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Il caso

Istituto scolastico Cascino a rischio demolizione, le opposizioni: “Va salvato, bene di interesse culturale” CLICCA PER IL VIDEO

martedì 8 Ottobre 2024

Per la Soprintendenza il bene ha degli elementi di valenza storico-culturale. Ma sullo stesso pende al momento un progetto di demolizione e riqualificazione. Stiamo parlando dell’istituto scolastico Pietro Cascino, a Palermo. Sulla struttura di piazza Casa Professa pende un progetto finanziato dalla Città Metropolitana con fondi PNRR. Costo dell’operazione circa 6,1 milioni di euro.

L’intervento dovrebbe durare circa due anni, con un iter progettuale di tre mesi. Le operazioni burocratiche sono state avviate già a luglio 2022. Ma nel corso del tempo sono venuto fuori degli elementi di novità. Fra questi alcuni elementi che, secondo gli uffici della Soprintendenza, avrebbe valenza storico-culturale. Fatto per il quale dalle opposizioni chiedono con forza al Comune di Palermo di fermare l’iter che porterà alla totale demolizione dell’edificio. Ciò anche in virtù della convenzione sottoscritta dall’istituto scolastico nel 2011, la quale all’articolo 3 prevede che gli uffici di Palazzo delle Aquile debbano essere informati prima di procedere ad interventi di manutenzione straordinaria.

Un edificio vecchio di settanta anni

L’iter burocratico è partito a luglio 2022. La progettazione della scuola risale infatti al 1951. Circa un anno dopo subì una variante di progetto. La realizzazione dell’istituto scolastico si è concluso almeno prima del 1955 visto che, da un volo IRTA, l’edificio risultava già ultimato. Ovvero, l’edificio potrebbe avere più di settanta anni di vita. Dopo uno scambio di documenti con la Soprintendenza dei Beni Culturali durato circa due anni, in data 4 giugno 2024 il capo dell’ufficio Selima Giuliano ha chiesto chiarimenti sul progetto, sottolineando in particolare l’importanza di alcune strutture del plesso da un punto di vista storico culturale. “Il progettista, l’ingegnere Mario Umiltà, – scrive Selima Giuliano – ha espresso nel fabbricato un linguaggio architettonico legato ai temi dell’architettura razionalista influenzata dalle tematiche dell’architettura organica del Movimento Moderno“.

Elementi di interesse storico-culturale

Inoltre la dirigente della soprintendenza aggiunge che “i prospetti del manufatto sono particolarmente curati dal punto di vista compositivo e caratterizzati da un ritmo ben strutturato e serrato delle bucature; morfologicamente presentano una grande chiarezza formale. La severa impostazione svela un’attenzione per l’ordine, dalla simmetria progettuale con una scansione bilanciata fra pieni e vuoti. Altro elemento di particolare interesse architettonico si individua nella zona a ridosso del prospetto posteriore nella quale la scala costituisce il fulcro generatore dell’intera composizione, basata su una concezione spaziale dinamica“.

Le opposizioni: “Salviamo l’istituto Cascino”

Elemento sul quale le opposizioni vogliono vederci chiaro. “Chiederemo alle commissioni consiliari competenti e di cui siamo componenti di approfondire immediatamente – dichiarano Mariangela Di Gangi, Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Carmelo Miceli, Franco Miceli e Rosario Arcoleo -. Bisogna prendere poi posizione su quanto sta accadendo riguardo un edificio scolastico di proprietà comunale, alla cui demolizione il Comune deve necessariamente opporsi con forza, visto che anche la Soprintendenza dei Beni Culturali ne riconosce il valore da preservare. Parliamo di un bene che meriterebbe di essere tutelato e rifunzionalizzato, non distrutto“.

Mentre una intera comunità scolastica e tanti cittadini chiedono la salvaguardia di questo patrimonio, il Comune e la Città Metropolitana sembrano più preoccupati di coprire errori e responsabilità legati a progettazioni e iter eseguiti male, piuttosto che ascoltare la volontà popolare, senza consultare il Consiglio Comunale – aggiungono -. In una città con una storia così significativa su questi temi, l’ennesima demolizione ingiustificata appare come una scelta miope, auspichiamo in nessun modo orientata più a speculare su fondi pubblici anziché impegnarsi nel necessario recupero. Siamo profondamente preoccupati per il destino dell’edificio, ma ancor di più per una città e una politica incapaci di apprendere dai propri errori e rispettare il proprio patrimonio. Non assisteremo inerti a tutto ciò“.

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