Un anno fa come oggi Palermo si svegliava con un nuovo sindaco. L’inizio di una nuova era dopo Leoluca Orlando, che complessivamente ha occupato Palazzo delle Aquile per 22 anni.
La sindacatura è partita con la spinta del 47,6 per cento delle preferenze, 98.448 voti che hanno permesso a Roberto Lagalla di battere nettamente i suoi avversari, Franco Miceli che si è fermato al 29,5 per cento, e Fabrizio Ferrandelli, eterno secondo. Anzi, in questo caso terzo, con il 14,2 per cento dei voti.
Sostenuto da una coalizione di liste, Lagalla ha puntato tutta la sua campagna elettorale sulla volontà di far rinascere il capoluogo siciliano. Una nuova “Primavera”, dopo quella che contrassegnò il primissimo mandato di Orlando, nel lontano 1985. Altri tempi, altri problemi con cui confrontarsi.
I punti del programma di Lagalla per i prossimi anni comprendevano l’ammodernamento dell’amministrazione. Spazio anche per i giovani, con l’obiettivo di far aumentare le opportunità occupazionali. Un capitolo a parte era costituito dallo sviluppo dell’economia cittadina, senza dimenticare i più fragili. Su tutto, la visione urbana “rivoluzionaria”, con spazi, mobilità e trasporti rivisti nell’ottica di una migliore qualità della vita, dal centro alle periferie.
Insomma, fantascienza, se si pensa che tutto questo avrebbe dovuto trovare il suo compimento nei soli cinque anni di mandato. Ciò non toglie che qualche tassello lo si possa già collocare in questo periodo.
Uno di questi, quello più visibile, senza dubbio è quello relativo all’emergenza cimiteriale. In 365 giorni, la Giunta Lagalla è riuscita a mettere la parola “fine” ad una situazione che si trascinava dal 2020. Anzi, lo ha fatto in poco più di cinque mesi. È bastato commissariare il servizio affinché si cominciasse davvero a lavorare sodo.
Su altro, invece, si sono già viste alcune fratture interne alla maggioranza. Non è un caso che, in alcuni momenti cruciali, le sedute di consiglio comunale siano andate deserte. È accaduto quando si dovevano rinnovare i cda delle partecipate. Sta succedendo ancora in occasione dell’approvazione del piano di riequilibrio e del bilancio di previsione 2023-2025, con tutti gli atti propedeutici.
Considerato il fatto che i primi due anni sono quelli destinati alle misure più impopolari, bisogna capire quanto Lagalla affonderà i colpi, se sarà un sindaco da un solo mandato o se alternerà il bastone e la carota nel capoluogo delle città “difficili” di Sicilia.