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Mafia, l’intervento del boss per fare arrivare la fibra ottica a Cruillas

giovedì 4 Giugno 2020

Estorsioni, scommesse abusive sulle piattaforme on line ma anche le transazioni immobiliari. Erano le principali fonti di guadagno del mandamento della Noce a Palermo, decapitato oggi nel blitz della polizia. Nell’operazione è stata bloccata l’ascesa del nuovo padrino, Salvatore Alfano, ma sono stati portati in carcere anche vecchi personaggi che da anni gestivano gli interessi di cosa nostra tra i quartieri Noce e Cruillas.

Tra questi Biagio Piraino, meccanico incensurato, che di fatto era il braccio destro del boss Giovanni Nicoletti deceduto a febbraio scorso. Piraino filtrava gli appuntamenti per il capo e gestiva la rete relazionale della famiglia mafiosa in modo da garantire la riservatezza delle comunicazioni. Ma non solo. Fu l’intercessione di Piraino a consentire l’installazione della fibra ottica nella zona. A chiedere il suo intervento  sarebbe stato il capo della ditta che stava svolgendo i lavori ha chiesto un aiuto al braccio destro del boss.

Secondo l’analisi degli inquirenti la vicenda assumerebbe contorni che descriverebbero in maniera lampante la pervasività della cosca mafiosa nel controllo del quartiere: “Nel maggio 2017 – è il racconto – il coinvolgimento nei lavori per il passaggio della fibra ottica nel quartiere Cruillas. La vicenda rassegnata dalle indagini in relazione al passaggio della fibra ottica nel quartiere Cruillas si rivela in effetti altamente indicativa del ruolo assunto dalla famiglia mafiosa nel territorio tanto da essere coinvolta dai rappresentanti della società che eseguiva gli scavi per il passaggio della fibra ottica: nel caso di specie, grazie alle intercettazioni di una conversazione intercorsa tra Piraino e Nicoletti, apprendiamo che il lavori di scavo per il passaggio della fibra erano stati bloccati per il netto rifiuto del proprietario di un terreno interessato (tale Mimmo) e che i responsabili della società, alfine di evitare di perdere la commissione, si erano rivolti proprio a Piraino perché intercedesse presso il proprietario del terreno”.

“Nel corso della conversazione, invero, Piraino informa Nicoletti delle scelte intraprese ottenendone il benestare: racconta, infatti, di essersi recato sui luoghi, di aver preso contatti con il proprietario, di aver capito le ragioni del rifiuto e di essersi adoperato nel senso di una mediazione. La vicenda si concluderà – ed è questa una prova indiscutibile dell’autorevolezza della famiglia mafiosa ~ con l’accoglimento delle richieste del proprietario del terreno (sostituzione di un palo della luce che insisteva sulla sua proprietà) e con l’esecuzione dei lavori da parte della ditta appaltatrice“.

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