Marco Rubino, sindaco di Sant’Agata Li Battiati ha annunciato il suo passaggio dalla formazione politica Sud chiama Nord, guidata da Cateno De Luca, alla Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro. L’evento che si è tenuto sabato 15 febbraio a Catania è servito prima di tutto a condividere con amici e la classe dirigente del partito gli ideali e i motivi del suo cambio casacca.
La decisione era stata già comunicata dallo stesso Rubino, al suo secondo mandato da primo cittadino. Il sindaco ha definito positiva, seppur breve, l’esperienza con il movimento di De Luca, durata circa 10 mesi, una partecipazione che è servita per una crescita dal punto di vista umano, sociale e politico. Ha sottolineato come la Democrazia Cristiana rappresenti per lui “una casa naturale“.
Laureato in scienze politiche, il primo cittadino della provincia catanese ha svolto la sua tesi proprio su De Gasperi e i fratelli Sturzo. “Da sempre mi sono sentito vicino alla Dc. Sono una persona moderata, che non ama la politica gridata, ma che crede nel dialogo, nel confronto e nell’ascolto”.
Gli ideali che ha sposato con i suoi studi sono la famiglia, la dignità del lavoro e la centralità dell’uomo, valori fondamentali e “spero di poter contribuire alla crescita del partito, che considero la casa di tutti, dove si maturano le scelte per un’azione politica responsabile“.
Le basi su cui afferma il suo monito sono molto solide. Entrando in un ‘contenitore’ politico desidera dire la sua, da sindaco e da soggetto politico, in generale. I punti su cui Rubino si è soffermato e su cui ha intenzione di lavorare sono tanti, come sono molteplici i problemi che mettono e hanno messo in ‘ginocchio’ i cittadini siciliani.
Il precariato, in primis, che uccide i giovani, che vanifica l’opportunità di esprimere se stessi e il proprio talento. “Dopo che l’azienda investe su un dipendente, dopo uno o tre anni viene meno un’investimento, la qualità umana, e di conseguenza le capacità acquisite da quella persona“.
I rifiuti, un tema che in Sicilia è importante e intricato e la nostra terra lo subisce in toto, “un argomento che viene fuori solo quando ‘si sente l’emergenza’, quando in realtà invece se ne dovrebbe parlare con maggiore costanza affinché il problema si risolva“.
Sul tema dei termovalorizzatori il sindaco Rubino ha espresso ampiamente il suo consenso, nei termini in cui questi possano essere delle soluzioni soprattutto dal punto di vista economico. “Prima che questi vengano realizzati bisogna che la Regione dia delle risposte concrete“, soprattutto dal momento in cui spendiamo circa 100 milioni l’anno per il trasporto dei rifiuti dalla Sicilia, verso chi li acquista, li prende e li rivende. “In qualità di sindaco e soggetto politico ho bisogno di dare voce a chi non ce l’ha, i cittadini. Nel resto d’Italia i rifiuti sono una risorsa economica ed energetica, da noi solo un costo“. E’ chiaro a tutti, e soprattutto nel catanese, il lavoro svolto dal primo cittadino in questi anni, che si è fatto promotore di tantissime delle problematiche su cui riversa Sant’Agata Li Battiati, in primis sulla gestione del sistema rifiuti.
Altro argomento su cui si è soffermato è stata la siccità e la dispersione idrica in Sicilia, anche questo un tema di cui si parla solo ed esclusivamente quando ‘non se ne può fare a meno’. Superiamo l’autunno e quindi il periodo del ‘problema’, e non se ne parla più. “Se poniamo dei dissalatori importanti tra gli investimenti richiesti alla comunità europea si risolverebbero molte criticità, soprattutto nell’entroterra siciliano, Enna, Caltanissetta, Agrigento. Sentire di razionamento, distribuzione d’acqua ogni 10 giorni, è assurdo“.
Il neo componente della Dc si fa portatore di proposte che non sono delle soluzioni ma “bisogna prendere questi argomenti, porli sul tavolo della discussione del partito e portarli alla classe dirigente affinché possano diventare dei disegni di legge“. Proposte che vengono direttamente dai cittadini e da quelli che sono i bisogni che provengono dal basso, per parlarne, strutturarli sottoforma di disegno di legge e poi portarli all’assemblea regionale. Con l’auspicio che questi possano ritornare sottoforma di benefit per il popolo.
“Siamo chiamati a non essere solo osservatori ma protagonisti del nostro cambiamento, altrimenti non siamo forza nuova, energia e classe dirigente capace della rappresentanza“. Una formazione durata 7 anni e mezzo, da sindaco, fanno di lui un’espressione politica che si vuole inserire nel partito con la richiesta di finanziamenti europei. “Il sindaco amministra una comunità, l’Ars amministra la più grande comunità, ovvero l’Isola. Abbiamo uno statuto che a mio avviso andrebbe applicato con maggiore frequenza. Bisogna credere che qualcosa può cambiare“.
“Precariato, acqua e rifiuti e i valori della centralità della persona umana, li ritrovo nella storia della Democrazia Cristiana. La storia è memoria, è saggezza e riflessione, dignità del lavoratore, valori fondamentali che sono a me congeniali“.