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“L’informativa ieri in Consiglio dei ministri è andata molto bene: domani ci sarà un vertice di maggioranza e definiremo la rotta. Non penso ci siano fibrillazioni per quanto riguarda i contenuti“.
Sul tema dell’autonomia differenziata il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, si mostra ottimista e getta acqua sul fuoco riguardo alle possibili polemiche. Il titolare del dicastero è intervenuto a Palermo per incontrare il governatore siciliano Nello Musumeci. Al termine del vertice, Boccia ha anche presenziato a una riunione della giunta regionale.
Riguardo al testo della legge sull’Autonomia differenziata, Boccia ha affermato: “Non ho mai chiesto di forzare, non avrei mai violato le regole. Se ci sono le condizioni e c’è l’unanimità lo si porterà avanti secondo i meccanismi che decideranno tutti i gruppi parlamentari. Nella nota di aggiornamento al Def – ha spiegato – ho assunto un impegno che ci sarebbe stato un collegato alla manovra chiamato ‘disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata’ ed è quello che sto facendo nei tempi previsti, ossia dicembre“. E sull’iter della legge: “Dal 2 gennaio per quanto mi riguarda possiamo andare in Parlamento – ha detto – Questa è stata la fase della costruzione del consenso con i territori, le Regioni mi hanno dato un contributo importante perché tutte hanno smussato le loro posizioni di partenza“.
Sulla questione è intervenuto il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, che ha spiegato come “da parte del governo non ci sia mai stata alcuna opposizione alla legittima aspirazione di alcune regioni del Nord di ottenere un regionalismo differenziato. Abbiamo solo manifestato l’esigenza di istituire un tavolo nazionale davanti al quale affrontare un tema che ha ricadute che riguarderebbero tutto il territorio nazionale. Abbiamo sottolineato – ha proseguito il governatore – l’esigenza di tutelare la perequazione infrastrutturale e fiscale perche’ non vorremmo che una parziale applicazione del regionalismo possa determinane una ricaduta negativa sul Mezzogiorno che vivono una stagione di grandi difficoltà“. Poi l’annuncio: “A gennaio celebreremo a Palermo una giornata dedicata alle Regioni a statuto speciale. Vorremmo tanto che in quella giornata ci fosse anche la presenza del ministro, che ha dato già la sua ampia disponibilità“.
Il ministro Boccia è intervenuto anche sulle controversie tra Stato e Regioni di fronte alla Corte Costituzionale, stigmatizzando l’eccessivo ricorso alla Consulta: “La Consulta non è un Tar, non si può pensare di andare davanti alla Corte costituzionale per qualsiasi cosa. Negli ultimi anni si è presa l’abitudine di rivolgersi alla Consulta per qualsiasi cosa e penso che non sia giusto né per le Regioni né per lo Stato, né per la stessa Corte – ha continuato – Non posso più tollerare cento leggi impugnate all’anno, quasi dieci al mese: e’ una cosa insopportabile per il caos che questo crea e per i costi a carico di Stato e Regioni. C’è un impegno a ridurre i ricorsi sia da parte dello Stato che della Regione, penso si possa arrivare al 50%è
Infine, chiacchierando a fine conferenza con i giornalisti, il ministro ha parlato di trasporti: “Che Sicilia e Sardegna non abbiano treni all’altezza è una vergogna nazionale – ha detto – Le risorse ci sono, penso allora che abbia molto più senso sollecitare le aziende a dare tempi all’altezza di una società digitale. Risposte come ‘per realizzarli occorrono da 5 ai 10 anni’ non sono più tollerabili. L’impegno è di ridurre le diseguaglianze e i tempi di realizzazione degli investimenti e di essere molto più esigenti verso chi ha questa responsabilità. Mi riferisco anche alle aziende pubbliche perché non è ammissibile che per un progetto ci vogliano 5-6 anni. È una cosa – aggiunge – ingiustificabile e per certi aspetti anche non tollerabile. Per ammissione stessa del presidente Musumeci, non è un problema di risorse, ma di regole e di tempi per i quali devono rispondere Anas e Rfi. Non è possibile buttar via anni per opere che in genere si fanno in pochi mesi“.