La bufera parte dalla corsia del Policlinico dove Cateno De Luca è ricoverato e resterà fino a fine settimana. Con un post il Cateno furioso detta la linea al sindaco di Messina Federico Basile: voglio sul tavolo le dimissioni di tutti gli assessori e dei cda delle partecipate. Tuona contro il coordinatore regionale Danilo Lo Giudice e accusa tutti di essersi imborghesiti. Ad un mese dalle Europee la linea è chiara e dopo le urne se gli esiti non saranno quelli sperati ci sarà il redde rationem.
BASILE OPERA PER CONTO MIO
“Ieri ne ho parlato con Federico Basile e oggi in nome e per conto mio sarà richiesta la consegna delle dimissioni di tutti i componenti delle partecipate e dei singoli assessori per aprire la fase già preannunciata da tempo di un naturale tagliando a due anni dall’ insediamento dell’Amministrazione del Sindaco Basile” scrive Cateno De Luca sebbene di questo tagliando, almeno pubblicamente nessuno ne aveva mai saputo nulla.
Oggi quindi toccherà a Basile dare seguito al diktat e, dopo aver cambiato idea sul Ponte dovrà anche chiedere le dimissioni della sua squadra.Ma la furia di Cateno non finisce a Palazzo Zanca. Già ieri a farne le spese era stato il deputato regionale Alessandro De Leo, espulso dal gruppo ScN all’Ars (QUI)
“Ho già fatto sapere al coordinatore regionale di sud chiama nord Danilo Lo Giudice che non sono contento del suo operato e non condivido l’andamento della campagna elettorale ed il lassismo che ho registrato tra tante figure istituzionali che oggi esistono grazie all’azione di Cateno De Luca e di Sud chiama Nord.Mi sono stancato di essere attorniato da amici ed amiche che ormai hanno assunto le sembianze dei parassiti che ti girano attorno quando tu sei presente ma quando giri le spalle si fanno i c….loro Gentaglia politica non ne voglio più al mio fianco e se qualche consigliere comunale intende stare a libro paga di qualche strano ambiente deve essere allontanato immediatamente dal partito perché contamina gli altri. Lo dico oggi da un letto di ospedale e con l’amarezza nel cuore di non sapere ancora come posso fare campagna elettorale, con la consapevolezza che non voglio più trovarmi in queste condizioni a causa di Satiri danzanti sul mio cadavere. Chi deve andare via da Sud chiama Nord vada via ora così potrà vendersi i propri voti al miglior offerente. Chi ha ruoli istituzionali e non ha intenzione di mettersi la maglietta della Libertà e fare campagna elettorale se ne vada via ora perché sono stufo degli scodinzolamenti e degli sculettamenti per mettersi in mostra mentre chi lavora nei sottoscala o dietro le quinte non viene valorizzato o, peggio ancora, mortificato e sbeffeggiato. Io sono diventato Cateno De Luca senza tutti “mezzi uomini e mezze donne” e se ho sbagliato nel consentire loro questa trasformazione e deriva chiedo scusa a loro e chiedo scusa ai miei elettori”.
E al post allega il video della sua vita intitolato: La vita di Cateno De Luca, detto libertà.
BASILE SMORZA I TONI
A cercare di smorzare i toni è lo stesso sindaco Basile secondo il quale quello di De Luca è stato “uno sprone a lavorare rispetto a un progetto politico nazionale che deve vedere tutti impegnarsi, ogni tanto è anche giusto avere una chiamata alle armi forte. Non è la prima strigliata di De Luca, lo fa per alzare l’asticella”
A commentare il diktat sono i consiglieri comunali Pd Felice Calabrò, Alessandro Russo e Antonella Russo: “Paradossale immaginare che eventuali dimissioni di Organi esecutivi possano dipendere da un diktat politico connesso alla scarsa partecipazione alla campagna elettorale del movimento Sud chiama Nord per le imminenti Europee, e non, invece, scaturire come naturale conseguenza della inefficace azione amministrativa, che – nel caso di specie – per molti dei destinatari coinvolti, è lapalissiana. E’ chiaro a tutti che l’On.le Cateno de Luca continua ad essere, oggi più di prima, il capo incontrastato, non solo di un movimento politico ma dell’intero governo della città. Riteniamo che le sorti amministrative di una città metropolitana, e ancor più in un momento così delicato per Messina, non possano dipendere da incoerenti ed incongrue valutazioni politiche, strettamente connesse alla vita di un movimento, peraltro non contraddistinto da un comune sentire ideale bensì dai desiderata dei singoli partecipanti.
Intanto fioccano i commenti. Palmira Mancuso (coordinatrice regionale di Più Europa): “Cateno De Luca detto libertà. La libertà di fare quello che dice lui. Il culto di Cateno ha raggiunto l’ apice: a lui non importano ruoli istituzionali, mandati parlamentari. “Io vi ho fatto e io vi distruggo. E chi non è con me è contro di me. E chi dalle istituzioni dove io l’ ho messo non fa campagna elettorale per me ( come invece fanno i più zelanti Basile e Calafiore) è contro di me”. E giù dimissioni per tutti. Ci meritiamo questo noi messinesi? Questa è la fine che fanno i partiti leaderistici. Non solo quello di Cateno. Noi sappiamo aspettare”