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Il paradosso dell’Elipista di Taormina: lo Stato contro se stesso in tribunale

mercoledì 18 Ottobre 2017
ELIPISTA DI CONTRADA PIANO PORTO

TAORMINA. “Kramer contro Kramer”, la riedizione del film Robert Benton sembra destinata ad andare in scena a Taormina, stavolta nelle aule di tribunale, per decidere a quale destino andrà incontro l’elipista del G7. Lo scontro è una ormai storia nota, da una parte la Soprintendenza di Messina che ritiene l’opera “abusiva” e “non conferme urbanisticamente”, e che di conseguenza ne ha richiesto lo smontaggio entro 60 giorni, dall’altra c’è la Presidenza del  Consiglio dei Ministri (attraverso l’Ufficio del Commissario per le Opere del G7) che ritiene l’opera legittima e ha già annunciato che farà ricorso al Tar contro le Belle Arti.

Tutto chiaro, tutto ben cristallizzato ma il vero paradosso a cui si sta per andare incontro è che in questo caso si profila una battaglia legale tra Stato contro Stato. Proprio così, perché a difendere la Soprintendenza sarà l’Avvocatura dello Stato, come pure all’Avvocatura dello Stato è stato conferito mandato per presentare il ricorso al Tar. E allora la questione si fa ancor più ingarbugliata, con il rischio concreto che non ci siano neppure i presupposti per portare avanti e per le lunghe un braccio di ferro tra due realtà che sono espressioni entrambe dello Stato italiano. Ecco perché, in questo duello fratricida, inizia ad affacciarsi sullo sfondo l’eventuale soluzione risolutiva, nel tentativo di provare ad ammorbidire il clima e di pervenire ad un punto di incontro.

La soluzione che prende quota è quella di una eventuale permanenza soltanto per finalità di elisoccorso, idea sulla quale si è detta disposta a fare la propria parte anche l’Asp Messina per la gestione del sito. L’elemento che potrebbe poi risultare decisivo sarà il parere del Cru, il Consiglio Regionale per l’Urbanistica,  chiamato dal Comune di Taormina ad esprimersi sulla richiesta di variante urbanistica al Prg al fine di consentire la conferma in via definitiva dell’opera realizzata in via provvisoria per il G7. Proprio a questa variante si oppone la Soprintendenza, secondo la quale l’opera ottenne a suo tempo un’autorizzazione dai propri uffici e quindi anche dalla conferenza dei servizi in termini di provvisorietà e, di conseguenza, intenzionata ad affermare che non vi sarebbero i presupposti per un mantenimento in essere della struttura di Piano Piscina.

Di opposto avviso il Comune che spinge per la conferma dell’elipista e, così come il Governo italiano, andrà analogamente in tribunale per opporsi all’ordinanza con la quale le Belle Arti hanno intimato la messa in pristino dell’area dove ad oggi sorge l’elipista. Il Cru ha rinviato la trattazione del punto e, a questo punto, se ne riparlerà quasi certamente dopo le Regionali del 5 novembre, quando sarà in carica un nuovo Governo ed un nuovo Presidente, con tutta l’eventuale incidenza sul caso che tali fattori potrebbero poi avere sull’esito della controversia. “L’elipista può anche rimanere, a patto che non si parli più di un utilizzo per finalità commerciali o turistiche, bensì soltanto per elisoccorso”, è l’apertura arrivata sul tema dagli albergatori.

Il Comune, se dovesse arrivare parere positivo del Cru alla richiesta di variante urbanistica, pensa addirittura alla previsione di un bando di affidamento dell’area con la relativa conferma della pista. Lo scenario si presta, in buona sostanza a tre ipotesi: o l’elipista verrà rimossa, o l’elipista rimarrà specialmente se il Cru dovesse dare il placet all’istanza del Comune e a quel punto non sarebbe da escludere neppure un impiego per destinazione turistica oltre che per sanità. Oppure l’elipista potrebbe restare soltanto per attività di elisoccorso. Ora però c’è da vedere come si svilupperà il confronto-scontro tra Avvocatura dello Stato e Avvocatura dello Stato. Un paradosso tutto all’italiana, proprio alle porte del G7 delle Pari Opportunità, in agenda sempre a Taormina il 15 e 16 novembre.

 

 

 

 

 

 

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