Se dalla parti della Sicilia rosanero la tempesta non sembra ancora placarsi, l’arcobaleno spicca nei cieli orientali dell’Isola. L’arrivo di Lucarelli ha scosso l’ambiente catanese, riaccendendo la gioia dei tifosi, affievolita a inizio stagione dopo i festeggiamenti no-stop per il ritorno all’arrembaggio tra i professionisti.
In un girone competitivo come il gruppo C, storicamente protagonista di tanti colpi di scena e divertimento assicurato, la squadra del presidente Pelligra ha subito il colpo del salto di categoria. Non solo le avversità da neo-promossa ma anche e soprattutto una squadra rivoluzionata e rinnovata, già a partire dalla guida tecnica. In estate, archiviato l’eroe della promozione Ferraro, è toccato a mister Zeoli prendere le redini della formazione rossazzurra, premiando così il lavoro svolto in under 19. Salutati alcuni senatori, il via vai, sia in entrata sia in uscita, è stato affollatissimo. Il risultato finale è quello di una rosa dal forte tasso tecnico e qualitativo ma in ritardo nel cucirsi addosso un’identità ben precisa. L’impatto non è stato dei migliori. La delusione per la prima in casa con il Crotone, i risultati altalenanti, la sfortuna e le prestazioni che non hanno del tutto convinto. Da qui la drastica scelta dopo la caduta con il Cerignola: via il tecnico di Civitavecchia, dentro Cristiano Lucarelli. Non proprio un volto sconosciuto tra le strade catanesi che l’allenatore toscano ha già calcato due volte.
Cambiata la disposizione degli undici in campo, l’idea di attacco e di difesa e con una nuova motivazione, il Catania ha già tagliato il primo traguardo stagionale. I due successi di fila con Turris, al fotofinish, e in trasferta con il Giugliano sono una vera iniezione di fiducia per una squadra che necessita di autostima. Proprio con questo obiettivo, appena due settimane fa, l’ex bomber di Lecce e Livorno ha preso il timone della panchina rossazzurra. Per Lucarelli il lavoro è appena iniziato, c’è ancora tanto da fare, ma avrà a disposizione il tempo necessario per schiarirsi le idee e preparare la lista della spesa per gennaio.
I punti di partenza non mancano. Gli ultratrentenni Di Carmine e Chiricò sono una marcia in più per scalare un campionato ostico come quello di Lega Pro, dove a vincere sono sempre esperienza e gruppo. In attesa che quest’ultimo si consolidi e si amalgami nella maniera più congeniale, la maturità agonistica dei due attaccanti inizia già a pesare. Lo sterile reparto offensivo che ad oggi ha collezionato 14 reti è trainato proprio dai numeri 10 e 32, rispettivamente con 6 e 3 gol. Al di là dei dettagli da limare davanti, buoni spunti arrivano dalla retroguardia, la più solida del gruppo C, alle spalle della sola Juve Stabia.
Primo aspetto da migliorare sarà certamente il rendimento casalingo. Il “Massimino” si è da poco rifatto il look, ora toccherà alla formazione rossazzurra far riaccendere la luce negli occhi degli ultras. Visto il magro e deludente bottino tra le mura amiche, solo dieci punti in sette partite, a regalare spettacolo ci hanno pensato proprio i supporter. L’amore per la maglia è più forte dei risultati e così con una media di 17.176 spettatori lo stadio catanese è il più affollato di tutta la categoria. In nessuna parte della penisola il calore dei tifosi arde così forte.
Il viaggio del Catania di Lucarelli è solo ai nastri di partenza. La compagine etnea ora sarà chiamata a confermarsi, a distanza ravvicinata, con Crotone e Virtus Francavilla. Mercoledì sarà la volta dei calabresi per gli ottavi di finale di Coppa Italia (turno ad eliminazione diretta). Poi, domenica sera, testa alla Virtus Francavilla rituffandosi sul campionato.