E’ una lenta moria quella che si sta consumando all’aeroporto Trapani-Birgi “Vincenzo Florio“. Da qualche settimana a questa parte Ryanair, il principale vettore che opera sullo scalo siciliano sta dismettendo quasi tutti i collegamenti da e per Trapani, dirottando aerei ed equipaggi verso altre località, Lamezia Terme su tutte, dove la politica ha dimostrato più attenzione e capacità. Una catastrofe per un comprensorio che proprio grazie all’aeroporto ha visto crescere sensibilmente il settore del turismo e del commercio.
Imprenditori, artigiani, commercianti, amministratori locali hanno più volte lanciato l’allarme, ma la politica regionale continua a rimanere inspiegabilmente immobile. La Regione, infatti, è il principale azionista dell’Airgest, la società che si occupa della gestione dello scalo. A lei spetta il compito di garantire una governance capace di valorizzare sempre di più questa straordinaria risorsa per lo sviluppo del territorio. Un compito che i governi precedenti e quelli attuali non hanno saputo adempiere nel migliore dei modi.
La mancanza di una programmazione efficace è stata la cifra distintiva di tutte le gestioni Airgest. Negli anni la Regione è dovuta ricorrere a ben due aumenti di capitale per ripianare i buchi di bilancio, mentre nelle scorse settimane il Tar ha accolto il ricorso presentato da Alitalia contro la procedura di affidamento del co–marketing alla compagnia aerea irlandese, l’unica a presentarsi alla gara. Un programma del valore di 14 milioni di euro che avrebbe garantito l’operatività dell’aeroporto per i prossimi 2 anni. Secondo i giudici amministrativi sarebbero state riscontrate violazioni alle norme e ai regolamenti sulla libera concorrenza.
Tutto da rifare quindi, ma da chi? Per effetto dello spoil system, avviato dal presidente della Regione, la cabina di pilotaggio dell’Airgest è senza piloti da circa 20 giorni. Musumeci aveva chiesto ai vertici delle partecipate di lasciare i propri incarichi entro i primi di febbraio, per poter procedere con la sostituzione dei dirigenti. Così il 5 febbraio scorso il presidente della società di gestione, Franco Giudice, si è dimesso e con lui anche gli altri componenti del cda. Vista la delicatezza della situazione ci si sarebbe aspettati l’immediata nomina dei nuovi vertici.
Ed invece è iniziato un balletto di nomine, incompatibilità e rinvii a dopo le elezioni politiche del prossimo 4 marzo che rischia di far precipitare la già precaria situazione in cui si trova l’aeroporto di Trapani-Birgi nel baratro.