarlo Cancelleri, che alle ultime regionali si piazzò dietro a Crocetta e Musumeci. Ma circolano altri nomi, come quelli di Valentina Zafarana e Stefano Zito, entrambi deputati regionali.

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