Il primo ostacolo verso l’elezione diretta delle Province è stato superato. La commissione Affari Istituzionali dell’Ars ha varato il disegno di legge, firmato dai cinque capigruppo di maggioranza a Sala d’Ercole e dal presidente della I Commissione Ignazio Abbate, che mira a dare la parola ai cittadini siciliani sulla prossima costituzione delle Giunte e dei Consigli Provinciali di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Adesso la palla passa alla commissione Bilancio, la quale dovrà fare una corsa contro il tempo per dare l’ok al testo entro i primi di novembre.
Sostituzione di articoli per superare gli oltre 600 emendamenti presentati
Chiave, nel passaggio in commissione, la strategia messa in campo dal deputato regionale della DC Ignazio Abbate, il quale ha presentato una serie di emendamenti sostitutivi al testo per fare decadere le oltre 600 proposte di modifica, molte delle quali tecniche. Atti che portavano soprattutto la firma di deputati del M5S e che avevano come obiettivo principale quello di rallentare il percorso di un testo che ha i tempi contingentati. Ciò anche alla luce delle priorità dettate dall’agenda del governatore Renato Schifani e relative alla variazione di bilancio prima e alla legge di stabilità poi. Missione, infine, riuscita in tarda mattinata. Sei i voti favorevoli, tre i contrari.
Ddl Province, ok dalla commissione Affari Istituzionali
Soddisfatto del risultato raggiunto il presidente della commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate. “Ringrazio i deputati di maggioranza ed opposizione che, al netto di oltre 600 emendamenti, hanno garantito un rapido passaggio del testo nella commissione di mia competenza“. Fra le principali novità introdotte dagli emendamenti in commissione c’è l’estensione del principio di rappresentanza di genere (40%) anche alle Giunte delle Città Metropolitane. Soglia prevista anche nella presentazione delle liste. Bocciato invece l’emendamento, a prima firma Sunseri (M5S) che puntava ad estendere il termine per le elezioni di secondo livello a tutta la fine di dicembre.
Le novità introdotte al testo, più rappresentanza di genere
Con riguardo al voto, la data buona per ridare la parola agli elettori sarà individuata nella primavera del 2025, fra marzo e giugno. Ciò se il testo riesce a concludere il proprio percorso, venendo così esitato dall’Assemblea Regionale Siciliana entro il termine ultimo previsto per la presentazione delle liste. Solo così si potrà fermare la macchina burocratica delle elezioni di secondo livello, al momento in programma per il 15 dicembre. Prima di arrivare a Sala d’Ercole però, il testo dovrà passare dalla commissione Bilancio la prossima settimana. Ciò per valutarne la fattibilità economico-finanziaria. Il primo ostacolo è stato superato, ma il tempo a disposizione stringe. E trovare un accordo che tenga alla botta dell’aula non è poi così scontato.