Come un orologio svizzero ritorna ogni anno la questione sull’assegnazione delle cattedre. Mentre alcuni insegnanti e studenti cominciano già a riassaporare l’aria scolastica con l’avvio degli esami di riparazione, cresce l’attesa per quella parte di classe docente ancora in bilico.
Rispetto agli anni passati la procedura è stata avviata con leggero anticipo. “Circa a metà luglio le domande sono state inserite nel sistema. Ora si aspetta che i provveditorati della Sicilia lancino il programma e pubblichino le assegnazioni. Ciò avverrà tra la fine di agosto e primi di settembre“. A dirlo è Claudio Parasporo, segretario di Uil Scuola Sicilia.
Nei giorni scorsi il direttore dell’USR Sicilia, Giuseppe Pierro, aveva sottolineato come nell’Isola non esista al momento un problema legato alla carenza di insegnanti.
Ma è veramente così? In realtà occorrerebbe fare una distinzione. “Per quanto riguarda gli insegnati curriculari non c’è carenza. Il Ministero dà un organico, un numero, ma bisognerebbe considerare quanto ne serve realmente. Esistono infatti due tipi di organici, quello di diritto e quello di fatto. Con il primo si procede a marzo e indica quanti docenti ci sono. Il secondo sono le sopraggiunte esigenze e parte da giugno“.
La categoria a riscontrare i maggiori disagi sarebbero gli insegnanti di sostegno di cui si sarebbe raddoppiato l’organico in seguito: da 10mila a 20mila. Dal Ministero questo surplus è considerato come organico aggiuntivo per sopraggiunte necessità e dunque “basandoci sulle richieste e sui dati ministeriali tutto rientra nella norma e non esiste alcuna carenza di docenti. Ogni anno – aggiunge Parasporo – c’è sempre questo ‘gioco’ sul sostegno. Tutte le supplenze di settembre sono infatti sull’organico di fatto di sostegno. Si raddoppiano i posti e ogni 10-15 giorni c’è un decreto nuovo sul sito, con nuovi posti di sostegno in deroga“.
Da settembre qualcuno però potrà finalmente festeggiare. Parliamo infatti di quella fetta di insegnanti con un unico sogno nel cassetto: rientrare a casa e riabbracciare la propria terra. La Sicilia, come emerge dal report del Ministero dell’Istruzione, pubblicato mesi fa, è la Regione con la richiesta di mobilità più alta in assoluto. A livello nazionale, circa 45mila insegnanti sono stati in grado di ottenere un trasferimento, a fronte di oltre 82mila domande presentate. Tuttavia, la situazione si presenta molto diversa nell’Isola. Di circa 12mila richieste di rientro, per lo più provenienti da Lombardia e Piemonte, ne sono state accolte meno di 1.600. “I posti sono pochi rispetto alle persone che vogliono rientrare. Rispetto al 2015, con gli spostamenti del Governo Renzi – aggiunge Parasporo – la situazione sta rientrando e non è più drammatica come all’inizio“. Il problema sarebbe più evidente nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie. Al contrario, la situazione sembra si stia appianando per medie e superiori.