Che io sia un nottambulo, particolarmente amante della notte, lo sapete bene: non soltanto non ne ho mai fatto segreto, ma ve l’ho raccontato tante e tante volte. Ed è proprio nottetempo che mi sono reso conto di come la notte sembri appartenere, soprattutto, alle persone sole.
Qualche sera fa, un sabato per la precisione, stavo camminando con alcuni amici su di un marciapiede, al termine di una bella e rilassante passeggiata, e, tra una parola e l’altra, abbiamo trovato una panchina libera: sapete quelle belle panchine di una volta, di marmo, che quando ti siedi, soprattutto nelle sere più fredde, come quelle di questi giorni, sembra di sederti su una lastra di ghiaccio, che senti il gelo salirti lungo la schiena, oltre ad “anestetizzarti” determinate parti “dove non batte il sole”? (Gli uomini mi hanno compreso… N.D.Giomba). Ecco, una di quelle.
Parlavamo, e raccontavamo della nostra vita, del nostro vivere quotidiano: non era neanche tanto tardi, era mezzanotte e mezzo di una serata splendida, con un cielo trapunto di stelle in ogni sua parte e una luna luminosissima. A pensarci bene, per certi versi lo trovo anche molto rilassante: parlare, raccontarsi, fare mattino nel silenzio perfetto della città che dorme, o forse, più semplicemente, si riposa, visto che, poco distante, vedi sfrecciare le auto verso le mete più disparate, in un meraviglioso gioco di luci e fanali che illuminano le strade.
Mentre si parlava del più e del meno, vediamo venirci incontro un signore, un tipo distinto, sulla sessantina: sta facendo passeggiare un meraviglioso cagnone bianco e nero, che, non appena ci vede, inizia a chiederci le coccole, si avvicina, si fa letteralmente spupazzare. Una gioia vera, altro che certa gente! Vabbè…
Si sa che, proverbialmente, una parola tira l’altra, e questo signore ci racconta di come questo cagnone enorme, nonostante sia un cucciolo di cinque mesi, sia ormai diventato parte integrante del vivere di quest’uomo: il simpatico cane, infatti, ha imparato gli orari del suo padrone, e, per certi versi, è pigro esattamente come lui, tanto da preferire gli orari serali o notturni per la “passeggiatina” piuttosto che quelli mattutini.
“Eh sapete, io sono pigro… Al mattino metto la sveglia alle sei, ma se non sono le sette non riesco mai a mettere piede a terra! Anche lui, ormai, è pigro come me, e al mattino preferisce una sana dormita piuttosto che scendere a passeggiare!”
Raccontando raccontando, questo signore ci fa capire di aver solo quel cane come compagnia, ma di trovare serenità proprio in quelle passeggiate a tarda sera, sia in estate che in inverno. La sua storia mi fa ricordare quella di tantissime altre persone che conosco, che nella notte sembrano riuscire a trovare ristoro alla loro solitudine: non ho mai capito perché la notte appartenga soprattutto a chi è solo o si sente tale, ma, vivendola appieno, credo che il motivo sia da ricercare in quella magia che solo la notte sa regalare, in quell’abbraccio così intimo, silenzioso, spontaneo, che non riesci mai a vivere durante la frenesia delle giornate, con la gente che corre per le strade, sempre più in fretta, sempre più indaffarata e presa da mille pensieri.
Se ci pensate, anche grandi artisti e canzoni famosissime ci raccontano la magia della notte, specialmente per le persone che sono sole: mi viene in mente l’intramontabile “Tutta mia la città” della celeberrima Equipe 84 di Maurizio Vandelli, che già nel 1969 raccontavano di quel “deserto che conosco”, di quegli angoli silenziosi ma a noi così familiari, che durante la notte assumono connotati e significati totalmente differenti rispetto a quelli che hanno durante il giorno.
E ancora, mi viene da pensare ad un successo più recente: parlo di Arisa con la sua “La notte”, stupenda ballata del 2012 che racconta tutto ciò che la notte porta con sé, specialmente per le persone sole, con quel carico di inquietudine, pensieri, ma anche quel silenzio necessario a riflettere meglio su certe situazioni, e a far luce sui nostri dubbi e sulle domande alle quali non riusciamo a trovare risposta!
La notte, insomma, porta con sé una magia, che non puoi descrivere se non la vivi davvero. E chissà che quel suo magico e misterioso abbraccio non riesca davvero a farci sentire meno soli!