Passano gli anni, i governi, i dirigenti e i funzionari, ma la Regione Siciliana continua a non spendere completamente l’enorme quantità di risorse messe a disposizione dall’Unione europea per promuovere la crescita e lo sviluppo delle regioni più arretrate dei Paesi membri. Una sorta di maledizione della quale non riesce proprio a liberarsi. Al netto degli annunci roboanti dispensati da tutti i governatori che si sono succeduti nel corso di questi ultimi due decenni, centinaia di milioni di euro sono tornati indietro a Bruxelles. Un vero e proprio sacrilegio che rischia di consumarsi per l’ennesima volta. Entro il 31 dicembre, infatti, devono essere rendicontati 700 milioni, ma gli uffici sono in forte ritardo, motivo per cui buona parte di questi potrebbero essere perduti definitivamente.
Tra le motivazioni principali del ritardo, fornite dall’esecutivo regionale, la mancanza di personale qualificato. Nonostante l’elevato numero di dipendenti sono poche decine quelli in possesso delle competenze professionali adeguate. Non a caso l’assessore al personale, Bernadette Grasso, sin dal suo insediamento ha lanciato l’allarme sulla necessità di reperire forze nuove. Per questo già prima dell’estate è stato avviato un percorso di confronto con i sindacati sulla mobilità, che però proprio ieri ha subito uno stop a causa del mancato rinnovo del contratto collettivo. Mentre la scorsa settimana sempre l’assessore Grasso aveva fatto sapere che la Regione sta studiando un bando per la selezione di giovani neolaureati ai quali far fare dei tirocini retribuiti. Altri esperti, invece, sono stati chiesti al Formez e alle società partecipate.
Nel frattempo per tentare di dare un’accelerata alla rendicontazione il governo sta pensando di sfruttare questo breve tempo a disposizione, concentrando tutto sulle grandi opere in corso di costruzione. Si tratta della Tratta B del Passante ferroviario di Palermo, che collega la città all’aeroporto, e del secondo Tratto della strada Agrigento-Caltanissetta.
A questi potrebbero aggiungersi la Tratta A del Passante di Palermo, la linea ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono e la Circumetnea. Così facendo si potrebbe arrivare a quota 400 milioni. Un bel balzo in avanti se si considera il punto di partenza, ma ne rimangono ancora 300 per i quali è necessario trovare una soluzione in tempi rapidissimi. Un tesoretto che una regione come la Sicilia, con percentuali altissime di poveri e disoccupati, non può certo permettersi di buttare via.