La lince iberica, il felino più raro del pianeta, era una specie di cui nel 2002 erano rimasti 94 esemplari ma la cui popolazione è aumentata di dieci volte passando ai 1.111 di oggi, di cui 239 femmine in età riproduttiva (rispetto alle 27 del 2002).
Il “ritorno della lince iberica” è sottolineato dal Wwf che ha contribuito a salvare questa specie e che con l’arrivo delle feste “cerca alleati con la campagna ‘A Natale mettici il cuore’ per far sì che ognuno di noi, attraverso l’adozione simbolica di una specie a rischio, possa sostenere concretamente i progetti di conservazione” dell’associazione ambientalista.
Partecipare alla campagna di Natale Wwf, spiega l’ong, “significa rendere più forti i progetti sul campo”, grazie “agli innumerevoli sforzi e ai progetti di conservazione messi in campo da Wwf, amministrazioni locali e Unione Europea (progetti Life)”.
Dagli inizi del secolo scorso, spiega il Wwf, “la progressiva riduzione dei conigli selvatici, che costituiscono il 90% della dieta della lince, la persecuzione diretta dell’uomo, che ha per lungo tempo considerato i predatori selvatici ‘specie nocive’ da eliminare con ogni mezzo, e la distruzione e frammentazione degli habitat, conseguente all’espansione urbana, avevano provocato una drastica diminuzione della popolazione di lince nella penisola iberica. Dopo i primi segnali di ripresa, dal 2006 è stata implementata una nuova ambiziosa azione, la riproduzione in cattività e la successiva reintroduzione di alcune linci in Andalusia”. E poi sono seguiti altri interventi ma, avverte l’ong, la lince iberica non è fuori pericolo.
Secondo le stime di diversi esperti, il numero di linci dovrebbe raggiungere i 3.000 – 3.500 individui, comprese circa 750 femmine in età riproduttiva, per essere considerato in uno stato di conservazione favorevole. Una sfida che qualche decennio fa sembrava impossibile, ma che oggi può essere vinta, lavorando anche sulla connettività ecologica e sulla conservazione degli habitat d’elezione del felino più raro del pianeta.