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La lettera-denuncia: “Amministrative? Incubo per presidenti di seggio, segretari, scrutatori”

sabato 17 Giugno 2017

“Quando chiedi ad un Presidente di seggio che ha svolto la funzione di Pubblico Ufficiale nelle elezioni Amministrative 2017 se è disposto a prendere servizio nel quinquennio successivo, questi, con assoluta fermezza, ti risponderà: “No, è una follia!” É una follia chiedere, anche al più infaticabile e diligente dei lavoratori, di svolgere un servizio (fatto di grande responsabilità, precisione ed equilibrio) per 18 ore ininterrotte, proseguendo per altrettante 18 per lo spoglio delle schede”.

Comincia così una lunga lettera-denuncia, firmata da una decina di presidenti di seggio, segretari e scrutatori, che hanno lavorato alle scorse comunali di Palermo e inviata al sindaco Leoluca Orlando, al questore Renato Cortese, al prefetto Antonella De Miro, al presidente della Corte d’Appello Matteo Frasca, e per conoscenza, fra gli altri, anche al neo-consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Igor Gelarda.

“La media di consegna del materiale elettorale (buste Cs4 e 5 e Q4 e 5) – si legge nella lettera – è stata di circa 36 ore dall’apertura del seggio. É legittimo chiedersi il perché della necessità di tanto tempo e domandarsi se dei tempi così dilatati siano dovuti all’incapacità del Presidente di seggio. Questa lettera serve a chiarire quanto lavoro superfluo e mal organizzato c’è dietro l’operazione elettorale. Infatti, i Presidenti di seggio non sono persone normali, bensì dei martiri che colmano una straziante incapacità dell’Amministrazione di gestire in modo snello e smart (termine modaiolo nelle Amministrazioni) le operazioni elettorali”.

“Le regole e le procedure poste alla base dello svolgimento delle operazioni elettorali sono prive di logica; infatti, ogni qualvolta un Presidente ed il suo entourage si siano domandati il motivo di un determinato adempimento, questi sono finiti con il perdere la ragione, concludendo che il disegno “umano” alla base sia volto esclusivamente a farli cadere in errore. Sarebbe contento Dante nel vedere realizzato per la prima volta un vero e proprio girone dell’inferno, mentre i poveri 7 responsabili del seggio (Presidente, segretario e 5 scrutatori) pensano che, forse, tutte quelle “incombenze e procedure” li libereranno dalle loro colpe terrene. Entriamo nel vivo della questione, cominciando a farci alcune domande: 1. perché il segretario (persona di estrema fiducia del Presidente: una sorta di alter ego) non può essere un parente? Questa regola, che esiste solo per le elezioni amministrative (e non per quelle nazionali e per i referendum), è posta a tutela di quale diritto e/o principio? Secondo chi scrive, ciò non causerebbe alcun “inciucio” se non quello di creare una migliore sintonia a discapito di possibili errori! Per fortuna, si sa, i Presidenti di seggio credono molto nella reciproca amicizia scambiandosi le persone di loro fiducia; 2. altra questione è il motivo per cui (anche in questo caso solo per le elezioni amministrative) il seggio è stato costituito la stessa domenica delle elezioni e non il sabato precedente”.

“Ci si potrebbe chiedere cosa comporti la costituzione del seggio lo stesso giorno delle elezioni. Bene, in primo luogo, presentarsi al seggio alle ore 5,30 (con sveglia alle 4) e, in secondo luogo, un abnorme lavoro dalle ore 6 alle 7 (ora di apertura per le votazioni). Infatti, prima dell’apertura del seggio tutto deve essere pronto per consentire al cittadino di esercitare il diritto al voto, pertanto, dalle ore 6 alle 7 gli scrutatori (appena conosciuti) dovranno essere freneticamente coordinati per compiere le delicatissime operazioni di vidimazione, timbratura e conteggio delle schede elettorali. É doveroso precisare che la “giornata lavorativa del sabato” NON È MAI STATA RETRIBUITA AGGIUNTIVAMENTE. Pertanto, è incomprensibile il motivo per cui la delicatissima operazione di preparazione del seggio sia avvenuta la domenica, determinando una corsa contro il tempo a vantaggio dell’ “errore umano” ed ininfluente per la spending review. Anche questa scelta, come tante altre, sembrerebbe illogica, scellerata, volta al sabotaggio e sulla quale aleggia un certo mistero; 3. ancora, priva di logicità appare la scelta di consegnare il “manuale delle operazioni elettorali” contestualmente alla costituzione del seggio. Quel “libretto” potrebbe/dovrebbe essere ancora di salvezza di fronte a problematiche particolari (a titolo meramente esemplificativo: un elettore che si rifiuta di ricevere la scheda o che si presenta privo del documento di riconoscimento), sempre che al suo interno ci siano le risposte giuste”.

