Dichiarazioni d’intenti inutili? Sì, almeno a giudicare dalle politiche concretamente messe in campo. E così, rischia di tramutarsi in una vuota dichiarazione di principi l’accordo raggiunto a Taormina fra i sette potenti in merito al terrorismo.
Infatti, mentre da un lato tutti si dicono d’accordo nel combattere l’Isis con ogni mezzo, il presidente Usa Donald Trump nei giorni scorsi ha stretto un’accordo con l’Arabia Saudita e gli altri Stati della Lega Araba, con il quale sostanzialmente raccontava al mondo un mucchio di frottole. E cioè che i principali Stati da cui provengono i terroristi sono l’Iran e la Siria di Assad. Ovviamente, omettendo di dire come – al contrario – sia Al Qaeda che l’Isis non c’entrino proprio nulla con Iran e Assad, ma siano nati in seno a quell’Islam sunnita di ispirazione wahabita, di cui l’arabia Saudita è proprio la culla. Sul perché lo abbia fatto sono solo supposizioni. Qualcuno dice che potrebbe essere “sotto ricatto” per le questioni legate al “Russia gate” e dunque, sia stato “costretto” a spostare l’asse della sua politica estera in direzione che fa comodo ai poteri consolidati. Vero? Falso? Chi vivrà vedrà…
E così, ieri i sette leader del G7 hanno firmato la dichiarazione contro il terrorismo dopo quello che è accaduto nei giorni scorsi a Manchester, incassando il grazie dell premier britannica Theresa May. Detto questo, tutto il resto è fuffa. Bella vacanza sicula.
Resta sospesa la questione centrale di questo vertice, quella dell’accordo di Parigi sul clima. La posizione di Macron è quella di essere esigente e convincente con Trump, che sul clima ha sposato com’è noto posizioni che fanno a pugni con la realtà di un pianeta sempre più inquinato, che necessita di politiche ambientali serie. Gli Usa, dal canto loro, vorrebbero continuare a inquinare, staremo a vedere che accade.
Altra storia quella sui migranti, dove è stato raggiunto un compromesso: si riconosce l’approccio globale al problema, anche a lungo periodo con il “coinvolgimento dei paesi di origine e la responsabilità condivisa”.
Restano centinaia di migliaia di disperati pronti a infilarsi in barcollanti carrette del mare pur di scappare dall’inferno dei loro Paesi d’origine, lo strapotere delle organizzazioni di trafficanti che fino ad ora nessuno ha combattuto e la situazione di caos politico, sociale ed economico in cui si trovano i Paesi da cui fuggono i migranti. Paesi, spesso devastati da guerre combattute con armi vendute dall’Occidente (in questo l’Italia ne sa qualcosa), che non ha e non avrà mai nessun interesse a contrastare il problema alla radice, e cioè rimuovendo le cause delle migrazioni. Garantendo condizioni vivibili nei Paesi d’origine.
Il G7 di Taormina si chiude oggi con un comunicato finale ‘snello’: solo 6 pagine contro le 30-40 che hanno caratterizzato finora le conclusioni dei precedenti vertici. Un comunicato, accompagnato da una dichiarazione, allegata, sulla lotta al terrorismo. Insomma, il nulla più assoluto.