“Liberatevi da questi giochi, smettetela di farvi prendere in giro. Venite con chi rappresenta il territorio. Liberiamo la Sicilia dalla banda Bassotti della politica”. Da ieri Cateno De Luca lancia appelli ai delusi del Pd, soprattutto ai giovani dem. L’occasione è stata la pubblicazione degli elenchi dei candidati Pd nei collegi dell’isola sia per la Camera che per il Senato e che hanno scatenato polemiche nel partito, a aperto la strada anche a possibili fughe, divorzi, mal di pancia.
E Cateno De Luca, coglie la palla al balzo. Alle amministrative di Messina i voti li ha tolti soprattutto al M5S ed alla sinistra, adesso apre le porte delle liste a chi è rimasto deluso da una composizione delle candidature che non soltanto relega molti esponenti siciliani in posti di secondo e terzo piano, ma appare anche come scarsa fiducia nella capacità della classe politica regionale dem di essere rappresentativa a livello nazionale.
I due capolista al Senato in Sicilia sono “catapultati”: Anna Maria Furlan (ex segretaria nazionale della Cisl, genovese) e Antonio Nicita (siracusano di nascita ma trapiantato a Roma da sempre, attualmente nella segreteria di Letta). Decisioni che hanno suscitato le ire di Antonello Cracolici, scivolato al secondo posto al Senato 1 che rifiuta la candidatura e avverte il partito: “Considero un grave errore politico, aver indicato nelle posizioni eleggibili nei due collegi siciliani, due persone che non hanno un radicamento in Sicilia. Il Senato, anche per legge, è espressione delle regioni italiane. Il PD ha deciso di non dare voce alla Sicilia nel Senato della Repubblica. Sta dicendo che la classe politica regionale non ha ambizione nazionale”.
Un errore che secondo molti esponenti Pd è ancora più grave perché avviene nello stesso giorno in cui si voterà per le Regionali e le conseguenze si vedranno nelle urne. “Neanche Renzi, che ha fatto una carneficina, con le liste fatte per la Sicilia cinque anni fa, aveva scelto parlamentari non siciliani per rappresentare la Sicilia al Senato. La mia amarezza- conclude Cracolici– è secondaria rispetto alla gravità dell’errore politico fatto che, temo, peserà sull’esito del voto. La vita va avanti”.
I malumori riguardano tutta l’isola anche per la doppia blindatura di Giuseppe Provenzano (ex ministro per il Sud e vice segretario nazionale del partito) capolista in due collegi.
Fuori dalle liste restano i due deputati uscenti Fausto Raciti e Pietro Navarra. Quest’ultimo ha replicato con stile ma ha annunciato che “prenderò un paio di giorni di riflessione”. Il territorio di Messina infatti rischia di non avere rappresentanti del Pd. Fuori l’uscente Navarra, la capolista al proporzionale a Messina è Stefania Marino di Enna. I messinesi Giacomo D’Arrigo e Simona Caudo sono al secondo e terzo posto. Nel 2018 fu eletto un solo deputato al proporzionale, appunto Navarra (la capolista era la Boschi, il vizietto del Pd non cambia…..).
All’uninominale è stato schierato Felice Calabrò, consigliere comunale, che dovrà vedersela oltre che con il candidato di De Luca, l’attuale vicesindaco Francesco Gallo, con la corazzata di centrodestra (con ogni probabilità Matilde Siracusano).
Al Senato 2 poi Messina risulta quarta, con la consigliera comunale Antonella Russo. Capolista, come detto, è Antonio Nicita che è nella segreteria nazionale di Letta.
Sulla graticola in queste ore è finito il segretario regionale Anthony Barbagallo, che ha posto il suggello alle candidature ed è capolista Camera Sicilia 2.
Tanti mal di pancia proprio alla vigilia della preparazione delle liste per le Regionali, quanto basta a De Luca per lanciare l’amo: “Barbagallo blindato, Provenzano blindato, il cerchio magico soddisfatto e voi fino a quando volete farvi trattare così? Nel frattempo è quasi certa la rottura tra Pd e 5stelle anche alle Regionali. Lo dico soprattutto ai giovani, volete continuare a farvi prendere in giro?”.