La serie B è fatta di grinta, corsa, freschezza e caparbietà. La tecnica non basta. E il Frosinone di Alvini ha riportato alla memoria questi semplici e mai scontati e banali elementi essenziali che compongono la categoria cadetta. Nonostante l’ospite d’eccezione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seduto al fianco del presidente del club rosanero Dario Mirri, il Palermo non riesce ad andare oltre lo 0-0 contro i ciociari.
Il tecnico piacentino conferma in blocco l’undici titolare vincente alla prima stagionale contro la Reggiana. Rinnovata, contro i pronostici, la fiducia in Diakité, preferito ancora una volta su Peda. Obbligatorio invece il passaggio del testimone tra i pali. Esordio dunque in maglia rosanero per Joronen, che ha preso il posto dell’infortunato Bardi, che ha accusato un problema muscolare al piede destro in allenamento (CLICCA QUI). Esce invece dall’infermeria Gomes, non ancora al 100% e rimasto in panchina, dove figura anche una novità: Balaguss, portiere della Primavera giunto nel capoluogo siciliano da poche ore.
Il club di viale del Fante parte bene, sfoderando un convincente pressing, che porta i siciliani a conquistare, in meno di due minuti dal fischio di inizio, il primo corner della partita. Avvio timido invece per i ciociari, che dopo il passo falso ai nastri di partenza prendono sempre più confidenza con il manto erboso del Barbera, rivelandosi avversari ostici e ostinati.
Il primo brivido del match, al quinto minuti passa per la testa Segre, servito dalla parabola di Augello. ma la sfera sfila sul fondo, sfiorando di poco il primo palo. Il Frosinone ingrana con lo scorrere del cronometro, avvicinandosi pericolosamente alla corte di Joronen, costretto, dal ventesimo minuto di gioco, ad intervenire in più occasioni. Il finlandese, seppur con uscite e parate non del tutto pulite e precise, a causa della mancanza di una preparazione estiva adeguata, gestisce senza eccessiva fatica. La chance più ghiotta è quella di Koutsoupias, a circa metà frazione.
La compagine di Alvini, giovane e fresca, plasmata a sua immagine e somiglianza, si affida alla corsa, mentre i padroni di casa appaiono meno incisivi a ridosso dell’area di rigore gialloblù, “regalando” fin troppi palloni. Più distratta e generosa anche la retroguardia rosa, retta da Bani, comunque sopra la sufficienza, ma che, al contrario, contro gli emiliani, aveva dimostrato maggiore solidità e controllo. Meno fantasia anche dalle parti di Brunori e Gyasi, limitati dalle ottime chiusure degli ospiti, sempre attenti e ordinati. Emblema del freno a mano tirato dai rosanero la prestazione di Ranocchia, senza lode e senza infamia. Il numero 10 opta una posizione più arretrata e meno sbilanciata. Il sipario cala così sul primo tempo senza troppe emozioni sul finale.
Al rientro dagli spogliatoi, una volta prese le misure, il Palermo prende in mano le redini della sfida. A spezzare l’equilibrio è al cinquantesimo la sventagliata di Ceccaroni, dagli sviluppi di una rimessa laterale, ma il goffo tentativo termina altissimo sopra la traversa. Due minuti più tardi, però, Palmisani trema faccia a faccia con Pohjanpalo. La galoppata di Pierozzi, dopo l’elegante apertura di Ranocchia, sulla corsia di destra si conclude con un’ottima traiettoria in favore dell’attaccante, che in corsa non inquadra lo specchio della porta di un soffio. L’estremo difensore avversario, al sessantatreesimo, può tirare un sospiro anche sul tentativo defilato di Segre, che sorvola i pali ciociari.
pochi secondi dopo, Inzaghi prova a donare nuova verve alla propria squadra: fuori Brunori, dentro Le Douaron. L’atmosfera al Barbera si riscalda, anche in seguito alle scelte arbitrali. Spazio dunque per Palumbo e Gomes, rispettivamente al posto di Augello e Segre. L’uscita del numero 3 mischia le carte in campo, con Gyasi spostato sull’esterno mancino. Subito positivi gli impatti dei tre subentrati e la musica cambia, ma non basta per far girare la ruota nel verso giusto, nonostante anche il Frosinone inizi a sentire la stanchezza nelle gambe.
La formazione siciliana domina il finale e sfiora il vantaggio all’ottantesimo. Da sviluppi di calcio d’angolo Pohjanpalo stampa di testa il pallone sulla traversa, lasciando solo l’amaro in bocca e la porta ciociara tremare. Ultimo giro di sostituzioni a sette minuti dalla fine: fuori Pierozzi e Pohjanpalo, dentro Peda e Corona. Al termine dei cinque minuti di recupero arriva il triplice fischio: termina 0-0 al Renzo Barbera.