“Se già quanto descritto non provoca una serie di punti interrogativi, accompagnati dal fondato timore che esista un Leviatano burocrate, per dirla alla Hobbes, lo invito a vedere personalmente tutta la documentazione da compilare (manualmente) per la verbalizzazione delle operazioni elettorali (rigorosamente tutto in duplice copia, vidimato da almeno due persone e bollato, perché si sa che i carabinieri camminano sempre in coppia). Ma vediamo nello specifico in cosa consiste: – trascrivere (almeno in due verbali) decine e decine di liste, centinaia di nomi e pseudonimi in anguste caselle dalle quali non si esce più. – compilare verbali, elaborando calcoli da riportare in varie colonne, fogli su fogli di comunicazioni di dati parziali e/o totali dei voi espressi (scritti e trascritti varie volte), tabelle di scrutinio con centinaia di nomi accompagnate da riepiloghi. Ma se questo racconto non sembra ancora claustrofobico e kafkiano, lo potrà essere il pensare che i ben 5 scrutatori di cui doversi fidare (impossibile non poter delegare nella gestione di un seggio) non hanno alcuna esperienza, un’età troppo giovane o troppo avanzata, un grado di scolarizzazione molto basso. Per cui al Presidente del seggio toccherà delegare, controllare e correggere…proprio come un bel diagramma di flusso”.

“A riprova dell’annunciata follia, quest’anno, centinaia di Presidenti di seggio hanno abdicato il ruolo consegnando, così, il compito ad inesperti supplenti che, oltre a ricevere un lacunoso manuale delle operazioni del seggio la domenica delle elezioni (per leggerlo non si sa bene quando), si espongono alla radiazione dall’albo e a una bella sanzione nel caso in cui non sia in grado di consegnare tutto entro 72 ore dall’apertura del seggio. E se qualcuno vuole lasciare il seggio? Questo non è previsto se non incorrendo nelle conseguenze penali dell’interruzione di pubblico servizio, con reclusione fino a un anno. Ma se questo sembra comunque ben ricompensato dal ruolo di prestigio assunto, non si considera, infine, l’ulteriore tormento cui sono sottoposti gli indefessi del seggio: i rappresentanti di lista e i candidati. Questi, spesso sono degli avventurieri che come pirati minacciano, intimano e danzano da un seggio a un altro generando ulteriore tensione. Infine, senza che questa lettera abbia la pretesa di essere esaustiva rispetto alle problematicità insorte, è doveroso sottolineare due ulteriori questioni: l’inesistenza delle condizioni igenico-sanitarie e la misera retribuzione (di circa 5 euro l’ora). Infatti, a fianco ai problemi di natura intellettuale se ne sono aggiunti altri di natura pratica, nello specifico: l’inesistenza della pulizia sul posto di lavoro, il mal funzionamento dei servizi igienici (ne sanno qualcosa i poliziotti in servizio nella scuola Mantegna di via Bologni n. 4), nonché la mancanza di acqua per uso potabile e viveri. Si pensi quando in piena notte, non potendosi allontanare dal seggio, ci si accorga che non esiste un bar aperto nelle vicinanze”.

“Questa lettera non deve essere interpretata come un mero sfogo, ma come una “chiamata” per il lettore a far proprio il disagio e la fatica della missione che questo gruppo di Presidenti di seggio, segretari, scrutatori, forze dell’ordine e dipendenti comunali hanno portato a compimento. Chiediamo al destinatario di questa “chiamata” o a chi ci leggerà di indignarsi e, nei limiti dei propri poteri, manifestare sostegno e sollevare la questione ad altre autorità competenti Chiediamo, inoltre, di esprimere in una nota un apprezzamento al merito per l’eroico lavoro svolto e di formulare una richiesta ufficiale di modifica delle procedure poste alla base del sistema elettorale nonché la sua avveniristica informatizzazione”.

La lettera è firmata da Laura Bardi, Roberta Rovenzi, Barbara Bono, Giusi Maniscalco, Samantha Li Castri, Fabiana Di Salvo, Claudia Bardi e Giuseppe Gnizio.

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