Bagheria, a pochi chilometri da Palermo, è una località che custodisce un incredibile patrimonio storico-architettonico, grazie allo splendore delle sue numerose ville. Fu soprattutto, a partire dal Settecento, che vennero costruiti questi luoghi di villeggiatura, specialmente, per le famiglie dell’aristocrazia palermitana. Ville costruite in stile barocco, dotate di ariosi e raffinati ambienti interni ed estesi spazi all’aperto dove dominavano variopinti e lussureggianti parchi.
Il primo nobile che si fece costruire una villa a Bagheria fu il viceré di Palermo, Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e Leonforte. Egli, nel 1658, decise di ritirarsi in esilio volontario nelle sue terre di Bagheria in quanto costernato a causa della fallita congiura antispagnola nella quale era stato uno dei protagonisti. Così il principe fece erigere Villa Butera, conosciuta anche come U Palazzu, in stile medievale, con due torri merlate, di cui oggi ne è sopravvissuta soltanto una. Sopra la porta principale, sul fronte orientale, vi è un’iscrizione marmorea che recita “Ogni speranza è ormai perduta, un solo bene mi consola: che il tempo passa e vola e presto mi toglierà la vita”. Il grande parco di villa Butera non esiste più in quanto è stato lottizzato e costruito.
Sicuramente un vero e proprio gioiello, unico nel suo genere, è Villa Palagonia, chiamata villa dei Mostri. I lavori di costruzione di questo edificio molto particolare, per certi versi grottesco ma anche affascinante, iniziarono nel 1715 per volontà di Ferdinando Gravina e Cruyllas, principe di Gravina e Palagonia, e furono completati verso la metà del XVIII secolo dal nipote del principe, Ferdinando Francesco II. Fu proprio quest’ultimo a far realizzare decorazioni raffiguranti animali fantastici e figure antropomorfe, così come le numerose statue, circa duecento, con sembianze mostruose e raccapriccianti che incutono timore, curiosità e perplessità al visitatore.
Rappresentazioni che hanno reso celebre Villa Palagonia sulla quale si sono spese nel corso del tempo diverse interpretazioni. Si pensò, infatti, che Ferdinando Francesco II fosse folle. Ma il principe di Palagonia non era affatto fuori di testa, anzi, era un intellettuale piuttosto raffinato, dotato di grande capacità analitica, un uomo che era riuscito a ricoprire diversi incarichi pubblici di prestigio, un uomo in grado di aumentare le proprie ricchezze e il proprio potere. Non un pazzo ma certamente un uomo molto eccentrico.
Le statue e gli oggetti surreali della villa sono espressione dello scetticismo del principe di Palagonia nei confronti dell’Intelletto, in un secolo, quello dei Lumi, in cui l’Intelletto godeva di piena fiducia. Oggi delle circa 200 statue ne sono rimaste soltanto 62, la cui fama è stata, fin da sempre, negativa: vi è, infatti, la credenza che le statue mostruose siano esseri malefici, diabolici, posti a difesa della villa e in grado di comparire in sogno a chiunque tenti di entrarvi. E poi, La Sala degli Specchi è un salone singolare, ricoperto interamente da specchi in grado di moltiplicare all’infinito l’immagine di chi vi entra, per un effetto suggestivo e giocoso che dice tanto del pittoresco carattere del principe di Palagonia. Villa Palagonia nel corso del tempo ha ispirato intellettuali e artisti di alto livello, a volte suscitando ammirazione, come nel caso di Salvador Dalì e Renato Guttuso, altre volte, invece, generando sconcerto, come nel caso di Goethe.
Villa Galletti-Inguaggiato, costruita nel 1770 dal marchese Giovanni Pietro Galletti, si è conservata in ottime condizioni. È plausibile che in origine la struttura venisse utilizzata come residenza di caccia e durante i moti del 1848 la villa venne adoperata come caserma dalle truppe borboniche.
E come non ricordare Villa Valguarnera con la sua maestosità ed eleganza estetica, la più regale delle ville di Bagheria, sembrando quasi una reggia. La letterata Dacia Maraini, imparentata con la famiglia Alliata, proprietaria della villa, nel suo libro “Bagheria” scrive: “Ed ecco che dopo avere camminato per un altro centinaio di metri, alzando gli occhi ci si trova davanti la villa Valguarnera in tutta la sua bellezza. Un corpo centrale a due piani, con un seguito di finestre, vere e finte, che scorrono seguendo un ritmo giocoso e severo. Dal corpo centrale partono due ali piegate in modo da formare un semicerchio perfetto”. La villa si trova in un grande parco e accoglie il visitatore con una scala a tenaglia che porta ad una veranda da dove si può accedere al grande salone da ballo, i cui elementi architettonici conferiscono dinamicità all’ambiente, decorato in oro zecchino e raffigurazioni floreali. E poi, in molte altre sale della villa, prendono corpo affreschi di paesaggi e racconti mitologici.
Per concludere, ricordiamo Villa Aragona-Cutò, il cui proprietario fu un grande scrittore siciliano, Giuseppe Tommasi di Lampedusa, che la ereditò dalla madre, la quale era appartenente alla famiglia Filangeri Cutò. La villa venne costruita nei primi anni del Settecento dal principe di Aragona, Luigi Onofrio Naselli. E poi Villa Cattolica, costruita nel 1736 dal principe Francesco Bonanno, che oggi custodisce la più ampia collezione di dipinti del maestro Renato Guttuso. Infine, Villa Arezzo Spedalotto, al centro di un lussureggiante agrumeto, i suoi ambienti interni sono decorati da preziosi affreschi che impreziosiscono pareti e soffitti.
Le ville di Bagheria costituiscono un patrimonio storico-artistico-architettonico di inestimabile valore. Ville che custodiscono importanti espressioni artistiche, affreschi di pregevole fattura, circondate, spesso, da paesaggi marini e naturali da togliere il fiato, dove il barocco siciliano domina e trova rilevante manifestazione. Ville capaci di affascinare ed emozionare il visitatore.