Prima le promesse del sottosegretario, poi la fredda realtà dei numeri. I fondi per i cantieri del G7 di Taormina potrebbero rimanere per la quasi totalità nel forziere di Palazzo Chigi. Lo anticipa, per sua stessa ammissione, il sindaco della Perla dello Ionio Eligio Giardina, convinto (o rassegnato, a seconda dei punti di vista) che dei 15 milioni stanziati dal Governo nemmeno la metà verranno spesi per le opere previste sul territorio. La promessa era stata sganciata da Davide Faraone (sottosegretario, prima all’Istruzione e adesso alla Sanità, con velleità di candidatura alla Regione). «Siamo ad un punto di non ritorno – ha detto Giardina – . La somma deliberata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero 15 milioni, purtroppo non potrà essere spesa interamente, perché la tempistica non c’è. La recente modifica all’articolo 7 del decreto emesso dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 dicembre, ha posto dei paletti rigidissimi al prefetto Carpino nella programmazione e realizzazione dei lavori. Si potranno spendere i soldi purché quelle opere vengano iniziate e concluse entro il 10-15 maggio. Ho chiesto nelle scorse ore al sottosegretario Faraone se si ricorda cosa ha detto quando venne a Taormina qualche mese fa, quando venne a promettere delle opere di compensazione. Vorremmo una deroga dal Governo nazionale affinché si possa realizzare il collegamento meccanico tramite ascensori tra il parcheggio Lumbi ed il centro storico. Tuttavia, Faraone mi ha risposto: “mi dispiace, non si può fare nessuna deroga”».
La grande beffa del G7 di Taormina. Fondi bloccati nel forziere di Palazzo Chigi
lunedì 13 Febbraio 2017

“Il Comune di Roma ha in cassa 25 milioni di euro stanziati e non spesi per il Giubileo – aggiunge Giardina – e anche lì quei fondi andavano utilizzati prima che l’evento finisse. Se venisse fatta adesso una deroga per Taormina si creerebbe un precedente e poi andrebbe fatta anche per Roma e il Governo non ha nessuna intenzione di farla questa deroga. Ci sono dei problemi di carattere normativo e legale”. Dunque i 15 milioni del G7 sembrano destinati a ripercorrere la stessa strada dei 25 milioni stanziati da Palazzo Chigi per il Giubileo e mai spesi dal Campidoglio. Furono 138 i milioni di euro complessivamente assegnati dal Governo per il Giubileo nel 2015. Al centro del tira e molla che poi portò, tra le altre cause, alla defenestrazione di Ignazio Marino, proprio quei soldi giunsero nelle casse capitoline solo ad inizio estate. Per metà queste ultime risorse sono servite (o serviranno) per un piano di illuminazione a led dei quartieri periferici della città. Il resto dovevano servire a migliorare la città: giardini, strade, aiuole, marciapiedi. I soldi però sono stati salvati soltanto alla fine del 2016 quando il Comune è riuscito ad esitare due variazioni di bilancio. Nel caso di Taormina verrà spesa una parte di quei 15 milioni, serviranno per mettere a norma il Palazzo dei Congressi (2 milioni 650 mila euro), per realizzare due elipiste (una provvisoria e una permanente) e per alcune opere di asfaltatura delle strade e di pavimentazione della Via Teatro Greco.
Così come il Giubileo ha lasciato nella capitale un’eredità di opere incompiute, il G7 rischia concretamente di lasciare adesso l’amaro in bocca a Taormina, dove sino a qualche mese fa si sognavano e fantasticavano assegnazioni di cifre iperboliche per rifare la città. Le premesse e le promesse roboanti hanno lasciato spazio ad altro. La storia consegna la prospettiva di una evidente beffa per la città sede del prossimo summit dei sette grandi, in programma il 26 e 27 maggio. Sarà fumata grigia, con inclinazione al nero, a meno che il Comune di Taormina non voglia bussare alla porta dell‘Anac, per chiedere un parere. D’altronde, il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha già dato il suo placet per il reinvestimento dei fondi del Giubileo a Roma e potrebbe ritenere fattibile la medesima cosa per il G7 di Taormina. “Il Giubileo si è concluso – ha detto Cantone -, ci sono ancora moltissimi lavori che possono essere fatti con soldi del Giubileo e da parte dell’Autorità non cè opposizione che vengano utilizzati ma per i lavori programmati prima del Giubileo. Noi vogliamo che i soldi vengano spesi e spesi bene. Noi non vogliamo bloccare niente ma far lavorare chi deve nel rispetto delle regole”.
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