Un accordo economico regolerà i rapporti tra i pescatori di Mazara del Vallo e le milizie libiche controllate dal colonnello Khalifa Haftar. Il patto è stato raggiunto da Federpesca che inizialmente aveva riferito di un’intesa raggiunta con un’autorità controllata in parte dagli uomini di Al Serraj (primo ministro del Governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu) e in parte da quelli del generale che sta conducendo l’avanzata su Tripoli. Ma le carte – scrive l’agenzia AGI – hanno svelato che l’accordo è stato siglato con la Libyan Military Investment and Public Works, agenzia d’investimento legata all’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) di Haftar.
“Si è vero, l’accordo è stato raggiunto con la parte legata ad Haftar – ha detto Luigi Giannini, presidente di Federpesca – ma adesso ne stipuleremo uno analogo con on Sarraj, ma noi non c’entriamo niente con i finanziamenti dei regimi”. “Ma quando mai – dice uno degli armatori contrari all’accordo – nessuno vuole andare a pescare nella Tripolitania”.
I rapporti saranno intermediati da una società di diritto maltese che si occuperà di riscuotere le somme previste per la concessione di una licenza.
L’accordo di natura privatistica – che prevede il pagamento di una quota mensile di 10 mila euro e 1,5 euro per ogni chilo di pesce pescato e pesato a Malta – ha una validità di 5 anni e consentirà la pesca per otto mesi l’anno, suddividendo le licenze in categorie: crostacei, palangaro e pesce fresco.
Per ognuna di queste verranno concesse dieci autorizzazioni e – trovandoci in piena stagione di pesca del gambero rosso – sono già esaurite quelle riferite ai crostacei. “L’accordo è perfettamente valido”, ha precisato Giannini di Federpesca, mentre Toni Scilla di Agripesca Sicilia lo considera “un brutto accordo che mette in difficoltà tutti gli armatori che resteranno fuori e rischia di destabilizzare la zona – aggiunge – perchè lì serve un’intesa istituzionale per portare serenità nel Mediterraneo. L’unico accordo possibile sarà quello che consentirà a tutti i pescatori di operare all’interno delle acque internazionali (rivendicate dai libici ndr) senza alcune difficoltà”.
Il governo di Tripoli dal 2005 rivendica (unilateralmente) una Zee (zona economica esclusiva) a 74 miglia dalle coste libiche, circa 62 miglia in più rispetto alle acque territoriali riconosciute dalla comunità internazionale. “Da giorni ricevo telefonate di armatori che aderiscono ad Agripesca – continua Scilla – e hanno paura ad uscire per la prossima battuta di pesca”.
Anche Nino Carlino, presidente del Distretto della Pesca di Mazara – si è detto preoccupato (LEGGI QUI).
“Un patto serio dovrebbe coinvolgere tutte le istituzioni impegnate – continua Toni Scilla (Agripesca) – dai Ministeri alle forze militari. Venerdì scorso (6 settembre ndr) c’è stato un episodio molto curioso a 35 miglia da Bengasi, con dei militari della Cirenaica (la regione di riferimento del generale Haftar ndr) a bordo di un gommone che hanno mitragliato a vuoto in una zona in cui c’erano nove pescherecci di Mazara del Vallo, poi si sono avvicinati e hanno intimato loro di andare via: non sono stati spari di militari di un governo riconosciuto e quindi è facile pensare che quei presunti militari stessero semplicemente provando a far rispettare l’accordo”.
LEGGI QUI:
Carlino: “Preoccupati per l’accordo fra Federpesca e l’autorità della Cirenaica”