La Sicilia Occidentale del calcio è stata invasa da un turbine di entusiasmo. Lo scorso fine settimana non è stato solo l’inizio dell’era Mignani (CLICCA QUI) e della storica inaugurazione dell’attesissimo Palermo City Football Academy (CLICCA QUI). Qualche chilometro di costa più in là un altro orgoglio siculo è tornato nei piani alti. Con la vittoria casalinga per 1-0 contro il Siracusa, uno dei match più sentiti vista la rivalità che ha legato le due piazze nel corso dell’attuale stagione, il Trapani ha sugellato il primo posto nel Girone I di serie D e strappato l’unico pass diretto per la Lega Pro.
L’onda travolgente del presidente Antonini non ha risparmiato nessuno. Raccolto il club dallo sconforto, dopo la rovinosa scivolata dalla B alla C fino al fallimento, in meno di anno ha riacceso i sogni dei tifosi granata. La ricetta per questo successo? Una visione ampia e moderna non solo del calcio ma dello sport, investimenti sostanziosi e impensabile per una categoria come questa e una rosa esperta, trasformata, ormai, in una macchina perfetta. E non si tratta di un’esagerazione. A quattro turni dal termine, i ragazzi di mister Torrisi non hanno eguali in Italia: 82 punti, 26 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta. Dati ancora più impressionanti dal punto di vista delle reti: 82 quelli realizzati e solo 11 quelli subiti. Una difesa solida e rocciosa che, in appena 30 turni, non ha mai incassato più di un gol. Unica eccezione è il 5-2 contro la Vibonese, unica formazione a compiere “l’impresa” di sfondare per ben due volte il muro granata.
Una cavalcata da record a cui è dovuto arrendersi anche il Siracusa. Tante sono le similitudini tra le due società (CLICCA QUI), soprattutto dal punto di vista dirigenziale. Come Antonini, anche il presidente Ricci ha piantato da poco le sue radici in città. L’imprenditore toscano è arrivato in punta di piedi, prima come sponsor e socio, poi acquistando la maggioranza del pacchetto azionario.
Nonostante sia passato quasi in sordina, sotto l’ombra dei rivali occidentali, anche in questo caso si tratta di numeri da capogiro: 69 punti, 21 successi, 6 pareggi, sole 3 sconfitte, 67 centri realizzati e 22 incassati. La nota positiva, che spicca più di tutte è l’imbattibilità al “De Simone“. Le mura casalinghe sono rimaste invalicabili anche per il Trapani, che all’andata si è accontentato di un solo punto, agguantato a reti inviolate. Gli aretusei sono già qualificati per la fase successiva, i playoff, ma anche se appare complicato da immagine, gli azzurri hanno vissuto i loro momenti di crisi. La stanchezza ha giocato un brutto scherzo alla squadra di Cacciola, perdendo lo smalto e la scioltezza iniziale. Il pari con il Sant’Agata e infine quello con il Ragusa sono stati la causa scatenante del divorzio tra il tecnico e la società. L’esordio di Spinelli è stato in salita, con il temutissimo scontro diretto, ma l’obiettivo è certamente un altro: affrontare da protagonisti la lotteria dei playoff, dove a trionfare sarà solo una tra le 36 sfidanti. Uno scontro resta ancora tutto da decidere: quello della classifica marcatori. La top 5 vede Alma (Siracusa), Cocco e Convitto (Trapani) a quota 16, inseguiti, a meno uno, dall’altro aretuseo, Maggio. Insomma sarà guerra all’ultimo sangue fino all’ultimo secondo.
Se la stagione dei siracusani è ancora molto lunga, quella del Trapani non può dirsi certamente terminata, anche se l’attenzione, come sottolineato da Antonini, è già rivolta al prossimo anno, ai rinnovi e alla ricerca di profili di alta qualità. Il calendario sarà notevolmente più leggero, ma restano altri due obiettivi da raggiungere: cercare di non macchiare un’annata praticamente perfetta e vincere la finale di Coppa Italia di serie D contro il Follonica Gavorrano.
I granata dovranno emulare la volontà e la grinta del Catania di Pelligra, che poco più di una settimana fa, passando il Padova, è riuscito a strappare il primo trofeo della sua storia e ottenendo un biglietto importante per accedere ai playoff. Un privilegio che rischia però di svanire nel nulla. A soli quattro match dal termine, gli etnei rischiano di vivere un grande paradosso. Tutto è aperto. A dividere i rossazzurri dai playout è praticamente un nonnulla. A pari punti con il Monopoli, la compagine di Zeoli dovrà necessariamente cambiare passo e aggiungere qualcosa in più all’attuale bottino piantato a quota 39. L’esonero di Lucarelli, nonostante il sussulto di metà febbraio con l’imprevedibile successo contro la prima della classe, è stato inevitabile dopo il ko casalingo, per 5-2, con l’Avellino, ma in campionato non ha ancora dato i suoi frutti: il pareggio con il Potenza, la vittoria con il Cerignola e le tre sconfitte consecutive con Turris, Gigliano e Francavilla. Per uscire dal vertice nero sarà necessario aggiudicarsi il derby contro il Messina, che si disputerà questa domenica al “Massimino“. La formazione delle Stretto, al tredicesimo posto, dal canto suo, non vuole perdere questa importante occasione per aggiungere un ulteriore tassello al traguardo salvezza. Uno strappo di una potrebbe così compromettere la rincorsa dell’altra.
Da Palermo a Catania, da Trapani a Siracusa. I riflettori ora sono tutti sul Trapani di Antonini, ma allargando lo sguardo l’avvento degli anni ’20, a oggi, si è rivelato prolifico per i club siciliani. In modo diverso e con obiettivi differenti, ma con la stessa visione gloriosa del futuro, le nuove società, chi con un po’ più di fortuna e chi meno, sono pronte a far salire l’Isola nei piani alti del calcio nazionale, affermando quante più realtà possibili tra i professionisti.