Promette battaglia l’onorevole Cateno De Luca contro il tentativo in corso da parte dell’Assemblea regionale siciliana di sanare la posizione del personale assunto “in violazione di legge” nelle società-satellite della Regione Siciliana. Si tratta di centinaia di persone entrate negli anni nella galassia degli enti regionali “a chiamata diretta”. “Il Parlamento – dice De Luca in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook – sta tentando proprio con l’articolo 1 del d.l. 46 di fare una grande insaccata e sanare tutte queste situazioni”.
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Il provvedimento generale di cui parla De Luca è la legge di bilancio che l’Ars si appresta a votare nei prossimi giorni. Un atto che sta animando il dibattito politico siciliano, mentre nessuna notizia era fin’ora trapelata sulla norma messa all’indice dal deputato messinese. Un’operazione insidiosa dal punto di vista comunicativo, perchè fornisce alle opposizioni un assist molto ghiotto per attaccare il governo Musumeci e le forze che lo sostengono.
“Io non ci sto – spiega De Luca – perchè non è giusto nei confronti dei giovani siciliani che si laureano con grandi sacrifici, che sono delle eccellenze che rimangono disoccupati oppure sono costretti ad andarsene al Nord o all’estero e qui ci troviamo sempre con ‘i figli di’, con ‘i compari di’ ad essere stati chiamati nelle società partecipate utilizzando sempre le risorse dei siciliani come un bancomat. Non ci sto e questa norma non passerà”. Pertanto ha già annunciato il suo voto contrario in Aula.
Non è la prima volta che Cateno De Luca affronta il problema. Già nel 2010, spiega lui stesso nel video, era riuscito ad introdurre delle norme in finanziaria per impedire queste pratiche clientelari nelle società partecipate della Regione. Norme che prevedevano sanzioni per presidenti, direttori e consigli di amministrazione e che, come sostiene De Luca, sono state sistematicamente disattese e successivamente abrogate nel 2017 durante il governo Crocetta con la legge regionale numero 16.