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Passo dopo passo

La bellezza di Palermo tra passato e presente passa dalla riqualificazione del territorio

sabato 18 Novembre 2023

Le buone notizie poiché a Palermo non sono frequenti vanno sottolineate: nei giorni scorsi il consiglio comunale ha approvato il progetto per la realizzazione del parco a mare nella costa sud della città.

Questa volta siamo di fronte ad un felice e fecondo continuismo da parte dell’amministrazione del sindaco Lagalla con le precedenti amministrazioni guidate da Leoluca Orlando che si posero l’obbiettivo di recuperare, risanare quella parte della città in preda al degrado e restituire all’antico splendore e alla fruizione dei palermitani e dei tantissimi visitatori questa parte della città.

Sì, perché un tempo era uno splendore e soprattutto le nuove generazioni non pensino che sia stata sempre cosi come l’anno conosciuta, un’area ridotta a discarica. Il suo massimo fulgore coincise negli anni sessanta con il diffuso benessere che attraversava tutti i ceti sociali, comune a tutto il paese, il famoso boom economico che cambio costumi e modelli di vita.

Anche a Palermo esplose la moda della villeggiatura, della vacanza, prima riservata alle famiglie patrizie, all’alta borghesia e ai nuovi ricchi che si riversavano a Mondello. Ora è attesa con entusiasmo, grazie al miglioramento delle condizioni di vita, anche dalla piccola borghesia e dai ceti operai.

Questi ultimi proprio a sancire una divisione non solo geografica ma anche di classe si ritrovavano nella costa orientale della città. Da Sant’Erasmo fino ad Acqua dei Corsari era un pullulare di cabine e di lidi attrezzati: i Bagni Virzì. il Lido Petrucci, Romagnolo, fino ai Bagni Italia al confine del comune di Ficarazzi sono le mete preferite per i bagni ma anche per il divertimento e lo svago.

La sera, sulle rotonde improvvisate sul mare, si videro le elezioni delle prime miss e si ostentavano in un susseguirsi di feste da ballo gli abiti e i primi accessori alla moda. Eramo momenti di una nuova socialità e tutti davano l’impressione di essere più felici più sereni.

Sotto gli ombrelloni si discuteva sui prezzi dei nuovi elettrodomestici, delle cambiali firmate per l’acquisto della Seicento e della l lambretta e fanno le prime apparizioni le creme solari e le bigiotterie. Arrivarono i primi i balli moderni insieme ai juke box e ai flipper. Erano momenti in cui si dimenticavano le preoccupazioni quotidiane per godersi momenti di spensieratezza mai conosciuti prima.

Era un pezzo della città che non aveva conosciuto la selvaggia aggressione edilizia orientata verso le zone del nord ovest della città, il famoso sacco edilizio che vide la commistione tra politica e mafia. Fino alla fine degli anni sessanta rimase sostanzialmente intatto il tessuto urbano di queste borgate marinare.

Successivamente si manifestarono fenomeni che sconvolsero la loro struttura territoriale con il conseguente degrado e così la costa divenne la pattumiera della città.

Si calcola che nel giro di pochi anni furono gettate lungo la battigia, soprattutto nell’area dello Sperone, circa 1.400.000 metri cubi di detriti e immondizie che raggiunsero presto oltre i 2.000.000 e che diedero vita a un vero promontorio che alterò la linea della costa e perfino il moto ondoso e le correnti marine.

Fu grazie alle numerose proteste degli abitanti della zona che finalmente la discarica fu chiusa, anche se i camionisti continueranno ad usarla abusivamente spesso con la protezione delle “famiglie” mafiose della zona.

A questo uso sconsiderato della costa si aggiunse una intesa attività edificatoria non solo dei privati ma anche da parte della mano pubblica, Comune e Istituto Case popolari che cambiarono profondamente l’assetto territoriale tra la via Messina marine e l’asse ferroviario esistente.

Al tessuto dei vecchi insediamenti non privi di fascino si sovrappose brutalmente, come oggi si possono vedere, un disordinato insediamento di enormi edifici caoticamente disposti che hanno sconvolto in modo irreversibile il volto delle borgate. Per completare il saccheggio della costa vi fu l’inquinamento dovuto alle immissioni in mare dele reti fognanti insieme a quello che si riversava direttamente a causa dell’abusivismo edilizio, oltre all’inquinamento dei materiali solidi provenienti dalle discariche e dai vari cantieri.

Il recupero e la riqualificazione della costa rappresenta quindi non solo un ulteriore e importante tassello di questa operazione, già avviata dall’Ente Porto e ancora prima da Orlando e continuata da Diego Cammarata, di ricreare un nuovo rapporto tra Palermo e il mare ma un contributo fondamentale per la rinascita economica culturale e civile della città secondo un modello che preveda la tutela e la fruizione dell’ambiente e una nuova socialità in sostituzione del cemento e all’uso speculativo dei suoli e che accanto a questa riqualificazione inserisca il progetto di sistemazione paesaggistica e idraulica della foce del fiume Oreto. Buon lavoro sindaco Lagalla.

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