Ha 72 anni, è milanese, cardiopatico e appassionato promotore dello sport e dei diritti umani. Questo è l’identikit di Vittorio Barbanotti, impegnato nella “Pedalata Longa per i diritti umani”, iniziativa autofinanziata e priva di sponsor, che lo ha visto percorrere l’Italia in bicicletta facendo tappa in diverse città, contando sull’aiuto e la benevolenza di tutti i sostenitori che lo hanno incontrato durante la sua avventura.
È partito da Milano il 15 aprile e arriverà domani a Palermo, dopo aver percorso più di 1500 chilometri, dove sarà accolto all’albero in memoria del giudice Giovanni Falcone dall’associazione “Gioventù per i diritti umani”, la cui bandiera lo ha accompagnato nella sua attraversata dello stivale, dall’associazione di protezione civile “Aices”, da una delegazione dell’Anpi e da parenti e amici dei magistrati vittime di mafia.
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La tappa successiva sarà all’“Albero della Pace” in onore di Paolo Borsellino, in via D’Amelio, per poi raggiungere palazzo Palagonia dove incontrerà il sindaco Roberto Lagalla.
Vittorio non è nuovo a questo tipo di imprese, avendo già raggiunto Palermo nel 2019, Strasburgo nel 2018 e Roma nel 2015. L’obiettivo di Barbanotti è quello di sensibilizzare i cittadini, soprattutto i più giovani, ai temi dell’educazione civica, alla lotta a tutte le mafie, contro la violenza sulle donne e all’amore per lo sport.
“Se lo sport è praticato con reale amore e passione”, ha affermato Barbanotti, “è un mezzo straordinario di trasmissione di valori fondamentali, per comprendere il passato e per la convivenza umana presente e futura”.